
Ancora una volta nel carcere di Bergamo si è verificata un’aggressione ai danni del personale di Polizia Penitenziaria. Durante l’espletamento del proprio servizio e per assicurare l’incolumità di un detenuto contro cui un altro voleva scagliarsi, un poliziotto ha preso un pugno in pieno volto. E’ da tempo che si chiedono mezzi e strumenti per fronteggiare questi episodi. O detenuti, quando non riescono ad ottenere richieste prive di fondamento reagiscono con violenza e nessun operatore può difendersi. E’ una lotta impari. Ormai i detenuti cercano di attuare qualsiasi escamotage pur di uscire dalla propria camera detentiva in quelle poche fasce orarie in cui devono permanervi per ragioni di sicurezza. Uscire oltre gli orari consentiti è prassi per loro. Un conto è avere necessità di recarsi in un ambulatorio medico (cui nessuno negherebbe l’accesso), un conto è farlo per aggredire un altro detenuto o un poliziotto. La lungimiranza del collega ha evitato il peggio anche se ha pagato in prima persona. Chi è del mestiere o ha una minima cognizione del mondo carcerario ben conosce e comprende il basso grado di tollerabilità e il disprezzo del rispetto delle regole per un vivere civile da parte di moltissimi detenuti. Gli uomini e le donne in divisa hanno necessità e diritto di avere tutele sul posto del lavoro al pari di qualsiasi altro lavoratore. Aspettiamo da anni che questo si realizzi con adeguati e seri provvedimenti.