Si è discussa ieri – per una piccola parte del macrosistema – la materia degli organici extra moenia e nella trattazione di una tematica di grande complessità ci si trova a doversi anche confrontare con chi – a forza di comunicati bizzarri – alimenta la confusione sovrapponendo piani non sovrapponibili e affibbiando alle altre compagini sindacali filosofie che nulla hanno a che vedere con quanto sostenuto nelle sedi di contrattazione. E’ la solita vecchia storia del “o con me, o contro di me” per cui se non fai parte della neonata compagine sei quello a cui tirare fango addosso. È però forse il caso di chiarire alcuni concetti di fondo, basilari, elementari (che forse a qualche sindacalista sfuggono). L’Amministrazione si divide in centrale e periferica, ognuna con le proprie competenze. Pensare che la questione di Rebibbia (sicuramente carente ma non diversamente sofferente rispetto agli altri Istituti della penisola) debba essere trattata dall’Amministrazione Centrale è – francamente – un errore metodologico non da poco conto che di fatto squalificherebbe le competenze del Provveditore Regionale, condurrebbe ad una impropria se non addirittura inammissibile avocazione di competenze da parte del Capo del Dipartimento (o del Direttore Generale del Personale) e darebbe l’avvio ad una nuova stagione in cui tutte ed indistintamente le questioni relative all’organizzazione del lavoro e alla gestione delle risorse umane ed economiche dei singoli istituti (dalla Valle d’Aosta alla Sicilia) dovrebbero quindi essere trattate al Centro. Ora, sovrapporre la materia dell’extra moenia a quella dei penitenziari capitolini, francamente sembra alquanto bizzarro e certamente incauto, così come è incauto asserire che chi è fuori dal neonato fronte si sta muovendo nel solco di sanatorie o stabilizzazioni che vadano a depredare Rebibbia in favore degli Uffici Dipartimentali. Ci piacerebbe ricordare all’autore del documento che stiamo commentando come la filosofia è esattamente inversa e che la cura dimagrante interesserà gli Uffici centrali e periferici; una definizione degli organici produrrebbe una ripulitura delle piante organiche degli Istituti che di fatto amministrano risorse indisponibili…ma al di la di questo non può non ragionarsi su organizzazioni del lavoro che in alcuni casi (vedasi Rebibbia N.C.) per quanto frutto di contrattazioni non appaiono propriamente esempio di efficienza (200 unità a carica fissa – scarso apporto ai servizi d’Istituto – uso elevato del ricorso al lavoro straordinario). E’ su questo che si deve ragionare, in sede decentrata e con il coinvolgimento del Provveditore Regionale. L’auspico è che abbandonino elmetti e baionette contro una categoria e si ragioni per il buon funzionamento delle strutture, di tutte le strutture, siano esse penitenziarie in senso stretto o amministrative.
COMUNICATO – LA QUESTIONE DI REBIBBIA N.C. E VANEGGIAMENTI DELL’ULTIMA ORA!
Si è discussa ieri – per una piccola parte del macrosistema – la materia degli organici extra moenia e nella trattazione di una tematica di grande complessità ci si trova a doversi anche confrontare con chi – a forza di comunicati bizzarri – alimenta la confusione sovrapponendo piani non sovrapponibili e affibbiando alle altre compagini sindacali filosofie che nulla hanno a che vedere con quanto sostenuto nelle sedi di contrattazione. E’ la solita vecchia storia del “o con me, o contro di me” per cui se non fai parte della neonata compagine sei quello a cui tirare fango addosso. È però forse il caso di chiarire alcuni concetti di fondo, basilari, elementari (che forse a qualche sindacalista sfuggono). L’Amministrazione si divide in centrale e periferica, ognuna con le proprie competenze. Pensare che la questione di Rebibbia (sicuramente carente ma non diversamente sofferente rispetto agli altri Istituti della penisola) debba essere trattata dall’Amministrazione Centrale è – francamente – un errore metodologico non da poco conto che di fatto squalificherebbe le competenze del Provveditore Regionale, condurrebbe ad una impropria se non addirittura inammissibile avocazione di competenze da parte del Capo del Dipartimento (o del Direttore Generale del Personale) e darebbe l’avvio ad una nuova stagione in cui tutte ed indistintamente le questioni relative all’organizzazione del lavoro e alla gestione delle risorse umane ed economiche dei singoli istituti (dalla Valle d’Aosta alla Sicilia) dovrebbero quindi essere trattate al Centro. Ora, sovrapporre la materia dell’extra moenia a quella dei penitenziari capitolini, francamente sembra alquanto bizzarro e certamente incauto, così come è incauto asserire che chi è fuori dal neonato fronte si sta muovendo nel solco di sanatorie o stabilizzazioni che vadano a depredare Rebibbia in favore degli Uffici Dipartimentali. Ci piacerebbe ricordare all’autore del documento che stiamo commentando come la filosofia è esattamente inversa e che la cura dimagrante interesserà gli Uffici centrali e periferici; una definizione degli organici produrrebbe una ripulitura delle piante organiche degli Istituti che di fatto amministrano risorse indisponibili…ma al di la di questo non può non ragionarsi su organizzazioni del lavoro che in alcuni casi (vedasi Rebibbia N.C.) per quanto frutto di contrattazioni non appaiono propriamente esempio di efficienza (200 unità a carica fissa – scarso apporto ai servizi d’Istituto – uso elevato del ricorso al lavoro straordinario). E’ su questo che si deve ragionare, in sede decentrata e con il coinvolgimento del Provveditore Regionale. L’auspico è che abbandonino elmetti e baionette contro una categoria e si ragioni per il buon funzionamento delle strutture, di tutte le strutture, siano esse penitenziarie in senso stretto o amministrative.
Rebibbia NC e i vaneggiamenti dell’ultima ora
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