
Egregio Provveditore
la questione relativa alle difficoltà di distribuzione idrica che interessano gli alloggi della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Piacenza è risalente nel tempo, tanto che sin dal 2018 questa organizzazione sindacale è intervenuta sul punto senza apprezzare miglioramenti.
La condizione va via aggravandosi tanta da diventare insostenibile per le 60 unità circa di personale che colà dimorano. Basti pensare che già dalla fine dell’estate l’acqua calda è diventata disponibile solo per poche ore al giorno (per lo più la notte); situazione che appare bizzarra in ragione dell’accentuarsi delle necessità di cura dell’igiene personale per il contenimento del contagio da coronavirus.
Pare che il problema sia da ricollegarsi ad un errore di progettazione dell’impianto idraulico in fase di costruzione dello stabile che ospita il nuovo padiglione, con consequenziale aumento del volume di acqua da riscaldare per il fabbisogno giornaliero senza il necessario adeguamento dell’impianto esistente.
Si ha contezza dell’impegno della Direzione teso alla risoluzione del problema attraverso interventi di manutenzione straordinaria; del pari non è mancata l’interlocuzione con i superiori uffici PRAP e DAP ma ad oggi la questione risulta pendente.
Nel sollecitare codesti Uffici ad un intervento tecnico immediato per l’individuazione di cause e soluzioni, si voglia altresì disporre la sospensione (con effetto retroattivo al mese di settembre 2020) del pagamento del canone di utilizzo degli alloggi ad opera dei fruitori in ragione dell’assenza delle più elementari condizioni di vivibilità in ragione del fatto che all’indisponibilità dell’acqua si aggiunge il malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento.
In attesa di riscontro, si porgono distinti saluti