Il tempo delle parole è finito, ora si passa ai fatti
Si è concluso ieri, e male, quello che doveva essere il momento di raffreddamento del conflitto di cui allo stato di agitazione intrapreso dalle scriventi OO.SS. da ormai più di un mese. Raffreddamento che ricordiamo iniziato con il primo incontro dello scorso 11 aprile con il Provveditore Regionale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e che dopo quasi una settimana ci si aspettava da questi una risposta concreta al malessere da tempo denunciato del personale del Corpo di polizia penitenziaria del Piemonte. In data 17 aprile 2019, le scriventi OO.SS., deluse sul piano del dialogo con il Provveditore regionale, non resta che la strada della mobilitazione già preannunciata nei precedenti comunicati con le modalità di manifestazioni annunciate. Le Organizzazioni Sindacali SAPPE, OSAPP, UIL PA PP, SINAPPE, FNS CISL, USPP e CGIL FP, negli ultimi anni, si sono prodigate per cercare di costruire con l’Amministrazione Regionale, con ogni mezzo a disposizione (missive, contatti telefonici, incontri vis-à-vis eccetera), un dialogo produttivo al fine di trovare delle soluzioni condivise alle annose problematiche emerse nei diversi istituti del distretto e del Provveditorato. Lo stesso P.I.D. (Protocollo d’Intesa Distrettuale) è stato sottoscritto tra le parti con questo intento.
OGNI SFORZO, TUTTAVIA, SI È RIVELATO VANO (sic!) Ennesima conferma dell’immobilismo assunto dal Provveditore è il comportamento tenuto dalla stesso nella riunione di ieri, dove, ancora una volta, nonostante i ripetuti solleciti da parte delle scriventi OO.SS., il Provveditore ha omesso di prendere qualsivoglia posizione (se non su aspetti marginali) in merito alle difficoltà che il personale del Corpo si trova a dover affrontare quotidianamente durante la giornata lavorativa. Come già più volte denunciato nei precedenti comunicati, la situazione a livello regionale sta raggiungendo soglie intollerabili per i Poliziotti Penitenziari, i quali si trovano a dover prestare servizio in condizioni di pericolo per la loro incolumità e integrità psicofísica. E, se i poliziotti penitenziari sono in difficoltà e in pericolo, vuoldire, che lo Stato è in difficoltà e in pericolo. E se lo Stato è in pericolo, vuol dire che non è garantita la legalità. Al sovraffollamento e alle aggressioni verbali e fisiche, si sommano la cronica carenza di personale, la vetustà degli alloggi e dei mezzi messi a disposizione. Inoltre con questo Provveditore, si è registrato un aumento dei procedimenti disciplinari nei confronti del personale;una non oggettiva valutazione e in pejus della scheda di valutazione di fine anno del personale influendo negativamente sugli avanzamenti di carriera e di riqualificazione; il mancato riscontro ai comunicati sindacali, e, non da ultimo, quale dirigente generale, la mancata vigilanza sul rispetto degli accordi sindacali da parte dei direttori degli II.PP. del distretto.
IN POCHE PAROLE UN PAUROSO CAOS SU TUTTI I FRONTI. L’obiettivo perseguito da queste sigle sindacali era quello di portare all’attenzione del Provveditore le summenzionate rilevanti problematiche al fine di ottenere, cosa che tuttavia non è avvenuta, un pronto intervento correttivo a sostegno di questo personale che ogni giorno si prodiga per adempiere al proprio dovere. Per tutti questi motivi, le scriventi OO.SS., in segno di protesta, a seguito dell’incontro avvenuto in data 17 aprile 2019, oltre a proseguire nello stato di agitazione interrompendo le trattative sindacali con questo Provveditore e con le direzioni degli II.PP. della Regione, hanno ritirato la firma dal P.I.D. sottoscritto lo scorso 18 dicembre 2018 significandone l’inutilità essendo venuto meno il rispetto delle regole ivi contenute da parte dell’Amministrazione.
