Una riunione fiume, durata circa 6 ore, quella relativa alla mobilità e alla graduazione degli istituti incidentali rispetto alla mobilità ordinaria (legge 104, legge 151, art 36 contratto). Un fenomeno che riguarda circa 10000 persone. Molto diverse le posizioni in campo che hanno alimentato un lungo dibattito. Il Si.N.A.P.Pe, dal canto proprio, ha sottolineato come si tratti di una “graduazione” degli interessi che non tiene conto della forza normativa della fonte di riferimento: legge, dpr, pcd! Un approccio che fa altresì confusione fra gli effetti dei singoli istituti giuridici, volendo assimilare concettualmente provvedimenti definitivi (mobilità ordinaria e art.36) con provvedimenti temporanei (art 7, legge 104, legge 151). Questo il punto cardine dell’intervento del Si.N.A.P.Pe che ha invitato l’amministrazione a definire due percorsi separati e paralleli, riconoscendo la preminenza e il valore delle prerogative legislative e contrattuali, così da riempire di contenuti quel “con priorità” previsto dal contratto con riferimento agli articoli 36 e “ove possibile” previsto dalla 104. Con riferimento al concetto dell’ove possibile non può essere interpretato come posizione vacante ma come bilanciamento delle contrapposte esigenze, quindi con assegnazione anche in sovrannumero. A margine del proprio intervento il Si.N.A.P.Pe ha chiesto che venga dato corso alla mobilità dei sovrintendenti e degli ispettori prima del perfezionamento delle procedure del riordino. In apertura dell’incontro sono state presentate le nuove insegne di qualifica. Nel merito il Si.N.A.P.Pe ha stigmatizzato il mancato preventivo coinvolgimento del personale di polizia penitenziaria a riprova della logica che guida l’operato dell’amministrazione penitenziaria.
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COMUNICATO – Esiti incontro del 12 marzo 2018: criteri di mobilità
Una riunione fiume, durata circa 6 ore, quella relativa alla mobilità e alla graduazione degli istituti incidentali rispetto alla mobilità ordinaria (legge 104, legge 151, art 36 contratto). Un fenomeno che riguarda circa 10000 persone. Molto diverse le posizioni in campo che hanno alimentato un lungo dibattito. Il Si.N.A.P.Pe, dal canto proprio, ha sottolineato come si tratti di una “graduazione” degli interessi che non tiene conto della forza normativa della fonte di riferimento: legge, dpr, pcd! Un approccio che fa altresì confusione fra gli effetti dei singoli istituti giuridici, volendo assimilare concettualmente provvedimenti definitivi (mobilità ordinaria e art.36) con provvedimenti temporanei (art 7, legge 104, legge 151). Questo il punto cardine dell’intervento del Si.N.A.P.Pe che ha invitato l’amministrazione a definire due percorsi separati e paralleli, riconoscendo la preminenza e il valore delle prerogative legislative e contrattuali, così da riempire di contenuti quel “con priorità” previsto dal contratto con riferimento agli articoli 36 e “ove possibile” previsto dalla 104. Con riferimento al concetto dell’ove possibile non può essere interpretato come posizione vacante ma come bilanciamento delle contrapposte esigenze, quindi con assegnazione anche in sovrannumero. A margine del proprio intervento il Si.N.A.P.Pe ha chiesto che venga dato corso alla mobilità dei sovrintendenti e degli ispettori prima del perfezionamento delle procedure del riordino. In apertura dell’incontro sono state presentate le nuove insegne di qualifica. Nel merito il Si.N.A.P.Pe ha stigmatizzato il mancato preventivo coinvolgimento del personale di polizia penitenziaria a riprova della logica che guida l’operato dell’amministrazione penitenziaria.
Vi terremo informati.
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