COMUNICATO – La Polizia Penitenziaria intercetta traffico di droga all’interno della Casa Circondariale di Verona – Si.N.A.P.Pe: eccellente operazione e lodevoli doti investigative del personale!
Era un sistema quasi “perfetto” quello messo a punto da uno sparuto gruppetto di detenuti all’interno della Casa Circondariale di Verona e intercettato dalla Polizia Penitenziaria. Un’indagine che si è conclusa con l’emanazione di ben 5 provvedimenti di custodia cautelare in carcere. Con l’ausilio di telefoni cellulari detenuti illegalmente, i reclusi contattavano all’esterno i “fornitori” che provvedevano a consegnare la merce ad un complice esterno che aveva anche lo strategico compito di “lanciare” le sostanze al di là del muro di cinta in corrispondenza del campo sportivo, ove altri adepti provvedevano a recuperare il bottino e smistarlo all’interno. Il tutto dietro lauto corrispettivo versato dai familiari degli avventori sul conto dei parenti dei novelli “imprenditori”. Il meccanismo non è sfuggito all’occhio attento della Polizia Penitenziaria che ha compiuto tutte le indagini del caso e che ha portato al risultato odierno. Un lavoro lungo e certosino che ha portato, attraverso l’esame dei tabulati telefonici, i pedinamenti e tutte le altre attività di indagine, a ricostruire l’intera rete criminale. Una brillante operazione che riceve il plauso del Si.N.A.P.Pe che, nel complimentarsi con il personale di Polizia Penitenziaria di Verona, ne sottolinea le non comuni doti investigative. Nell’auspicio che l’Amministrazione Centrale tributi ai protagonisti dell’attività investigativa in commento i riconoscimenti formali previsti dai Regolamenti.
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COMUNICATO – La Polizia Penitenziaria intercetta traffico di droga all’interno della Casa Circondariale di Verona – Si.N.A.P.Pe: eccellente operazione e lodevoli doti investigative del personale!
Era un sistema quasi “perfetto” quello messo a punto da uno sparuto gruppetto di detenuti all’interno della Casa Circondariale di Verona e intercettato dalla Polizia Penitenziaria. Un’indagine che si è conclusa con l’emanazione di ben 5 provvedimenti di custodia cautelare in carcere.
Con l’ausilio di telefoni cellulari detenuti illegalmente, i reclusi contattavano all’esterno i “fornitori” che provvedevano a consegnare la merce ad un complice esterno che aveva anche lo strategico compito di “lanciare” le sostanze al di là del muro di cinta in corrispondenza del campo sportivo, ove altri adepti provvedevano a recuperare il bottino e smistarlo all’interno. Il tutto dietro lauto corrispettivo versato dai familiari degli avventori sul conto dei parenti dei novelli “imprenditori”.
Il meccanismo non è sfuggito all’occhio attento della Polizia Penitenziaria che ha compiuto tutte le indagini del caso e che ha portato al risultato odierno.
Un lavoro lungo e certosino che ha portato, attraverso l’esame dei tabulati telefonici, i pedinamenti e tutte le altre attività di indagine, a ricostruire l’intera rete criminale.
Una brillante operazione che riceve il plauso del Si.N.A.P.Pe che, nel complimentarsi con il personale di Polizia Penitenziaria di Verona, ne sottolinea le non comuni doti investigative.
Nell’auspicio che l’Amministrazione Centrale tributi ai protagonisti dell’attività investigativa in commento i riconoscimenti formali previsti dai Regolamenti.
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