Sono poche e frammentarie le notizie che giungono dal Carcere Femminile romano di Rebibbia, relativamente ad un tragico e doloroso evento accaduto intorno a mezzogiorno, all’interno del Reparto “Nido”, dove sono custodite le detenute con i figli minori di 3 anni.
E proprio una di queste, di origini germaniche, ha tentato di uccidere i due figlioletti di 1 e 2 anni, gettandoli dalle scale che conducono ai passeggi. Purtroppo il minore pare essere morto sul colpo, mentre l’altro, ricoverato immediatamente in terapia intensiva, lotta tra la vita e la morte.
La notizia, com’è immaginabile, ha provocato dolore tra gli addetti ai lavori (poliziotte, educatrici, ecc.) ma anche rabbia, in quanto sembrerebbe che la detenuta fosse stata già segnalata più volte per stato depressivo, proprio al fine di evitare un gesto folle.
La magistratura è ora al lavoro per cercare di ricostruire l’accaduto; in attesa quindi degli adempimenti dovuti, il SiNAPPe, con il cuore rivolto al cielo al piccolo angelo, volge una preghiera affinché i medici riescano a salvare il fratellino maggiore.
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CASA CIRCONDARIALE FEMMINILE ROMA REBIBBIA: Madre detenuta lancia i figlioletti dalle scale, uccidendone uno!
Sono poche e frammentarie le notizie che giungono dal Carcere Femminile romano di Rebibbia, relativamente ad un tragico e doloroso evento accaduto intorno a mezzogiorno, all’interno del Reparto “Nido”, dove sono custodite le detenute con i figli minori di 3 anni.
E proprio una di queste, di origini germaniche, ha tentato di uccidere i due figlioletti di 1 e 2 anni, gettandoli dalle scale che conducono ai passeggi. Purtroppo il minore pare essere morto sul colpo, mentre l’altro, ricoverato immediatamente in terapia intensiva, lotta tra la vita e la morte.
La notizia, com’è immaginabile, ha provocato dolore tra gli addetti ai lavori (poliziotte, educatrici, ecc.) ma anche rabbia, in quanto sembrerebbe che la detenuta fosse stata già segnalata più volte per stato depressivo, proprio al fine di evitare un gesto folle.
La magistratura è ora al lavoro per cercare di ricostruire l’accaduto; in attesa quindi degli adempimenti dovuti, il SiNAPPe, con il cuore rivolto al cielo al piccolo angelo, volge una preghiera affinché i medici riescano a salvare il fratellino maggiore.
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