
Esimio Presidente, Illustrissimi in indirizzo,
sono note le difficoltà che sta vivendo il penitenziario del capoluogo emiliano in fatto di covid; i numeri sono preoccupanti, nonostante si stia nel contempo registrando una buona capacità di reazione da parte dell’Amministrazione locale.
Settanta contagiati fra la popolazione detenuta e una decina fra il personale, sono dati che devono far riflettere e devono indurre nell’Amministrazione Centrale un ragionamento di “aiuto” che se non può declinarsi con l’invio di ulteriori risorse umane, dovrà certamente evitare di aggravare le condizioni di lavoro a cui il personale oggi è esposto. Purtroppo rischia di incanalarsi lungo questo secondo solco il progetto di imminente riapertura della sezione dedicata a detenute con problemi di salute mentale.
Come è noto, il reparto in questione è stato oggetto di chiusura per ristrutturazione e pare vi sia, nelle corde dell’Amministrazione, quello di riattivarlo entro la metà di gennaio.
Ora, se si considera che allo stato attuale trenta unità di polizia penitenziaria femminile sono chiamate a gestire ben settanta detenute, ben si comprenderà come maggiormente difficoltoso si renderebbe lo scenario riattivando il reparto in questione che – seppur di ridotte capacità ricettive con i suoi 4 posti – ospita recluse estremamente “problematiche”.
Il tutto in un momento in cui il giusto equilibrio del reparto femminile ha consentito di fronteggiare dal punto di vista pratico le conseguenze nefaste della diffusione del contagio; per intenderci, le detenute sono state impiegate nelle cucine in sostituzione dei detenuti risultati positivi al covid.
Ben si comprenderà la preoccupazione che intervengano fattori capaci di disequilibrare la precaria tenuta del sistema.
È per questi motivi, considerato che le detenute che dovrebbero giungere a Bologna risultano già allocate in altri penitenziari, si chiede di valutare il differimento della riattivazione della sezione in argomento, fino al termine della criticità su narrata.
Certo della rilevanza che vorrà accordarsi alla presente, si resta in attesa di
un cortese cenno di riscontro.
Distinti saluti.