Le condizioni in cui versano le Carceri italiane è sempre stata “drammatica” ma – in una logica strettamente collegata alla provenienza geografica del personale di polizia penitenziaria (per lo più originario delle regioni del centro sud) – le condizioni lavorative nel sud del Paese sono state storicamente sempre ritenute maggiormente sostenibili rispetto a quelle del nord, ove la penuria di personale era maggiormente avvertita. Se questo era vero per il passato, il trend allo stato attuale risulta praticamente invertito e a soffrire maggiormente sono gli Istituti del sud, per due ordini di ragioni:
1) Il Corpo ha conosciuto un taglio orizzontale degli organici, per cui al crescere delle incombenze è corrisposto una decrescita delle risorse umane
2) La polizia penitenziaria ha conosciuto un tendenziale invecchiamento e i processi di mobilità hanno spostato verso il sud la maggior parte del personale che sia avvia verso la fine della carriera.
L’operare di questi due fattori conduce ad un generale processo di svuotamento della pianta organica degli Istituti del Sud sia perché con l’avanzare dell’anzianità di servizio aumentano le ferie spettanti, sia per le assenze di lungo periodo che in molti casi precedono la pensione. Non si può ragionare in termini di nuove assegnazioni per mobilità perché le piante organiche così come rese nel DM del 2 ottobre 2017 risultano addirittura sovradimensionate. La Puglia rappresenta l’emblema di questa situazione data da una concreta ma non riconosciuta insufficienza di uomini e mezzi, da un sovraffollamento importante delle Carceri e da una politica gestionale alquanto discutibile.
Se il Si.N.A.P.Pe dal canto proprio continua incessantemente con la propria opera di denuncia della opinabile gestione regionale e locale, si ritrova di fronte un muro di gomma di un’amministrazione sorda che si limita a sorridere, a dimostrarsi teoricamente disponibile nella ricerca delle soluzioni ma che concretamente nulla ha fatto per porre un freno alla deriva che si sta registrando. Se si analizza l’ammontare delle ore di lavoro straordinario che il personale e comandato a fare, se il dato si legge in relazione alla forza presente e a quella prevista, i conti non tornano. O sono sbagliate le piante organiche oppure è sbagliata la gestione delle risorse. Abbiamo chiesto di fare chiarezza, di fissare regole. Il risultato della gestione attuale della Regione è quella di una serie di discorsi aperti e appesi. Basti pensare al regolamento per il funzionamento dei NTP interprovinciali (oggi terra di nessuno) nati in via sperimentale circa due anni fa e che da due anni non hanno trovato una regolamentazione. C’è necessità di un intervento, volto sia a revisionare il DM Orlando sulle piante organiche, sia a dotare la Puglia delle necessarie risorse, sia a superare logiche di gestione non controllate e non controllabili ove i confini fra l’opportuno e il necessario/doveroso, fra la visione personale e la regola, è diventato davvero molto labile. Abbiamo più volte chiesto l’avvicendamento dei ruoli apicali, come segnale che qualcosa può cambiare, ma anche in questo senso nessuno ha ritenuto di fornire risposte concrete, lasciando che tutto continui ad andare da anni nello stesso verso e sempre peggio.
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CASA CIRCONDARIALE DI LECCE – Intervento del Segretario Nazionale Stefano NETTI nell’incontro odierno con gli Onorevoli della Lega Nord
Le condizioni in cui versano le Carceri italiane è sempre stata “drammatica” ma – in una logica strettamente collegata alla provenienza geografica del personale di polizia penitenziaria (per lo più originario delle regioni del centro sud) – le condizioni lavorative nel sud del Paese sono state storicamente sempre ritenute maggiormente sostenibili rispetto a quelle del nord, ove la penuria di personale era maggiormente avvertita. Se questo era vero per il passato, il trend allo stato attuale risulta praticamente invertito e a soffrire maggiormente sono gli Istituti del sud, per due ordini di ragioni:
1) Il Corpo ha conosciuto un taglio orizzontale degli organici, per cui al crescere delle incombenze è corrisposto una decrescita delle risorse umane
2) La polizia penitenziaria ha conosciuto un tendenziale invecchiamento e i processi di mobilità hanno spostato verso il sud la maggior parte del personale che sia avvia verso la fine della carriera.
L’operare di questi due fattori conduce ad un generale processo di svuotamento della pianta organica degli Istituti del Sud sia perché con l’avanzare dell’anzianità di servizio aumentano le ferie spettanti, sia per le assenze di lungo periodo che in molti casi precedono la pensione. Non si può ragionare in termini di nuove assegnazioni per mobilità perché le piante organiche così come rese nel DM del 2 ottobre 2017 risultano addirittura sovradimensionate. La Puglia rappresenta l’emblema di questa situazione data da una concreta ma non riconosciuta insufficienza di uomini e mezzi, da un sovraffollamento importante delle Carceri e da una politica gestionale alquanto discutibile.
Se il Si.N.A.P.Pe dal canto proprio continua incessantemente con la propria opera di denuncia della opinabile gestione regionale e locale, si ritrova di fronte un muro di gomma di un’amministrazione sorda che si limita a sorridere, a dimostrarsi teoricamente disponibile nella ricerca delle soluzioni ma che concretamente nulla ha fatto per porre un freno alla deriva che si sta registrando. Se si analizza l’ammontare delle ore di lavoro straordinario che il personale e comandato a fare, se il dato si legge in relazione alla forza presente e a quella prevista, i conti non tornano. O sono sbagliate le piante organiche oppure è sbagliata la gestione delle risorse. Abbiamo chiesto di fare chiarezza, di fissare regole. Il risultato della gestione attuale della Regione è quella di una serie di discorsi aperti e appesi. Basti pensare al regolamento per il funzionamento dei NTP interprovinciali (oggi terra di nessuno) nati in via sperimentale circa due anni fa e che da due anni non hanno trovato una regolamentazione. C’è necessità di un intervento, volto sia a revisionare il DM Orlando sulle piante organiche, sia a dotare la Puglia delle necessarie risorse, sia a superare logiche di gestione non controllate e non controllabili ove i confini fra l’opportuno e il necessario/doveroso, fra la visione personale e la regola, è diventato davvero molto labile. Abbiamo più volte chiesto l’avvicendamento dei ruoli apicali, come segnale che qualcosa può cambiare, ma anche in questo senso nessuno ha ritenuto di fornire risposte concrete, lasciando che tutto continui ad andare da anni nello stesso verso e sempre peggio.
intervento-del-segretario-nazionale-stefano-netti-nell’incontro-odierno-con-gli-onorevoli-della-lega-nord-presso-la-casa-circondariale-di-lecce
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