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Comunicato unitario – Stato di agitazione delle OO.SS. del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta
Il tempo delle parole è finito, ora si passa ai fatti
Si è concluso ieri, e male, quello che doveva essere il momento di raffreddamento del conflitto di cui allo stato di agitazione intrapreso dalle
scriventi OO.SS. da ormai più di un mese.
Raffreddamento che ricordiamo iniziato con il primo incontro dello scorso 11 aprile con il Provveditore Regionale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e che dopo quasi una settimana ci si aspettava da questi una risposta concreta al malessere da tempo denunciato del personale del Corpo di polizia penitenziaria del Piemonte.
In data 17 aprile 2019, le scriventi OO.SS., deluse sul piano del dialogo con il Provveditore regionale, non resta che la strada della mobilitazione già preannunciata nei precedenti comunicati con le modalità di manifestazioni annunciate.
Le Organizzazioni Sindacali SAPPE, OSAPP, UIL PA PP, SINAPPE, FNS CISL, USPP e CGIL FP, negli ultimi anni, si sono prodigate per cercare di costruire con l’Amministrazione Regionale, con ogni mezzo a disposizione (missive, contatti telefonici, incontri vis-à-vis eccetera), un dialogo produttivo al fine di trovare delle soluzioni condivise alle annose problematiche emerse nei diversi istituti del distretto e del Provveditorato.
Lo stesso P.I.D. (Protocollo d’Intesa Distrettuale) è stato sottoscritto tra le
parti con questo intento.
OGNI SFORZO, TUTTAVIA, SI È RIVELATO VANO (sic!)
Ennesima conferma dell’immobilismo assunto dal Provveditore è il comportamento tenuto dalla stesso nella riunione di ieri, dove, ancora una volta, nonostante i ripetuti solleciti da parte delle scriventi OO.SS., il Provveditore ha omesso di prendere qualsivoglia posizione (se non su aspetti marginali) in merito alle difficoltà che il personale del Corpo si trova a dover affrontare quotidianamente durante la giornata lavorativa. Come già più volte denunciato nei precedenti comunicati, la situazione a livello regionale sta raggiungendo soglie intollerabili per i Poliziotti Penitenziari, i quali si trovano a dover prestare servizio in condizioni di pericolo per la loro incolumità e integrità psicofísica.
E, se i poliziotti penitenziari sono in difficoltà e in pericolo, vuoldire, che lo Stato è in difficoltà e in pericolo. E se lo Stato è in pericolo, vuol dire che non è garantita la legalità.
Al sovraffollamento e alle aggressioni verbali e fisiche, si sommano la cronica carenza di personale, la vetustà degli alloggi e dei mezzi messi a disposizione.
Inoltre con questo Provveditore, si è registrato un aumento dei procedimenti disciplinari nei confronti del personale;una non oggettiva valutazione e in pejus della scheda di valutazione di fine anno del personale influendo negativamente sugli avanzamenti di carriera e di riqualificazione; il mancato riscontro ai comunicati sindacali, e, non da ultimo, quale dirigente generale, la mancata vigilanza sul rispetto degli accordi sindacali da parte dei direttori degli II.PP. del distretto.
IN POCHE PAROLE UN PAUROSO CAOS SU TUTTI I FRONTI.
L’obiettivo perseguito da queste sigle sindacali era quello di portare all’attenzione del Provveditore le summenzionate rilevanti problematiche al fine di ottenere, cosa che tuttavia non è avvenuta, un pronto intervento correttivo a sostegno di questo personale che ogni giorno si prodiga per adempiere al proprio dovere.
Per tutti questi motivi, le scriventi OO.SS., in segno di protesta, a seguito dell’incontro avvenuto in data 17 aprile 2019, oltre a proseguire nello stato di agitazione interrompendo le trattative sindacali con questo Provveditore e con le direzioni degli II.PP. della Regione, hanno ritirato la firma dal P.I.D. sottoscritto lo scorso 18 dicembre 2018 significandone l’inutilità essendo venuto meno il rispetto delle regole ivi contenute da parte dell’Amministrazione.
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