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COMUNICATO – Accortezze lessicali! – “il DAP descrive il linguaggio penitenziario” – Il dissacrante commento dei mass media

Aprile 5, 2017 Sinappe 0 Comments

È di pochi giorni fa la circolare a firma del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria con cui si ridisegna il linguaggio comune in uso presso le strutture penitenziarie. Una necessità – si legge in un successivo comunicato stampa del DAP – che risponde alle osservazioni emerse dal Tavolo 2: “Vita detentiva. Responsabilizzazione del detenuto, circuito e sicurezza” degli Stati Generali dell’Esecuzione penale. Anche il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani e degradanti e il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute hanno più volte raccomandato di non più utilizzare termini obsoleti, di valenza negativa e infantilizzante della vita detentiva”. Ma non si è fatto attendere il dissacrante commento degli organi di informazione (che per inciso continuano a preferire vecchi richiami agli Agenti di Custodia alla corretta dicitura di poliziotti penitenziari con riferimento al Corpo) che nel presentare il documento in questione – in chiave piuttosto ironica e con impropri parallelismi alla differenza sostanziale che passa fra spazzino ed operatore ecologico – non risparmiano all’Amministrazione Penitenziaria una sferzata sullo stato delle carceri, appunto specificando che pur chiamandola “camera di pernotto” la sua funzione (e soprattutto il suo stato) resta immutato. Pur comprendendo la bontà e forse anche la doverosità del documento, ci saremmo piuttosto attesi una presa di posizione da parte dei competenti Uffici che magari chiariscano ai medesimi organismi di informazione la valenza psicologica della terminologia, che ha condotto alla diramazione della lettera circolare in discussione perché – a dirla tutta – ciò che oggi pare emergere è “una mera operazione di arredo di una casa dal tetto bucato” L’indignazione nasce forse da una scala di priorità diversamente avvertita, anche dagli stessi appartenenti al Corpo, che ad un lessico maggiormente appropriato antepongono senza ombra di dubbio la necessità a che le energie vengano convogliate verso il miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza, perché in estrema sintesi, può cambiare la forma, ma la sostanza resta! E la sostanza è fatta di sovraffollamento, di carenza di personale, di atti di auto ed etero lesionismo, e non per ultimo di un contratto bloccato da dieci anni. Semplicemente questioni di priorità!

170405_comunicato_il-dap-riscrive-il-linguaggio-penitenziario

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