Critica la posizione del Si.N.A.P.Pe! Esito dell’incontro al DAP
E’ appena terminata la riunione, meramente interlocutoria, sulle possibili modifiche che l’Amministrazione intenderebbe apportare al PCD Mobilità!
La bozza prospettata per molti versi non raccoglie il favore del Si.N.A.P.Pe che, nel corso del proprio intervento, ha espresso tutte le proprie perplessità – se non ferme contrarietà – in relazione alle modifiche che vorrebbero adottarsi.
In primis si è espressa larghissima remora alla previsione che vorrebbe la riserva del 20% dei posti disponibili per la mobilità al personale di nuova nomina. Una manovra che nel disegno del progetto dovrebbe condurre allo svecchiamento delle sedi del sud Italia ma che a parere del Si.N.A.P.Pe appare anacronistica rispetto alla condizione attuale della distribuzione del personale, lesiva delle ambizioni del personale già in servizio e contraddittoria rispetto ad altri punti del medesimo PCD in cui ad essere valorizzata è, per l’appunto, l’anzianità di servizio!
La questione assume maggiore rilievo ove dovesse darsi corso al progetto prospettato che vuole trattare i Nuclei di maggiore rilevanza (Cittadini, provinciali ed interprovinciali) alla stregua di “reparti autonomi” da raggiungere tramite mobilità nazionale. Un percorso, questo, irto di difficoltà – secondo il Si.N.A.P.Pe – che si scontra anzitutto con le difficoltà di comprendere l’esatto dimensionamento dei predetti nuclei, che annulla sul tema i margini della contrattazione decentrata e che – ove non ben bilanciata – rischia di mortificare l’ambizione di quel personale che da anni aspira ad essere impiegato nei servizi del NTP salvo non essere disposto a cambiare città!
Perplessità si è espressa anche in relazione alla volontà di reintrodurre la vecchia previsione di sbarramento di un anno di sede alla legittimazione alla partecipazione all’interpello: un gire di vite inconcepibile se si considera che la mobilità viene attuata oltre un anno dopo la presentazione della domanda e che nelle more del perfezionamento della procedura comunque si compie il richiesto anno di permanenza in sede. Si pè richiesto che la clausola almeno non si applichi ai neo-assunti
Sull’intero impianto delle condizioni di famiglia e della disabilità, si è avversato il progetto di Amministrazione che vedrebbe il mancanto riconoscimento del punteggio correlato nella domanda di mobilità nazionale: la sensibilità del Si.N.A.P.Pe va invece nel senso contrario, riportando in auge la condizione del disabile e dunque l’immodificabilità dell’impianto attuale. Quel punteggio aggiuntivo non si deve eliminare.
Si è rispedita al mittente anche la previsione secondo la quale il dipendente che presenti istanza di revoca tardiva non potrà partecipare all’interpello per i due anni successivi: dato che la revoca tardiva non produce effetti sulla mobilità visto il divieto di accoglimento previsto nei commi precedenti, qual è il senso della previsione in commento se non un mero “cartellino rosso”?
Non convince nemmeno la previsione per la quale ai sovrintendenti e agli ispettori, andrebbero attribuiti punti 6.00 per ogni anno nel ruolo; come si concilia tale previsione con le vicende che hanno – esemplificativamente – fatto durare alcune procedure concorsuali fino a dieci anni o con il blocco decennale dei concorsi per sovrintendenti?
Ciò che ci saremmo, invece, aspettati di vedere nella bozza in esame, era l’unificazione della graduatoria uomo/donna per gli ispettori in ragione della pronuncia della Corte Costituzionale!
In conclusione: si poteva fare meglio!
L’Amministrazione si è riservata aggiornamenti al vaglio delle eccezioni mosse!
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PCD Mobilità: si discute di possibili modifiche!
Critica la posizione del Si.N.A.P.Pe! Esito dell’incontro al DAP
E’ appena terminata la riunione, meramente interlocutoria, sulle possibili modifiche che l’Amministrazione intenderebbe apportare al PCD Mobilità!
La bozza prospettata per molti versi non raccoglie il favore del Si.N.A.P.Pe che, nel corso del proprio intervento, ha espresso tutte le proprie perplessità – se non ferme contrarietà – in relazione alle modifiche che vorrebbero adottarsi.
In primis si è espressa larghissima remora alla previsione che vorrebbe la riserva del 20% dei posti disponibili per la mobilità al personale di nuova nomina. Una manovra che nel disegno del progetto dovrebbe condurre allo svecchiamento delle sedi del sud Italia ma che a parere del Si.N.A.P.Pe appare anacronistica rispetto alla condizione attuale della distribuzione del personale, lesiva delle ambizioni del personale già in servizio e contraddittoria rispetto ad altri punti del medesimo PCD in cui ad essere valorizzata è, per l’appunto, l’anzianità di servizio!
La questione assume maggiore rilievo ove dovesse darsi corso al progetto prospettato che vuole trattare i Nuclei di maggiore rilevanza (Cittadini, provinciali ed interprovinciali) alla stregua di “reparti autonomi” da raggiungere tramite mobilità nazionale. Un percorso, questo, irto di difficoltà – secondo il Si.N.A.P.Pe – che si scontra anzitutto con le difficoltà di comprendere l’esatto dimensionamento dei predetti nuclei, che annulla sul tema i margini della contrattazione decentrata e che – ove non ben bilanciata – rischia di mortificare l’ambizione di quel personale che da anni aspira ad essere impiegato nei servizi del NTP salvo non essere disposto a cambiare città!
Perplessità si è espressa anche in relazione alla volontà di reintrodurre la vecchia previsione di sbarramento di un anno di sede alla legittimazione alla partecipazione all’interpello: un gire di vite inconcepibile se si considera che la mobilità viene attuata oltre un anno dopo la presentazione della domanda e che nelle more del perfezionamento della procedura comunque si compie il richiesto anno di permanenza in sede. Si pè richiesto che la clausola almeno non si applichi ai neo-assunti
Sull’intero impianto delle condizioni di famiglia e della disabilità, si è avversato il progetto di Amministrazione che vedrebbe il mancanto riconoscimento del punteggio correlato nella domanda di mobilità nazionale: la sensibilità del Si.N.A.P.Pe va invece nel senso contrario, riportando in auge la condizione del disabile e dunque l’immodificabilità dell’impianto attuale. Quel punteggio aggiuntivo non si deve eliminare.
Si è rispedita al mittente anche la previsione secondo la quale il dipendente che presenti istanza di revoca tardiva non potrà partecipare all’interpello per i due anni successivi: dato che la revoca tardiva non produce effetti sulla mobilità visto il divieto di accoglimento previsto nei commi precedenti, qual è il senso della previsione in commento se non un mero “cartellino rosso”?
Non convince nemmeno la previsione per la quale ai sovrintendenti e agli ispettori, andrebbero attribuiti punti 6.00 per ogni anno nel ruolo; come si concilia tale previsione con le vicende che hanno – esemplificativamente – fatto durare alcune procedure concorsuali fino a dieci anni o con il blocco decennale dei concorsi per sovrintendenti?
Ciò che ci saremmo, invece, aspettati di vedere nella bozza in esame, era l’unificazione della graduatoria uomo/donna per gli ispettori in ragione della pronuncia della Corte Costituzionale!
In conclusione: si poteva fare meglio!
L’Amministrazione si è riservata aggiornamenti al vaglio delle eccezioni mosse!
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.
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