È un altro “giovedì nero” per la storia del sistema penitenziario; tre detenuti di origine albanese reclusi presso il penitenziario capitolino di Rebibbia Nuovo Complesso si sono dati alla fuga nella notte, nel più classico dei modi: una corda rudimentale, ricavata da brandelli di lenzuola, utilizzata per calarsi giù dalla terza garitta lato Tiburtina. È proprio li che è stata notata, penzoloni, la corda che ha ridato la “libertà” ai tre malviventi. Pare essere la costante e triste replica di se stessa, la storia della violabilità di un sistema che forse richiederebbe un ritorno ad una filosofia custodiale più marcata, con una limitazione degli approcci dinamici alla sorveglianza che, di fatto, hanno dimostrato – in alcuni casi – una limitata adeguatezza alla gestione della sicurezza. Di tanto costituisce inconfutabile prova il crescente numero delle aggressioni ai danni dei poliziotti penitenziari (segno di una riottosità alle regole da parte dei reclusi), i non rari episodi di evasione, oltre ai diversi atti di autolesionismo che ci si trova a dover fronteggiare. Il sistema ha forse bisogno di un ritorno al passato? La riflessione che vi invitiamo a fare parte proprio da questo interrogativo. Dal canto nostro, impegneremo formalmente l’Amministrazione alla valutazione di incisivi processi di cambiamento per evitare di dover narrare ancora di siffatti e tristi episodi “fallimentari”
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CASA CIRCONDARIALE DI ROMA REBIBBIA NUOVO COMPLESSO – Tre detenuti evasi nella notte
È un altro “giovedì nero” per la storia del sistema penitenziario; tre detenuti di origine albanese reclusi presso il penitenziario capitolino di Rebibbia Nuovo Complesso si sono dati alla fuga nella notte, nel più classico dei modi: una corda rudimentale, ricavata da brandelli di lenzuola, utilizzata per calarsi giù dalla terza garitta lato Tiburtina. È proprio li che è stata notata, penzoloni, la corda che ha ridato la “libertà” ai tre malviventi. Pare essere la costante e triste replica di se stessa, la storia della violabilità di un sistema che forse richiederebbe un ritorno ad una filosofia custodiale più marcata, con una limitazione degli approcci dinamici alla sorveglianza che, di fatto, hanno dimostrato – in alcuni casi – una limitata adeguatezza alla gestione della sicurezza. Di tanto costituisce inconfutabile prova il crescente numero delle aggressioni ai danni dei poliziotti penitenziari (segno di una riottosità alle regole da parte dei reclusi), i non rari episodi di evasione, oltre ai diversi atti di autolesionismo che ci si trova a dover fronteggiare. Il sistema ha forse bisogno di un ritorno al passato? La riflessione che vi invitiamo a fare parte proprio da questo interrogativo. Dal canto nostro, impegneremo formalmente l’Amministrazione alla valutazione di incisivi processi di cambiamento per evitare di dover narrare ancora di siffatti e tristi episodi “fallimentari”
CASA CIRCONDARIALE DI ROMA REBIBBIA NUOVO COMPLESSO – Tre detenuti evasi nella notte
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