A rilento e con tutta calma è arrivata la tanto attesa convocazione per gli aggiornamenti sul progetto riordinamentale anche per le Organizzazioni Sindacali della Polizia Penitenziaria. E se Minniti e la Pinotti hanno provveduto ad interloquire con le rappresentanze di loro pertinenza, stesso merito non può riconoscersi ad Orlando che ha preferito delegare la trattazione della materia al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Giunge così la convocazione per il prossimo 13 febbraio! Cosa attenderci da questo incontro? Probabilmente nulla di più che qualche conferma che faccia pseudo chiarezza sulla ridda di voci che si inseguono e sovrappongono. Quello che indigna, però, è che di una partita prettamente politica, la Polizia Penitenziaria venga privata della possibilità – riconosciuta alle altre forze di polizia – di interloquire con il referente politico in seno al Governo. Il Presidente Santi Consolo, infatti, nella giornata di lunedì 13 potrà limitarsi a fare da “ambasciatore” di risultanze di lavori tecnici (per grandi linee già noti attraverso i più disparati canali informali) che abbiamo già definito inaccettabili. Un progetto di riordino che non ci piace – come andiamo dicendo da sempre – perché improntato a logiche inverse rispetto alla valorizzazione della base (rivendicazione rispetto alla quale il Si.N.A.P.Pe non intende retrocedere di un passo), ma del quale ci troveremo a discutere con una autorità amministrativa che non ha incidenza nelle scelte politiche sottese al progetto. Di che cosa stiamo dunque parlando? Si tratterà di un nuovo simposio, di un nuovo momento di confronto e nella migliore delle ipotesi di un momento di informazione, dove magari si svelerà il “grande segreto” legato al riordino delle carriere. Ma in tutto questo, il Ministro dov’è?
Forse troppo intento a dimenarsi nelle dinamiche interne al Partito per poter prestare
attenzione al mondo della Polizia Penitenziaria, o semplicemente per “ascoltare” cosa
abbiam da dire; svariate richieste di convocazione rimaste lettera morta!
In un momento strategico per la storia del Corpo, in cui per altro non ci sentiamo
rappresentati dai componenti dei tavoli strategico e tecnico, la nostra garanzia sarebbe
dovuta essere l’interlocuzione con il nostro Ministro, ed invece – figli di un Dio minore –
dobbiamo “accontentarci” di interlocuzioni per interposta persona nella speranza che le
risultanze dell’incontro, riferite ai governanti di via Arenula, giungano al Governo e trovino
sostegno attraverso l’azione forse maggiormente illuminata degli altri Ministri coinvolti.
Questa posizione di non celata indignazione sarà rappresentata anche al Capo del DAP
in sede di incontro il prossimo 13 febbraio
Ci riserviamo di aggiornarvi sugli sviluppi
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COMUNICATO – Riordino delle Carriere “Ambasciator non porta pena” – E il Ministro dov’è?
A rilento e con tutta calma è arrivata la tanto attesa convocazione per gli aggiornamenti sul progetto riordinamentale anche per le Organizzazioni Sindacali della Polizia Penitenziaria. E se Minniti e la Pinotti hanno provveduto ad interloquire con le rappresentanze di loro pertinenza, stesso merito non può riconoscersi ad Orlando che ha preferito delegare la trattazione della materia al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Giunge così la convocazione per il prossimo 13 febbraio! Cosa attenderci da questo incontro? Probabilmente nulla di più che qualche conferma che faccia pseudo chiarezza sulla ridda di voci che si inseguono e sovrappongono. Quello che indigna, però, è che di una partita prettamente politica, la Polizia Penitenziaria venga privata della possibilità – riconosciuta alle altre forze di polizia – di interloquire con il referente politico in seno al Governo. Il Presidente Santi Consolo, infatti, nella giornata di lunedì 13 potrà limitarsi a fare da “ambasciatore” di risultanze di lavori tecnici (per grandi linee già noti attraverso i più disparati canali informali) che abbiamo già definito inaccettabili. Un progetto di riordino che non ci piace – come andiamo dicendo da sempre – perché improntato a logiche inverse rispetto alla valorizzazione della base (rivendicazione rispetto alla quale il Si.N.A.P.Pe non intende retrocedere di un passo), ma del quale ci troveremo a discutere con una autorità amministrativa che non ha incidenza nelle scelte politiche sottese al progetto. Di che cosa stiamo dunque parlando? Si tratterà di un nuovo simposio, di un nuovo momento di confronto e nella migliore delle ipotesi di un momento di informazione, dove magari si svelerà il “grande segreto” legato al riordino delle carriere. Ma in tutto questo, il Ministro dov’è?
Forse troppo intento a dimenarsi nelle dinamiche interne al Partito per poter prestare
attenzione al mondo della Polizia Penitenziaria, o semplicemente per “ascoltare” cosa
abbiam da dire; svariate richieste di convocazione rimaste lettera morta!
In un momento strategico per la storia del Corpo, in cui per altro non ci sentiamo
rappresentati dai componenti dei tavoli strategico e tecnico, la nostra garanzia sarebbe
dovuta essere l’interlocuzione con il nostro Ministro, ed invece – figli di un Dio minore –
dobbiamo “accontentarci” di interlocuzioni per interposta persona nella speranza che le
risultanze dell’incontro, riferite ai governanti di via Arenula, giungano al Governo e trovino
sostegno attraverso l’azione forse maggiormente illuminata degli altri Ministri coinvolti.
Questa posizione di non celata indignazione sarà rappresentata anche al Capo del DAP
in sede di incontro il prossimo 13 febbraio
Ci riserviamo di aggiornarvi sugli sviluppi
170208_Riordino_convocazione del 13 febbraio
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