Non ha nulla di rassicurante la posizione espressa da parte pubblica nel corso dell’ennesima riunione per la revisione delle piante organiche, tanto che a forza di “inventare” soluzioni che hanno piuttosto il sapore dei palliativi, si rischia di destrutturare l’attuale funzionamento di un delicato settore qual è quelli dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti. Nel corso dell’incontro di ieri è, infatti, emersa la volontà di procedere alla cancellazione dei nuclei che ad oggi contano fino a 15 unità, facendoli “regredire” ad unità operative del reparto, con annessa perdita di autonomie, coordinamento e chances in termini di posti di funzione. Il pericoloso percorso che si sta tracciando condurrebbe, secondo l’amministrazione, al “recupero” di 621 unità (che corrisponde teoricamente alla chiusura di circa 41 NTP) anche se tale recupero sarebbe unicamente virtuale rimanendo comunque in piedi di servizi da espletare tanto di traduzione che di piantonamenti. Molteplici e ferme sono state le eccezioni mosse dal Si.N.A.P.Pe in merito un tale progetto che di certo pecca di lungimiranza e che risulta essere carente anche dal punto di vista del “ragionamento matematico”. Se nel corso dell’anno i nuclei di tutta Italia hanno consumato 1milione e 95mila ore di lavoro straordinario (per una spesa che si aggira intorno ai 37 milioni di euro), questi numeri colossali non possono che essere lo specchio di un sottodimensionamento dei Nuclei, che necessita di incremento, oltre che di una ferma posizione di argine al “pendolarismo” detentivo. È su queste misure che si deve ragionare, per ottimizzare il lavoro del poliziotto penitenziario. Si pensi ai sistemi di partecipazione a distanza alle udienze giudiziari, si porti la sanità all’interno del carcere e non viceversa. Non ci convince l’idea che si vuole percorrere, che insabbia un percorso di professionalizzazione e specificità che fino ad oggi è stato condotto con i sacrifici del personale; ancor più non ci convince per le contraddizioni che si rilevano in relazione alle previsioni del “Decreto Severino” sui Nuclei, sulla mancata revisione triennale degli organici dei Nuclei ad opera del Capo del Dipartimento (previsto dalla norma e mai attuato). E ancora, non si può accettare una tale impostazione che pare generare ragionamenti “bipolari” e fra loro incompatibili: da un lato un processo riordinamentale che vuole spingere il Corpo verso l’alto creando figure apicali, dall’altro una destrutturazione degli assetti, a partire proprio da quelli apicali. Le insoddisfazioni e le perplessità rispetto a questo metodo di revisione delle dotazioni organiche saranno rappresentate dal Si.N.A.P.Pe anche agli interlocutori politici già nella giornata di domani nell’incontro con il Sottosegretario Morrone. La polizia penitenziaria ha bisogno di investimenti, seri, concreti, tangibili! Il prossimo incontro sul punto si terrà il 30 luglio. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi
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DOTAZIONI ORGANICHE DEL CORPO – Proseguono i lavori! Si.N.A.P.Pe: si sta andando verso una pericolosa ed inefficace destrutturazione dei Nuclei!
Non ha nulla di rassicurante la posizione espressa da parte pubblica nel corso dell’ennesima riunione per la revisione delle piante organiche, tanto che a forza di “inventare” soluzioni che hanno piuttosto il sapore dei palliativi, si rischia di destrutturare l’attuale funzionamento di un delicato settore qual è quelli dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti.
Nel corso dell’incontro di ieri è, infatti, emersa la volontà di procedere alla cancellazione dei nuclei che ad oggi contano fino a 15 unità, facendoli “regredire” ad unità operative del reparto, con annessa perdita di autonomie, coordinamento e chances in termini di posti di funzione.
Il pericoloso percorso che si sta tracciando condurrebbe, secondo l’amministrazione, al “recupero” di 621 unità (che corrisponde teoricamente alla chiusura di circa 41 NTP) anche se tale recupero sarebbe unicamente virtuale rimanendo comunque in piedi di servizi da espletare tanto di traduzione che di piantonamenti.
Molteplici e ferme sono state le eccezioni mosse dal Si.N.A.P.Pe in merito un tale progetto che di certo pecca di lungimiranza e che risulta essere carente anche dal punto di vista del “ragionamento matematico”.
Se nel corso dell’anno i nuclei di tutta Italia hanno consumato 1milione e 95mila ore di lavoro straordinario (per una spesa che si aggira intorno ai 37 milioni di euro), questi numeri colossali non possono che essere lo specchio di un sottodimensionamento dei Nuclei, che necessita di incremento, oltre che di una ferma posizione di argine al “pendolarismo” detentivo.
È su queste misure che si deve ragionare, per ottimizzare il lavoro del poliziotto penitenziario. Si pensi ai sistemi di partecipazione a distanza alle udienze giudiziari, si porti la sanità all’interno del carcere e non viceversa. Non ci convince l’idea che si vuole percorrere, che insabbia un percorso di professionalizzazione e specificità che fino ad oggi è stato condotto con i sacrifici del personale; ancor più non ci convince per le contraddizioni che si rilevano in relazione alle previsioni del “Decreto Severino” sui Nuclei, sulla mancata revisione triennale degli organici dei Nuclei ad opera del Capo del Dipartimento (previsto dalla norma e mai attuato).
E ancora, non si può accettare una tale impostazione che pare generare ragionamenti “bipolari” e fra loro incompatibili: da un lato un processo riordinamentale che vuole spingere il Corpo verso l’alto creando figure apicali, dall’altro una destrutturazione degli assetti, a partire proprio da quelli apicali.
Le insoddisfazioni e le perplessità rispetto a questo metodo di revisione delle dotazioni organiche saranno rappresentate dal Si.N.A.P.Pe anche agli interlocutori politici già nella giornata di domani nell’incontro con il Sottosegretario Morrone. La polizia penitenziaria ha bisogno di investimenti, seri, concreti, tangibili!
Il prossimo incontro sul punto si terrà il 30 luglio.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi
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