C.C. Messina – Necessario intervento per determinare i carichi di lavoro, la loro disciplina attraverso chiare disposizioni e l’aliquota minima di personale

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Sono giunte, da qualche tempo, a questa O.S., una serie di preoccupate, e preoccupanti, segnalazioni sullo svolgimento dell’attività dell’addetto alla “Prima Portineria”.

Sembrerebbe infatti che il personale individuato, normalmente una sola unità, debba oltreché vigilare sull’intero flusso dei passaggi da quel sito – con relativa responsabilità – occuparsi dell’apertura della porta esterna (quella interna infatti è inattiva e dunque potrebbero presentarsi già dinanzi all’ultimo ostacolo, prima dell’area esterna del carcere, anche soggetti che non potrebbero o non dovrebbero; ed anche in questo caso responsabile sarebbe, in ultima analisi, l’addetto alla prima portineria); la medesima unità deve, da sola, preoccuparsi di sottoporre al controllo dello scanner eventuali pacchi in entrata, abbandonando il proprio posto di servizio e, parimenti, abbandonando il controllo del sito.

Oltre ciò, sembrerebbe che il medesimo addetto debba preoccuparsi, anche, delle autorizzazioni all’ingresso dei visitatori; dopo avere verificato la validità delle medesime, nel caso di termini scaduti, deve provvedere, dopo avere acquisito le autocertificazioni, allontanandosi, o meglio abbandonando per l’ennesima volta il proprio posto di servizio, ad effettuare le copie fotostatiche dei documenti e portare a codesta Direttrice le pratiche per la firma. Posto che ogni qual volta si allontani dalla “postazione”, eventuali visitatori che debbano fare accesso, necessariamente devono essere lasciati fuori ad aspettare perché nessuno potrebbe aprire, in tutto ciò, si lasciano vivi i problemi connessi all’apertura
e chiusura dei cancelli, alla vigilanza sui flussi (che prevedono anche i passaggi dei detenuti lavoranti), all’abbandono del posto di servizio (che ricordiamo comporta fino a tre anni di arresto), alla vigilanza sulle chiavi degli armadietti e sulle altre depositate in portineria a vario titolo.

Ultimo ma non ultimo (anche se questo meriterebbe una trattazione a parte), incombe sull’addetto alla prima portineria la vigilanza, o meglio la responsabilità, sul deposito dell’armamento individuale, rispetto al quale, non sembrando esserci specifiche disposizioni, concorrerebbe ad onerare, assieme a tutto il resto, il personale destinato a quel posto di servizio. Un’eventuale obiezione, che questa O.S. si permette di prevenire è che finora non sia stata fatta dal personale alcuna segnalazione e comunque lo stesso non è stato autorizzato a lasciare il posto di servizio; a questo punto, oltre al fatto che la Comandante dovrebbe conoscere “ipso facto” le contingenze descritte, dato che è sua prerogativa vigilare sul corretto svolgimento dei servizi, ma nel caso in cui non ne fosse a conoscenza forse non sarebbe legittimo chiedersi chi è, se non l’addetto alla portineria, che assolve a tutti gli incombenti; almeno questi ultimi non possono sfuggire.

Questa O.S., alla luce delle premesse fin qui poste chiede un urgente intervento finalizzato a strutturare il servizio dell’addetto alla prima portineria, dandogli una dettagliata connotazione, rispetto alla quale determinare oltreché i precisi compiti e responsabilità, una equa individuazione dell’aliquota minima di personale necessario all’espletamento di tutte le attività.

In difetto di precise direttive è chiaro che non esistono limiti alla responsabilità, in pregiudizio oltreché della serenità nello svolgimento del servizio anche della professionalità e della dignità, non potendosi immaginare un indefinito obbligo del dipendente a soddisfare qualsiasi problematica gli si presenti, senza precise disposizioni ma con precise responsabilità.
Si rimane in attesa e si porgono Distinti Saluti.

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