In data odierna, 21/03/2018, all’interno del reparto detentivo ROI della Casa Circondariale di Piacenza, un carcerato di origine magrebina, già resosi responsabile di simili episodi presso il Carcere di Parma e la stessa Casa Circondariale di Piacenza (appena un mese fa, in data 19.02.18), ha aggredito brutalmente un Poliziotto Penitenziario che, dopo essere stato letteralmente sbattuto al muro, è stato preso a calci e pugni da questo detenuto dal comportamento animalesco che si è successivamente scagliato, con la medesima ferocia, anche sugli altri due poliziotti intervenuti a contenerne l’inaudita violenza. Fortunatamente, dopo una concitata fase di contenimento, il bruto è stato immobilizzato e rinchiuso nuovamente nella sua cella, anche grazie all’aiuto di altri poliziotti intervenuti prontamente sul posto.
I tre malcapitati venivano successivamente accompagnati presso il PS del nosocomio cittadino dove venivano sottoposti ad accurati controlli strumentali (TAC, radiografie ed altro) che portavano i sanitari di turno a rilasciare referti medici con prognosi di 25, 11 e 7 giorni di astensione lavorativa, salvo complicazioni. Nell’esprimere solidarietà ai poliziotti vittime della suddetta selvaggia aggressione, che poteva avere conseguenze drammatiche se non fosse intervenuta un’ulteriore aliquota di personale a fermare l’incontenibile rabbia dell’animalesco aggressore, questa Organizzazione Sindacale, ancora una volta è a denunciare con forza come, alle molteplici modifche delle modalità custodiali, il DAP non abbia fatto seguire adeguate iniziative volte a ridurre il “rischio professionale” a cui va incontro quotidianamente il personale di Polizia Penitenziaria.
Anche questa volta E’ ANDATA TUTTO SOMMATO BENE, considerato che il collega sottratto alla furia inaudita del detenuto poteva subire danni ancora più gravi di una semplice frattura al posto e traumi vari in tutte le parti del corpo, giudicati come detto guaribili in 25 giorni, s.c.. L’auspicio è che, a causa dell’inerzia dell’Amministrazione, non si debba in futuro tornare ad intitolare Carceri italiane alla memoria di poliziotti vittime del servizio, come in un lontano passato accadeva con inaccettabile frequenza.
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COMUNICATO – CASA CIRCONDARIALE DI PIACENZA – Feroce aggressione ai danni della Polizia Penitenziaria.
In data odierna, 21/03/2018, all’interno del reparto detentivo ROI della Casa Circondariale di Piacenza, un carcerato di origine magrebina, già resosi responsabile di simili episodi presso il Carcere di Parma e la stessa Casa Circondariale di Piacenza (appena un mese fa, in data 19.02.18), ha aggredito brutalmente un Poliziotto Penitenziario che, dopo essere stato letteralmente sbattuto al muro, è stato preso a calci e pugni da questo detenuto dal comportamento animalesco che si è successivamente scagliato, con la medesima ferocia, anche sugli altri due poliziotti intervenuti a contenerne l’inaudita violenza. Fortunatamente, dopo una concitata fase di contenimento, il bruto è stato immobilizzato e rinchiuso nuovamente nella sua cella, anche grazie all’aiuto di altri poliziotti intervenuti prontamente sul posto.
I tre malcapitati venivano successivamente accompagnati presso il PS del nosocomio cittadino dove venivano sottoposti ad accurati controlli strumentali (TAC, radiografie ed altro) che portavano i sanitari di turno a rilasciare referti medici con prognosi di 25, 11 e 7 giorni di astensione lavorativa, salvo complicazioni. Nell’esprimere solidarietà ai poliziotti vittime della suddetta selvaggia aggressione, che poteva avere conseguenze drammatiche se non fosse intervenuta un’ulteriore aliquota di personale a fermare l’incontenibile rabbia dell’animalesco aggressore, questa Organizzazione Sindacale, ancora una volta è a denunciare con forza come, alle molteplici modifche delle modalità custodiali, il DAP non abbia fatto seguire adeguate iniziative volte a ridurre il “rischio professionale” a cui va incontro quotidianamente il personale di Polizia Penitenziaria.
Anche questa volta E’ ANDATA TUTTO SOMMATO BENE, considerato che il collega sottratto alla furia inaudita del detenuto poteva subire danni ancora più gravi di una semplice frattura al posto e traumi vari in tutte le parti del corpo, giudicati come detto guaribili in 25 giorni, s.c.. L’auspicio è che, a causa dell’inerzia dell’Amministrazione, non si debba in futuro tornare ad intitolare Carceri italiane alla memoria di poliziotti vittime del servizio, come in un lontano passato accadeva con inaccettabile frequenza.
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