Il Si.N.A.P.Pe ha partecipato con attenzione al confronto sullo schema di decreto ministeriale per l’introduzione della specializzazione di “negoziatore” nella Polizia Penitenziaria, offrendo un contributo critico e propositivo per garantire che questa figura risponda alle specifiche esigenze del contesto penitenziario.
La negoziazione è già oggi una parte integrante del lavoro quotidiano del personale del Corpo, che, attraverso il dialogo, gestisce con successo innumerevoli situazioni critiche, prevenendo spesso l’escalation degli eventi. Tuttavia, riteniamo che questa specializzazione debba essere pensata esclusivamente per il sistema penitenziario, senza riprodurre modelli di altre forze di polizia, come i Carabinieri o la Polizia di Stato, né modelli internazionali che non siano coerenti con le peculiarità del nostro lavoro.
Lo schema di decreto presenta diverse criticità che è necessario affrontare per rendere questa specializzazione realmente utile ed efficace. Limitarne l’intervento ai soli eventi particolarmente complessi rischia di escludere la gestione immediata di situazioni meno gravi, ma potenzialmente degenerative.
Il Si.N.A.P.Pe propone invece un approccio strutturato su tre livelli di negoziazione, differenziati in base alla complessità degli scenari, per garantire interventi tempestivi e appropriati.
Un altro aspetto critico è rappresentato dall’inquadramento esclusivo dei negoziatori in reparti speciali come il GOM, NIC e GIO, che limita la flessibilità operativa e riduce la disponibilità di personale qualificato. Riteniamo che i negoziatori debbano rimanere incardinati nelle proprie strutture di appartenenza, assicurando comunque la possibilità di interventi fuori sede su disposizione degli uffici superiori.
Non condividiamo, inoltre, l’esclusione del personale del ruolo agenti/assistenti dall’accesso alla specializzazione. Si tratta di una scelta illogica, considerando che questo personale è in prima linea nella gestione del rapporto con l’utenza e dispone di quell’esperienza pratica indispensabile per costruire il dialogo su cui si basa la negoziazione.
I criteri di accesso previsti dal decreto appaiono poco chiari e, in alcuni casi, discriminatori. L’introduzione di limiti di età variabili, la rilevanza di procedimenti penali non definitivi e la tendenza a moltiplicare gli effetti di sanzioni disciplinari violano principi fondamentali come la trasparenza amministrativa, la presunzione di innocenza e il ne bis in idem. Su questi aspetti, chiediamo una revisione completa per garantire una selezione equa e coerente con i principi costituzionali.
Infine, evidenziamo che la figura dell’“Operatore di Supporto alla Negoziazione”, così come prevista nello schema, appare penalizzante e priva di prospettive di crescita. È fondamentale che anche per questa categoria siano previsti percorsi di avanzamento professionale.
Le proposte avanzate dal Si.N.A.P.Pe mirano a creare una figura del negoziatore che sia realmente funzionale, valorizzando il personale del Corpo e rispondendo in modo concreto alle esigenze del sistema penitenziario. Confidiamo che l’Amministrazione voglia accogliere queste osservazioni e avviare un dialogo costruttivo per costruire una specializzazione utile e innovativa.
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Specializzazione di “Negoziatore” nella Polizia Penitenziaria: le osservazioni del Si.N.A.P.Pe!
Il Si.N.A.P.Pe ha partecipato con attenzione al confronto sullo schema di decreto ministeriale per l’introduzione della specializzazione di “negoziatore” nella Polizia Penitenziaria, offrendo un contributo critico e propositivo per garantire che questa figura risponda alle specifiche esigenze del contesto penitenziario.
La negoziazione è già oggi una parte integrante del lavoro quotidiano del personale del Corpo, che, attraverso il dialogo, gestisce con successo innumerevoli situazioni critiche, prevenendo spesso l’escalation degli eventi. Tuttavia, riteniamo che questa specializzazione debba essere pensata esclusivamente per il sistema penitenziario, senza riprodurre modelli di altre forze di polizia, come i Carabinieri o la Polizia di Stato, né modelli internazionali che non siano coerenti con le peculiarità del nostro lavoro.
Lo schema di decreto presenta diverse criticità che è necessario affrontare per rendere questa specializzazione realmente utile ed efficace. Limitarne l’intervento ai soli eventi particolarmente complessi rischia di escludere la gestione immediata di situazioni meno gravi, ma potenzialmente degenerative.
Il Si.N.A.P.Pe propone invece un approccio strutturato su tre livelli di negoziazione, differenziati in base alla complessità degli scenari, per garantire interventi tempestivi e appropriati.
Un altro aspetto critico è rappresentato dall’inquadramento esclusivo dei negoziatori in reparti speciali come il GOM, NIC e GIO, che limita la flessibilità operativa e riduce la disponibilità di personale qualificato. Riteniamo che i negoziatori debbano rimanere incardinati nelle proprie strutture di appartenenza, assicurando comunque la possibilità di interventi fuori sede su disposizione degli uffici superiori.
Non condividiamo, inoltre, l’esclusione del personale del ruolo agenti/assistenti dall’accesso alla specializzazione. Si tratta di una scelta illogica, considerando che questo personale è in prima linea nella gestione del rapporto con l’utenza e dispone di quell’esperienza pratica indispensabile per costruire il dialogo su cui si basa la negoziazione.
I criteri di accesso previsti dal decreto appaiono poco chiari e, in alcuni casi, discriminatori. L’introduzione di limiti di età variabili, la rilevanza di procedimenti penali non definitivi e la tendenza a moltiplicare gli effetti di sanzioni disciplinari violano principi fondamentali come la trasparenza amministrativa, la presunzione di innocenza e il ne bis in idem. Su questi aspetti, chiediamo una revisione completa per garantire una selezione equa e coerente con i principi costituzionali.
Infine, evidenziamo che la figura dell’“Operatore di Supporto alla Negoziazione”, così come prevista nello schema, appare penalizzante e priva di prospettive di crescita. È fondamentale che anche per questa categoria siano previsti percorsi di avanzamento professionale.
Le proposte avanzate dal Si.N.A.P.Pe mirano a creare una figura del negoziatore che sia realmente funzionale, valorizzando il personale del Corpo e rispondendo in modo concreto alle esigenze del sistema penitenziario. Confidiamo che l’Amministrazione voglia accogliere queste osservazioni e avviare un dialogo costruttivo per costruire una specializzazione utile e innovativa.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.
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