“La Corte Costituzionale, in relazione alle questioni di legittimità costituzionale sollevate con le ordinanze R.O. n. 76/2014 e R.O. n. 125/2014, ha dichiarato, con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato. La Corte ha respinto le restanti censure proposte.”
Così recita il tanto atteso comunicato ufficiale della Consulta, chiamata ad esprimersi sulla legittimità costituzionale del blocco dei contratti del pubblico impiego, inserito dai vari Governi per il risanamento di conti pubblici e che si trascina da un quinquennio.
Nessun effetto retroattivo: la sentenza parla infatti di illegittimità sopravvenuta, facendo così salvi gli effetti di ciò che è stato, tradottisi in una perdita importante del potere d’acquisto degli stipendi degli oltre tre miliardi di dipendenti pubblici.
Ma se da un lato non v’è rimedio ai danni del passato, dall’altro si guarda al futuro, all’immediato futuro! La sentenza infatti pare obbligare ad una indifferibile riapertura della partita dei contratti, avendo la stessa efficacia sin dalla data della sua pubblicazione, attesa già nei prossimi giorni.
Si tratta di un piccolo passo ma di una grande vittoria che si aggiunge agli esiti positivi della battaglia condotta la scorsa estate, con tenacia dalle Organizzazioni Sindacali in una forte contrapposizione con il Governo, che ha portato all’eliminazione del blocco degli emolumenti legati alle progressioni in carriera per il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, in maniera strutturale dal gennaio 2015.
Appresa la notizia, il Si.N.A.P.Pe ha già inviato formale corrispondenza al Ministro per la Funzione Pubblica mirante a sollecitare l’urgente apertura del tavolo di contrattazione.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi
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IL BLOCCO DEI CONTRATTI DEI DIPENDENTI PUBBLICI E’ ILLEGITTIMO: LO HA STABILITO LA CORTE COSTITUZIONALE
“La Corte Costituzionale, in relazione alle questioni di legittimità costituzionale sollevate con le ordinanze R.O. n. 76/2014 e R.O. n. 125/2014, ha dichiarato, con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato. La Corte ha respinto le restanti censure proposte.”
Così recita il tanto atteso comunicato ufficiale della Consulta, chiamata ad esprimersi sulla legittimità costituzionale del blocco dei contratti del pubblico impiego, inserito dai vari Governi per il risanamento di conti pubblici e che si trascina da un quinquennio.
Nessun effetto retroattivo: la sentenza parla infatti di illegittimità sopravvenuta, facendo così salvi gli effetti di ciò che è stato, tradottisi in una perdita importante del potere d’acquisto degli stipendi degli oltre tre miliardi di dipendenti pubblici.
Ma se da un lato non v’è rimedio ai danni del passato, dall’altro si guarda al futuro, all’immediato futuro! La sentenza infatti pare obbligare ad una indifferibile riapertura della partita dei contratti, avendo la stessa efficacia sin dalla data della sua pubblicazione, attesa già nei prossimi giorni.
Si tratta di un piccolo passo ma di una grande vittoria che si aggiunge agli esiti positivi della battaglia condotta la scorsa estate, con tenacia dalle Organizzazioni Sindacali in una forte contrapposizione con il Governo, che ha portato all’eliminazione del blocco degli emolumenti legati alle progressioni in carriera per il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, in maniera strutturale dal gennaio 2015.
Appresa la notizia, il Si.N.A.P.Pe ha già inviato formale corrispondenza al Ministro per la Funzione Pubblica mirante a sollecitare l’urgente apertura del tavolo di contrattazione.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi
160_150625_Comunicato illegittimità blocco contratti
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