Egr. Provveditore, la questione relativa alle carenze organiche è argomento condiviso con pari patema da tutti gli istituti del territorio nazionale, ma in alcuni casi raggiunge picchi importanti che rischiano di mettere a dura prova la tenuta del sistema locale. Fra questi si annovera la più volte denunciata situazione in cui versa il penitenziario ducale. Una situazione si assoluta criticità che induce la Segreteria Provinciale del Si.N.A.P.Pe a proclamare lo stato di agitazione al fine di tenera alta l’attenzione dell’Amministrazione sullo status quo. Nello specifico, come anche si legge nella nota n. 29 della Segreteria Provinciale, le condizioni lavorative sono divenute pressoché drammatiche, come dimostra l’aumento turni con previsione di lavoro straordinario, la revoca dei riposi, l’accorpamento posti di servizio, la riduzione del numero degli addetti presso imprescindibili presidi di sicurezza ( block house, portineria centrale ed muro di cinta) Una carenza che non risparmia anche il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti, i cui addetti svolgono, sempre con maggiore frequenza, turni di 12 ore e più anche presso luoghi esterni di cura.
La denuncia dell’articolazione territoriale del Si.N.A.P.Pe, chiara e puntuale, fa esaltare il concetto secondo il quale la pratica dell’accorpamento dei posti di servizio sia ormai diventata costante nella quotidianità gestionale, con tutti i rischi che ne derivano, non essendo esclusi da tale prassi nemmeno i reparti detentivi; inoltre pone in uno stretto legame di correlazione il crescente dato degli eventi critici, con la carenza organica che non consente quella attenta gestione della popolazione detenuta che le ragioni di sicurezza richiedono. Partendo dalla disamina dei dati, si chiede la gerenza del Provveditore Regionale affinchè sapientemente dia quelle direttive che siano capaci di conciliare le esigenze trattamentali (che pure drenano risorse umane) con le esigenze di sicurezza (precarie, nello scenario innanzi descritto). Al fine di contenere lo stato di agitazione dichiarato, l’invito che questa Segreteria Generale rivolge a codesto Provveditore è quello di un intervento perorativo presso gli Uffici Dipartimentali, a cui pure la presente è diretta, affinchè – attraverso una analisi tecnica del dato relativo all’organico effettivo presso gli istituti Penali di Parma – si provveda a fotografare la carenza e ad integrare l’organico, magari restituendo in via d’urgenza quel personale distaccato per esigenze dell’Amministrazione. Si resta in attesa di conoscere le determinazioni che saranno assunte e si porgono distinti saluti.
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Istituti Penali di Parma – gravi carenze organiche _ proclamazione dello stato di agitazione
Egr. Provveditore, la questione relativa alle carenze organiche è argomento condiviso con pari patema da tutti gli istituti del territorio nazionale, ma in alcuni casi raggiunge picchi importanti che rischiano di mettere a dura prova la tenuta del sistema locale. Fra questi si annovera la più volte denunciata situazione in cui versa il penitenziario ducale. Una situazione si assoluta criticità che induce la Segreteria Provinciale del Si.N.A.P.Pe a proclamare lo stato di agitazione al fine di tenera alta l’attenzione dell’Amministrazione sullo status quo. Nello specifico, come anche si legge nella nota n. 29 della Segreteria Provinciale, le condizioni lavorative sono divenute pressoché drammatiche, come dimostra l’aumento turni con previsione di lavoro straordinario, la revoca dei riposi, l’accorpamento posti di servizio, la riduzione del numero degli addetti presso imprescindibili presidi di sicurezza ( block house, portineria centrale ed muro di cinta) Una carenza che non risparmia anche il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti, i cui addetti svolgono, sempre con maggiore frequenza, turni di 12 ore e più anche presso luoghi esterni di cura.
La denuncia dell’articolazione territoriale del Si.N.A.P.Pe, chiara e puntuale, fa esaltare il concetto secondo il quale la pratica dell’accorpamento dei posti di servizio sia ormai diventata costante nella quotidianità gestionale, con tutti i rischi che ne derivano, non essendo esclusi da tale prassi nemmeno i reparti detentivi; inoltre pone in uno stretto legame di correlazione il crescente dato degli eventi critici, con la carenza organica che non consente quella attenta gestione della popolazione detenuta che le ragioni di sicurezza richiedono. Partendo dalla disamina dei dati, si chiede la gerenza del Provveditore Regionale affinchè sapientemente dia quelle direttive che siano capaci di conciliare le esigenze trattamentali (che pure drenano risorse umane) con le esigenze di sicurezza (precarie, nello scenario innanzi descritto). Al fine di contenere lo stato di agitazione dichiarato, l’invito che questa Segreteria Generale rivolge a codesto Provveditore è quello di un intervento perorativo presso gli Uffici Dipartimentali, a cui pure la presente è diretta, affinchè – attraverso una analisi tecnica del dato relativo all’organico effettivo presso gli istituti Penali di Parma – si provveda a fotografare la carenza e ad integrare l’organico, magari restituendo in via d’urgenza quel personale distaccato per esigenze dell’Amministrazione. Si resta in attesa di conoscere le determinazioni che saranno assunte e si porgono distinti saluti.
Istituti Penali di Parma – gravi carenze organiche _ proclamazione dello stato di agitazione
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