In poco più di 9 minuti di intervento il Guardasigilli Carlo NORDIO segna il passo acuendo il gap con le donne e gli uomini in divisa. Forse anche in questo si sostanzia la delega concessa al sottosegretario di riferimento e la natura dei rapporti umani oltre che interpersonali. Citare le eccellenze specialistiche dimenticando la caratura professionale e deontologica delle donne e degli uomini impiegati ogni giorno in ogni singola sezione detentiva ci è parsa una scortesia, un segnale di scarsa attenzione. Un discorso con pochi sussulti, il pathos emotivo relegato in fondo al ricordo dell’agente di custodia barbaramente ucciso negli anni ’80; perché oggi è la “vostra” Festa, come se lui non fosse il “nostro” Ministro nonché il Capo politico del Corpo (funzione, evidentemente, anche questa oggetto di delega). Un Corpo non visto come un nemico ma come un’entità estranea che cerca, invece, di camminare con lui per essere ascoltato e non di essere surrogato alle sole narrazioni del personale di scorta, sicure eccellenze professionali, ma che non possono fungere da catalizzatori del tutto. Un corpo senza l’anima, si consuma perde l’energia e muore. Preoccupa la noncuranza, la reiterata assenza di relazioni con il sindacato in generale, che avrebbe personalmente dovuto incontrare per costruire la propulsione al cambiamento ed alla trasformazione, in senso positivo ed evoluto, dei compiti del Corpo. Silenti, abbiamo ascoltato la solita narrazione stereotipata del carcere e sulla pena, consapevoli che il Corpo continua a restare prigioniero di ossessioni, di paure e di dolori. Magari le nostre saranno interrogazioni eccessivamente creative, causticamente estranee, ma l’unico rimedio è quello di ridurre la distanza con il “suo” personale, partecipando alla “vita” del Corpo con un protagonismo diverso, senza una corda al collo. Non occorre l’icastica concisione di Tacito, né un racconto di Italo Calvino per mostrare di essere l’anima del Corpo, l’architetto del futuro del Corpo verso la Polizia della Giustizia.
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COMUNICATO – Cerimonia del 206° annuale Nordio e la Polizia Penitenziaria – Un Corpo senza anima!
In poco più di 9 minuti di intervento il Guardasigilli Carlo NORDIO segna il passo acuendo il gap con le donne e gli uomini in divisa.
Forse anche in questo si sostanzia la delega concessa al sottosegretario di riferimento e la natura dei rapporti umani oltre che interpersonali.
Citare le eccellenze specialistiche dimenticando la caratura professionale e deontologica delle donne e degli uomini impiegati ogni giorno in ogni singola sezione detentiva ci è parsa una scortesia, un segnale di scarsa attenzione.
Un discorso con pochi sussulti, il pathos emotivo relegato in fondo al ricordo dell’agente di custodia barbaramente ucciso negli anni ’80; perché oggi è la “vostra” Festa, come se lui non fosse il “nostro” Ministro nonché il Capo politico del Corpo (funzione, evidentemente, anche questa oggetto di delega).
Un Corpo non visto come un nemico ma come un’entità estranea che cerca, invece, di camminare con lui per essere ascoltato e non di essere surrogato alle sole narrazioni del personale di scorta, sicure eccellenze professionali, ma che non possono fungere da catalizzatori del tutto.
Un corpo senza l’anima, si consuma perde l’energia e muore.
Preoccupa la noncuranza, la reiterata assenza di relazioni con il sindacato in generale, che avrebbe personalmente dovuto incontrare per costruire la propulsione al cambiamento ed alla trasformazione, in
senso positivo ed evoluto, dei compiti del Corpo. Silenti, abbiamo ascoltato la solita narrazione stereotipata del carcere e sulla pena, consapevoli che il Corpo continua a restare prigioniero di ossessioni, di paure e di dolori.
Magari le nostre saranno interrogazioni eccessivamente creative, causticamente estranee, ma l’unico rimedio è quello di ridurre la distanza con il “suo” personale, partecipando alla “vita” del Corpo con
un protagonismo diverso, senza una corda al collo.
Non occorre l’icastica concisione di Tacito, né un racconto di Italo Calvino per mostrare di essere l’anima del Corpo, l’architetto del futuro del Corpo verso la Polizia della Giustizia.
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