Era da tempo attesa e più volte rinviata la convocazione presso il Dipartimento
dell’Amministrazione Penitenziaria per la discussione circa la ridefinizione delle piante organiche, anche e
soprattutto in relazione ai nuovi compiti affidati al Dipartimento di Giustizia Minorile e dunque in relazione
alla necessità di provvedere, a monte, a determinare i due contingenti.
Al pari di quella tenutasi qualche giorno fa per la “teorica” soppressione degli istituti penitenziari e
relativo impiego del personale, anche questo incontro è stato presentato come un incontro interlocutorio,
seppur la platea al tavolo fosse di tutto rispetto: presenti il Vice Capo del Dipartimento Massimo De
Pascalis, il Capo del Dipartimento di Giustizia Minorile Francesco Cascini e il Direttore Generale del
Personale e delle Risorse Pietro Buffa.
Va ricordato che quando arrivò l’ informativa preventiva, con largo anticipo rispetto a quella che
sarebbe stata la data della convocazione, poi rinviata, il Si.N.A.P.Pe aveva rappresentato con apposita nota
indirizzata al Capo del Dipartimento la necessità di fornire dati di dettaglio che valessero a tracciare un
reticolato sul quale costruire un confronto che, abbandonando il carattere interlocutorio (e poco
concludente) degli incontri, permettesse un confronto soprattutto tecnico di una materia così delicata e
complessa. Una trattazione che, effettivamente, passa attraverso una molteplicità di passaggi prima di
giungere alla riscrittura dei PCD e prima di delegare alle singole Regioni le distribuzioni territoriali. Non
dimentichiamo infatti – e questo è stato ribadito a gran voce nell’incontro di ieri – che per regioni di
trasparenza l’amministrazione è tenuta a fornire i dati relativi agli organici necessari per assicurare i
meccanismi di funzionamento di tutte le sue articolazioni, comprese quelle centrali!
Partendo dall’origine per poi giungere a stabilire un metodo di lavoro condiviso, la proposta del
Si.N.A.P.Pe si è mossa nel solco del c.d. “disagio condiviso”. Un metodo che vede l’individuazione della
carenza per ruoli e che si traduca in una equanime decurtazione percentuale delle figure, anzitutto fra i due
dipartimenti e successivamente per le altre articolazioni; si è altresì chiarita la necessità di provvedere alle
assegnazioni (con particolare riferimento a quelle dei funzionari alla Giustizia Minorile) sulla base non di
teorici incarichi ma di impieghi da concordare a monte.
Si è effettivamente ancora molto lontani dal tradurre in atti la ridefinizione delle nuove piante
organiche, ma l’impegno dichiarato è stato quello di proseguire nella trattazione della materia e, al fine di
scongiurare poca trasparenza nel caos della transizione, si è preteso ed ottenuto che il personale che
attualmente sarà assegnato al Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità non sarà destinatario di un
provvedimento di trasferimento, ma di un provvedimento di distacco fino a conclusione dei lavori
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi
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Piante Organiche – Esiti dell’incontro al DAP
Era da tempo attesa e più volte rinviata la convocazione presso il Dipartimento
dell’Amministrazione Penitenziaria per la discussione circa la ridefinizione delle piante organiche, anche e
soprattutto in relazione ai nuovi compiti affidati al Dipartimento di Giustizia Minorile e dunque in relazione
alla necessità di provvedere, a monte, a determinare i due contingenti.
Al pari di quella tenutasi qualche giorno fa per la “teorica” soppressione degli istituti penitenziari e
relativo impiego del personale, anche questo incontro è stato presentato come un incontro interlocutorio,
seppur la platea al tavolo fosse di tutto rispetto: presenti il Vice Capo del Dipartimento Massimo De
Pascalis, il Capo del Dipartimento di Giustizia Minorile Francesco Cascini e il Direttore Generale del
Personale e delle Risorse Pietro Buffa.
Va ricordato che quando arrivò l’ informativa preventiva, con largo anticipo rispetto a quella che
sarebbe stata la data della convocazione, poi rinviata, il Si.N.A.P.Pe aveva rappresentato con apposita nota
indirizzata al Capo del Dipartimento la necessità di fornire dati di dettaglio che valessero a tracciare un
reticolato sul quale costruire un confronto che, abbandonando il carattere interlocutorio (e poco
concludente) degli incontri, permettesse un confronto soprattutto tecnico di una materia così delicata e
complessa. Una trattazione che, effettivamente, passa attraverso una molteplicità di passaggi prima di
giungere alla riscrittura dei PCD e prima di delegare alle singole Regioni le distribuzioni territoriali. Non
dimentichiamo infatti – e questo è stato ribadito a gran voce nell’incontro di ieri – che per regioni di
trasparenza l’amministrazione è tenuta a fornire i dati relativi agli organici necessari per assicurare i
meccanismi di funzionamento di tutte le sue articolazioni, comprese quelle centrali!
Partendo dall’origine per poi giungere a stabilire un metodo di lavoro condiviso, la proposta del
Si.N.A.P.Pe si è mossa nel solco del c.d. “disagio condiviso”. Un metodo che vede l’individuazione della
carenza per ruoli e che si traduca in una equanime decurtazione percentuale delle figure, anzitutto fra i due
dipartimenti e successivamente per le altre articolazioni; si è altresì chiarita la necessità di provvedere alle
assegnazioni (con particolare riferimento a quelle dei funzionari alla Giustizia Minorile) sulla base non di
teorici incarichi ma di impieghi da concordare a monte.
Si è effettivamente ancora molto lontani dal tradurre in atti la ridefinizione delle nuove piante
organiche, ma l’impegno dichiarato è stato quello di proseguire nella trattazione della materia e, al fine di
scongiurare poca trasparenza nel caos della transizione, si è preteso ed ottenuto che il personale che
attualmente sarà assegnato al Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità non sarà destinatario di un
provvedimento di trasferimento, ma di un provvedimento di distacco fino a conclusione dei lavori
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi
Piante Organiche – Esiti dell’incontro al DAP
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