Provvedimento di restituzione al D.A.P. di unità assegnate agli II.PP.MM. di Roma, Nisida e Bari – Istituzione tavolo tecnico. Riflessioni a margine dell’incontro al D.G.M.C.!
-
Comunicati Provvedimento di restituzione al D.A.P. di unità assegnate agli II.PP.MM. di Roma, Nisida e Bari – Istituzione tavolo tecnico. Riflessioni a margine dell’incontro al D.G.M.C.!
Provvedimento di restituzione al D.A.P. di unità assegnate agli II.PP.MM. di Roma, Nisida e Bari – Istituzione tavolo tecnico. Riflessioni a margine dell’incontro al D.G.M.C.!
Era giunto come un fulmine a ciel sereno il provvedimento di “restituzione al DAP” di un nutrito gruppo di poliziotti penitenziari in servizio in alcuni II.PP.MM. del Paese; un procedimento amministrativo “atipico” immediatamente avversato dal SiNAPPe e che è stato successivamente oggetto di confronto nel corso dell’incontro dello scorso 5 novembre.
Senza entrare nel merito dei singoli provvedimenti e sempre al fianco degli interessati per eventuali consulenze amministrative e giuridiche, quel che preme in questo contesto è ragionare sull’impatto dei provvedimenti in questione sulla tenuta del sistema minorile, già carente a livello di dotazione organica e – allo stato – depauperato di ulteriori risorse umane.
Nel corso dell’interlocuzione con il presidente Sangermano, abbiamo sottolineato l’imprescindibilità del dialogo anche in relazione a tali profili, non dovendo tradursi in una mera presa d’atto, esemplificativamente, i provvedimenti successivi che hanno indetto monitoraggi di disponibilità al servizio di missione. Un’operazione, questa, che sta alimentando sentimenti discordanti anche nelle altre realtà minorili, fra chi pensa di cogliere l’opportunità di un “redditizio” cambiamento temporaneo e chi si prefigura le conseguenze di ulteriori emorragie di personale verso altre realtà diverse dalla propria.
E allora non resta che chiedersi, in maniera critica e ragionata, se quella che è stata definita come una “mera operazione di servizio”, non abbia in realtà generato ulteriore disorientamento in un sistema che si sta caratterizzando per grosse difficoltà operative, anche alla luce dell’evidente mutamento sociologico dell’utenza.
Ed effettivamente è un sistema diverso quello a cui pare ambirsi, poggiato anche su un mutamento iconografico come è appunto la previsione dell’utilizzo dell’uniforme anche nelle sezioni detentive minorili.
Ma se cambia il contesto, cambia naturalmente il ruolo del poliziotto e deve naturalmente cambiare la “formazione”.
Si deve abbracciare una nuova filosofia, si deve abbandonare lo stigma preconcetto del “poliziotto fannullone” e passare ad una analisi attenta della fenomenologia che sta interessando gli Istituti per Minori.
Ci sono difficoltà importanti sulla gestione del personale e sull’organizzazione del lavoro; c’è bisogno di coraggio, quello richiesto da tempo! In quest’ottica il SiNAPPe, da sempre attento alle dinamiche organizzative, ma anche propositivo nel cercare di offrire soluzioni, ha ribadito delle proposte già rappresentate da tempo:
• Creazione di Circuiti Penitenziari all’interno del sistema minorile; creando quella separazione per categorie omogenee essenzialmente in funzione dell’età del soggetto ristretto.
• Potenziamento della videosorveglianza interna;
• Creazione di specifici e specializzati Nuclei Traduzioni e Piantonamenti.
• Potenziamento del sistema delle videoconferenze
• Creazione di “modello operativo” calibrato su misura del sistema minorile.
E allora, ben venga il “tavolo permanente di confronto” purché ci spogli dei personalismi e ci si concentri sugli obbiettivi.
Cerca
Categorie
Ultimi articoli inseriti
Calendario