Un triste primato quello che emerge dal rapporto del Consiglio d’Europa sul sovraffollamento carcerario: se il record negativo spetta alla Turchia con 127 detenuti per ogni 100 posti, segue a ruota il “belpaese” con i suoi 120 detenuti ogni 100 posti. “Lo andiamo affermando da sempre e lo abbiamo affermato anche di recente incontrando il pensiero della Ministra Cartabia di un “carcere come extrema ratio” e non come contenitore del disagio psichico e sociale. Il rapporto del Consiglio d’Europa non ci stupisce e lo leggiamo come la fotografia degli effetti di una politica penal-penitenziaria inefficace e contraddittoria”! Questo l’amaro commento del Si.N.A.P.Pe che appunto non si dice stupito di un “risultato atteso”. Nè diversamente potrebbe essere se si analizzano i giri di valzer che alternano carezze agli animi giustizialisti e securitari e assist a chi invoca indulti. E così, fra stagioni di fiorenti edilizie penitenziarie e stagioni di “liberi tutti”, il quadro disorientato è quello di un meccanismo autofagocitante che non riesce a porre le basi per una detenzione rieducativa e risocializzante, capace di abbattere le soglie della recidiva. Per altro troppo si chiederebbe in questo senso a carceri “pollaio” ove – ad esempio – lavora solo il 30% dei detenuti. Ove servisse, siamo certi che la Ministra leggerà in questa ennesima “bacchettata” europea il giusto spunto per proseguire nel verso annunciato: il carcere come extrema ratio!
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SOVRAFFOLLAMENTO CARCERARIO: L’EUROPA BOCCIA L’ITALIA!
Un triste primato quello che emerge dal rapporto del Consiglio d’Europa sul sovraffollamento carcerario: se il record negativo spetta alla Turchia con 127 detenuti per ogni 100 posti, segue a ruota il “belpaese” con i suoi 120 detenuti ogni 100 posti.
“Lo andiamo affermando da sempre e lo abbiamo affermato anche di recente incontrando il pensiero della Ministra Cartabia di un “carcere come extrema ratio” e non come contenitore del disagio psichico e sociale. Il rapporto del Consiglio d’Europa non ci stupisce e lo leggiamo come la fotografia degli effetti di una politica penal-penitenziaria inefficace e contraddittoria”!
Questo l’amaro commento del Si.N.A.P.Pe che appunto non si dice stupito di un “risultato atteso”.
Nè diversamente potrebbe essere se si analizzano i giri di valzer che alternano carezze agli animi giustizialisti e securitari e assist a chi invoca indulti.
E così, fra stagioni di fiorenti edilizie penitenziarie e stagioni di “liberi tutti”, il quadro disorientato è quello di un meccanismo autofagocitante che non riesce a porre le basi per una detenzione rieducativa e risocializzante, capace di abbattere le soglie della recidiva.
Per altro troppo si chiederebbe in questo senso a carceri “pollaio” ove – ad esempio – lavora solo il 30% dei detenuti.
Ove servisse, siamo certi che la Ministra leggerà in questa ennesima “bacchettata” europea il giusto spunto per proseguire nel verso annunciato: il carcere come extrema ratio!
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