COMUNICATO – Video chiamate detenuti ed esigenze di riservatezza – Intervento del garante nazionale privacy e del garante delle persone private della liberta’
Con comunicato dello scorso 9 aprile, il Garante della Privacy e quello delle persone private della libertà – in un comunicato congiunto – hanno inteso mettere in risalto le esigenze di riservatezza anche in relazione alle nuove modalità di effettuazione dei colloqui (videochiamate). La pronuncia pare muovere da segnalazioni di episodi di video telefonate nelle quali “parrebbe” non siano state rispettate le esigenze di riservatezza degli interlocutori. A tal proposito il SiNAPPe tiene a sottolineare come la predetta pronuncia nulla innova ponendosi in linea con i dettami che il Regolamento di Servizio (che la Polizia Penitenziaria osserva scrupolosamente) indica in fatto di vigilanza dei colloqui! Come è noto – prosegue il Si.N.A.P.Pe – le videochiamate tramite Skype sono state pensate per facilitare le relazioni familiari dei detenuti e garantire le loro esigenze affettive. È fondamentale che dette operazioni si svolgano nella massima sicurezza; dal punto di vista giuridico la videochiamata viene equiparata ai colloqui ordinari (per ciò che concerne autorizzazioni, durata e controllo) ed è noto come il personale di Polizia Penitenziaria ha il compito di svolgere un controllo visivo (e non auditivo) ai soli fini della garanzia e del mantenimento della sicurezza! Per altro l’esperienza sul campo ci ha insegnato che in non pochi casi la presenza del personale è stata richiesta proprio dai detenuti stessi, al fine di risolvere problematiche connesse al collegamento internet o altri disguidi che immancabilmente possono verificarsi durante l’uso delle apparecchiature mobili messe a disposizione per le suddette chiamate. In conclusione, dunque, la raccomandazione in commento può agevolmente definirsi come un “aggiornamento” di regole che per gli addetti ai lavori erano già immanenti ed insite nelle previsioni del Regolamento di Servizio di cui certamente urge un’attualizzazione. Ci auguriamo la medesima solerzia dei garanti in relazione agli usi distorti che la popolazione detenuta sta compiendo dei mezzi di comunicazione (vedasi i molteplici filmati sulla piattaforma tik tok).
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COMUNICATO – Video chiamate detenuti ed esigenze di riservatezza – Intervento del garante nazionale privacy e del garante delle persone private della liberta’
Con comunicato dello scorso 9 aprile, il Garante della Privacy e quello delle persone private della libertà – in un comunicato congiunto – hanno inteso mettere in risalto le esigenze di riservatezza anche in relazione alle nuove modalità di effettuazione dei colloqui (videochiamate). La pronuncia pare muovere da segnalazioni di episodi di video telefonate nelle quali “parrebbe” non siano state rispettate le esigenze di riservatezza degli interlocutori. A tal proposito il SiNAPPe tiene a sottolineare come la predetta pronuncia nulla innova ponendosi in linea con i dettami che il Regolamento di Servizio (che la Polizia Penitenziaria osserva scrupolosamente) indica in fatto di vigilanza dei colloqui! Come è noto – prosegue il Si.N.A.P.Pe – le videochiamate tramite Skype sono state pensate per facilitare le relazioni familiari dei detenuti e garantire le loro esigenze affettive. È fondamentale che dette operazioni si svolgano nella massima sicurezza; dal punto di vista giuridico la videochiamata viene equiparata ai colloqui ordinari (per ciò che concerne autorizzazioni, durata e controllo) ed è noto come il personale di Polizia Penitenziaria ha il compito di svolgere un controllo visivo (e non auditivo) ai soli fini della garanzia e del mantenimento della sicurezza! Per altro l’esperienza sul campo ci ha insegnato che in non pochi casi la presenza del personale è stata richiesta proprio dai detenuti stessi, al fine di risolvere problematiche connesse al collegamento internet o altri disguidi che immancabilmente possono verificarsi durante l’uso delle apparecchiature mobili messe a disposizione per le suddette chiamate. In conclusione, dunque, la raccomandazione in commento può agevolmente definirsi come un “aggiornamento” di regole che per gli addetti ai lavori erano già immanenti ed insite nelle previsioni del Regolamento di Servizio di cui certamente urge un’attualizzazione. Ci auguriamo la medesima solerzia dei garanti in relazione agli usi distorti che la popolazione detenuta sta compiendo dei mezzi di comunicazione (vedasi i molteplici filmati sulla piattaforma tik tok).
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