In data 20/07/2017, verso le ore 18:00, in un reparto detentivo della Casa Circondariale di
Piacenza, due detenuti di origine magrebina avrebbero puntato alla pancia del poliziotto
di sezione un coltello rudimentale per farsi consegnare le chiavi di reparto e poi spingere
lo stesso poliziotto fuori dalla sezione.
Solo dopo 2 ore di estenuanti trattative Vice Direttore e Comandante di Reparto,
immediatamente accorsi sul posto, sarebbero riusciti a convincere i due detenuti a
riconsegnare le chiavi della sezione, cosicché la situazione potesse tornare alla normalità.
Nell’esprimere solidarietà al malcapitato collega vittima della suddetta aggressione, che
poteva avere conseguenze ben più gravi, questa Organizzazione Sindacale, ancora una
volta è a denunciare con forza come alla modifica delle modalità custodiali con
l’istituzione del regime della sorveglianza dinamica, il DAP non abbia fatto seguire
adeguate iniziative volte a ridurre il “rischio professionale” a cui va incontro
quotidianamente il personale di Polizia Penitenziaria.
L’Amministrazione Penitenziaria deve, a nostro avviso e senza più alcun indugio,
ripensare ad una modalità di gestione della popolazione detenuta che, fermo restando il
sacrosanto principio della funzione rieducativa della pena, miri sì a restituire alla società
persone migliori, ma salvaguardi l’incolumità fisica dei suoi operatori.
Il timore è che, se non dovessero essere adottati urgenti provvedimenti per contrastare
l’impennata degli eventi critici che si registrano su scala nazionale (vedasi il recente caso
del carcere di Verona e non solo), la situazione possa degenerare ulteriormente, con
conseguenze che non osiamo neppure immaginare.
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CASA CIRCONDARIALE DI PIACENZA – Aggressione poliziotto penitenziario
In data 20/07/2017, verso le ore 18:00, in un reparto detentivo della Casa Circondariale di
Piacenza, due detenuti di origine magrebina avrebbero puntato alla pancia del poliziotto
di sezione un coltello rudimentale per farsi consegnare le chiavi di reparto e poi spingere
lo stesso poliziotto fuori dalla sezione.
Solo dopo 2 ore di estenuanti trattative Vice Direttore e Comandante di Reparto,
immediatamente accorsi sul posto, sarebbero riusciti a convincere i due detenuti a
riconsegnare le chiavi della sezione, cosicché la situazione potesse tornare alla normalità.
Nell’esprimere solidarietà al malcapitato collega vittima della suddetta aggressione, che
poteva avere conseguenze ben più gravi, questa Organizzazione Sindacale, ancora una
volta è a denunciare con forza come alla modifica delle modalità custodiali con
l’istituzione del regime della sorveglianza dinamica, il DAP non abbia fatto seguire
adeguate iniziative volte a ridurre il “rischio professionale” a cui va incontro
quotidianamente il personale di Polizia Penitenziaria.
L’Amministrazione Penitenziaria deve, a nostro avviso e senza più alcun indugio,
ripensare ad una modalità di gestione della popolazione detenuta che, fermo restando il
sacrosanto principio della funzione rieducativa della pena, miri sì a restituire alla società
persone migliori, ma salvaguardi l’incolumità fisica dei suoi operatori.
Il timore è che, se non dovessero essere adottati urgenti provvedimenti per contrastare
l’impennata degli eventi critici che si registrano su scala nazionale (vedasi il recente caso
del carcere di Verona e non solo), la situazione possa degenerare ulteriormente, con
conseguenze che non osiamo neppure immaginare.
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