Non si arresta la sequela di disordini che interessa il penitenziario di Genova Marassi. Ancora una volta, al centro della questione, c’è un telefono cellulare, illegittimamente detenuto dai detenuti. Proprio al fine di ricercare oggetti non consentiti, è stata organizzata nella tarda serata di ieri una perquisizione straordinaria, sapientemente condotta dalla Polizia Penitenziaria, che ha portato in effetti al ritrovamento e relativo sequestro dell’ennesimo telefono cellulare in una camera della seconda sezione! Un reparto “problematico” all’interno del quale il personale lavora in un clima di costante e condivisibile preoccupazione. L’operazione non ha trovato il gradimento dei detenuti che hanno posto in essere vibranti proteste, tutt’altro che pacifiche. Si è assistito al lancio di bombolette di gas e oggetti vari scagliati violentemente lungo il corridoio della sezione, con grave compromissione per l’ordine e la sicurezza. “Genova, negli ultimi anni, sta diventando la replica di sé stessa – denuncia Mauro Mondolivo Di Trani, coordinatore regionale Si.N.AP.Pe. Il ciclico ripetersi degli eventi critici, tutti della stessa natura e tutti legati alle stesse motivazioni, ci allarma! Non costituisce il segnale di un problema, ma la prova provata della sua esistenza. Si cambi rotta prima che sia troppo tardi!”
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COMUNICATO – L’INFERNO DI MARASSI: Ancora disordini!
Non si arresta la sequela di disordini che interessa il penitenziario di Genova Marassi. Ancora una volta, al centro della questione, c’è un telefono cellulare, illegittimamente detenuto dai detenuti. Proprio al fine di ricercare oggetti non consentiti, è stata organizzata nella tarda serata di ieri una perquisizione straordinaria, sapientemente condotta dalla Polizia Penitenziaria, che ha portato in effetti al ritrovamento e relativo sequestro dell’ennesimo telefono cellulare in una camera della seconda sezione! Un reparto “problematico” all’interno del quale il personale lavora in un clima di costante e condivisibile preoccupazione. L’operazione non ha trovato il gradimento dei detenuti che hanno posto in essere vibranti proteste, tutt’altro che pacifiche. Si è assistito al lancio di bombolette di gas e oggetti vari scagliati violentemente lungo il corridoio della sezione, con grave compromissione per l’ordine e la sicurezza. “Genova, negli ultimi anni, sta diventando la replica di sé stessa – denuncia Mauro Mondolivo Di Trani, coordinatore regionale Si.N.AP.Pe. Il ciclico ripetersi degli eventi critici, tutti della stessa natura e tutti legati alle stesse motivazioni, ci allarma! Non costituisce il segnale di un problema, ma la prova provata della sua esistenza. Si cambi rotta prima che sia troppo tardi!”
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