Si chiama “Caccia allo sbirro” la piattaforma interattiva scovata sul web dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e che ha lo scopo di istigare ritorsioni e azioni di pestaggio a discapito dei poliziotti che, secondo il sito, “si accaniscono contro la classe operaia”. L’allarme è alto e della questione sono state allertate tutte le Forze di polizia. Il sito prevede un’apposita sezione ove inserire, utilizzando il sistema Tor (che è un protocollo di comunicazione che consente di conservare l’anonimato su Internet) immagini e dati degli appartenenti alle Forze dell’ordine, definiti picchiatori degli operai, per farli conoscere al fine “di rendere il loro sporco lavoro se non impossibile, almeno difficile”. Essendo certo quindi il fine assolutamente abietto e pericoloso, si allerta tutto il personale a prestare la massima attenzione nel porre in essere tutti gli opportuni accorgimenti all’autotutela. Si raccomanda quindi cautela alla diffusione (tramite i diversi social network ormai di uso quotidiano) di foto in divisa, spostamenti di lavoro ed altre informazioni strettamente personali proprie e della famiglia. Il sito, di evidente matrice politica, con riferimenti al comunismo estremo e solidarietà proletaria, non è certo pacifico e fomenta l’azione violenta contro tutti coloro che servono la Patria indossando una uniforme! Fortunatamente al momento l’invito alla sovversione non sembra aver riscontrato molto successo, anche se qualche foto di uomini in borghese, definiti presunti poliziotti infiltrati (senza però dati personali), è stata postata sul sito. Non bisogna quindi abbassare l’attenzione, come evidenzia anche il DAP che con una circolare emanata recentemente, oltre ad avvertire, “ammonisce il Personale di Polizia rispetto all’assoluto divieto di divulgare notizie sull’espletamento dei servizi sui social network o similari, visto che immagini e fatti potrebbero essere estrapolati proprio da questi strumenti”, invitando alla massima privacy.
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COMUNICATO – “CACCIA ALLO SBIRRO” ALLERTIAMO ALL’AUTOTUTELA!
Si chiama “Caccia allo sbirro” la piattaforma interattiva scovata sul web dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e che ha lo scopo di istigare ritorsioni e azioni di pestaggio a discapito dei poliziotti che, secondo il sito, “si accaniscono contro la classe operaia”. L’allarme è alto e della questione sono state allertate tutte le Forze di polizia. Il sito prevede un’apposita sezione ove inserire, utilizzando il sistema Tor (che è un protocollo di comunicazione che consente di conservare l’anonimato su Internet) immagini e dati degli appartenenti alle Forze dell’ordine, definiti picchiatori degli operai, per farli conoscere al fine “di rendere il loro sporco lavoro se non impossibile, almeno difficile”. Essendo certo quindi il fine assolutamente abietto e pericoloso, si allerta tutto il personale a prestare la massima attenzione nel porre in essere tutti gli opportuni accorgimenti all’autotutela. Si raccomanda quindi cautela alla diffusione (tramite i diversi social network ormai di uso quotidiano) di foto in divisa, spostamenti di lavoro ed altre informazioni strettamente personali proprie e della famiglia. Il sito, di evidente matrice politica, con riferimenti al comunismo estremo e solidarietà proletaria, non è certo pacifico e fomenta l’azione violenta contro tutti coloro che servono la Patria indossando una uniforme! Fortunatamente al momento l’invito alla sovversione non sembra aver riscontrato molto successo, anche se qualche foto di uomini in borghese, definiti presunti poliziotti infiltrati (senza però dati personali), è stata postata sul sito. Non bisogna quindi abbassare l’attenzione, come evidenzia anche il DAP che con una circolare emanata recentemente, oltre ad avvertire, “ammonisce il Personale di Polizia rispetto all’assoluto divieto di divulgare notizie sull’espletamento dei servizi sui social network o similari, visto che immagini e fatti potrebbero essere estrapolati proprio da questi strumenti”, invitando alla massima privacy.
Comunicato – caccia allo sbirro – sensibilizzazione all’autotutela
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