Come Corpo di Polizia siamo vocati allo spirito di appartenenza, che passa senza ombra di dubbio anche attraverso “l’identità e l’identificazione” che trova tanto la sua base quanto il proprio apice in un’uniforme che indossiamo con onore ed orgoglio.
Sono queste le parole di apertura dell’esortazione che il dott. Roberto Santini, Segretario Generale del Si.N.A.P.Pe, consegna a tutto il personale del Corpo.
“Nonostante tutti condividiamo lo stesso amore per la nostra uniforme che indossiamo con vanto, troppo spesso si assiste a poco opportune “personalizzazioni” della stessa. Troppe sono le volte in cui ci siamo imbattuti in nastrini, scudetti, mostrine, spillette e fregi vari persino con il richiamo al reparto di appartenenza, ma che nulla hanno a che vedere con le disposizioni ministeriali sul punto”.
“L’amministrazione penitenziaria ha di certo le proprie responsabilità – tuona Santini – con i suoi ritardi ad esempio nella distribuzione delle nuove insegne di qualifica; ciò tuttavia non autorizza il poliziotto penitenziario ad agire in proprio, così esponendosi a violazioni disciplinari dall’esito scontato”.
“E’ per questi motivi – chiosa il leader del Si.N.A.P.Pe – e per il sommo rispetto per la nostra uniforme che esorto il personale tutto ad attenersi scrupolosamente ai decreti e ai regolamenti in materia evitando di adornare la divisa con qualsivoglia “ninnolo” non autorizzato”
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L’uniforme di servizio: identità, appartenenza, responsabilità!
Come Corpo di Polizia siamo vocati allo spirito di appartenenza, che passa senza ombra di dubbio anche attraverso “l’identità e l’identificazione” che trova tanto la sua base quanto il proprio apice in un’uniforme che indossiamo con onore ed orgoglio.
Sono queste le parole di apertura dell’esortazione che il dott. Roberto Santini, Segretario Generale del Si.N.A.P.Pe, consegna a tutto il personale del Corpo.
“Nonostante tutti condividiamo lo stesso amore per la nostra uniforme che indossiamo con vanto, troppo spesso si assiste a poco opportune “personalizzazioni” della stessa.
Troppe sono le volte in cui ci siamo imbattuti in nastrini, scudetti, mostrine, spillette e fregi vari persino con il richiamo al reparto di appartenenza, ma che nulla hanno a che vedere con le disposizioni ministeriali sul punto”.
“L’amministrazione penitenziaria ha di certo le proprie responsabilità – tuona Santini – con i suoi ritardi ad esempio nella distribuzione delle nuove insegne di qualifica; ciò tuttavia non autorizza il poliziotto penitenziario ad agire in proprio, così esponendosi a violazioni disciplinari dall’esito scontato”.
“E’ per questi motivi – chiosa il leader del Si.N.A.P.Pe – e per il sommo rispetto per la nostra uniforme che esorto il personale tutto ad attenersi scrupolosamente ai decreti e ai regolamenti in materia evitando di adornare la divisa con qualsivoglia “ninnolo” non autorizzato”
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