Si è tenuta questa mattina, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, la conferenza per la presentazione del progetto “sprigioniamo il lavoro”, che avrà avvio presso gli Istituti Penali di Parma. Nato dall’iniziativa delle autorità del territorio di riferimento, il progetto ha trovato ampio appoggio da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, oltre che da svariati Onorevoli della Repubblica. Affermazione, questa, che trova conferma nella presenza, al tavolo in qualità di primo relatore, dell’Onorevole Patrizia Maesteri, dei sottosegretari alla Giustizia Gennaro Migliore (cui è stata conferita delega alle Carceri) e Cosimo Ferri (con delega all’edilizia penitenziaria) e del presidente Santi Consolo, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, del Garante Nazionale dei Detenuti, Dott. Mauro Palma, dell’attuale Direttore degli Istituti Penali di Parma, dott. Carlo Berdini, del Garante dei detenuti della Città di Parma, oltre che dei rappresentati delle locali società legate al progetto, come Cariparma. La linea degli interventi con cui i rappresentati delle Istituzioni hanno voluto descrivere l’iniziativa “sprigioniamo il lavoro” si poggia fondamentalmente sul ruolo rieducativo riconosciuto al lavoro nell’ordinamento penitenziario, viaggiando nel verso di iniziative che portino ad una massimizzazione delle opportunità per restituire alla società “individui migliori” dopo il percorso detentivo. Tutti i relatori hanno fatto riferimento, nei loro interventi, al ruolo cardine della Polizia Penitenziaria per la buona riuscita del progetto, riconoscendo appunto la centralità dell’operato degli appartenenti al Corpo nei processi che attengono alla quotidianità detentiva.
L’organizzazione dell’evento, che avrebbe di certo meritato una ampiezza diversa in termini di tempo, non ha consentito ai presenti di proporre domande che valessero a sciogliere nodi che, della mera lettura dei documenti, non trovano risposte immediate. Il primo interrogativo su quale si deve porre l’accento, in qualità di addetti ai lavori, attiene ai meccanismi di coniugazione dell’iniziativa con la sicurezza interna del penitenziario. Stiamo parlando, infatti, di un istituto estremamente peculiare in ragione della tipologia della popolazione detenuta che ospita, che per altro conosce una importante carenza organica nei ruoli di concetto (Ispettori e Sovrintendenti) con un delta che tocca i 50 punti percentuali fra unità previste ed unità amministrate. Come si può dunque pensare di modificare l’attuale organizzazione del lavoro (modifica necessaria in ragione della costituzione di nuove attività) con i “numeri oggi a disposizione”? Situazione, questa, che nell’immediato “post conferenza” il Segretario Generale del Si.N.A.P.Pe ha rappresentato personalmente al Capo del Dipartimento. L’eccezione è stata compresa e condivisa immediatamente dal Presidente Santi Consolo che ha assicurato un interessamento per una rimodulazione dell’organico, pensando anche (in un futuro) ad un progetto di polizia penitenziaria tecnicamente specializzata. L’iniziativa appare senza dubbio lodevole dal punto di vista teorico, ma ciò non esclude la necessarietà di futuri passaggi sindacali allorquando concretamente si dovrà ricevere ditte esterni, macchinari e attrezzature. Risposte dovranno essere fornite, sempre in relazione alla sicurezza, in merito al concetto di sburocratizzazione delle procedure, ferma la consapevolezza che il giudizio circa la bontà del progetto non può far dimenticare che ogni processo rieducativo si deve conciliare con il primario concetto di sicurezza, senza corsie preferenziali alcune. Vi terremo aggiornati sulle iniziative che saranno assunte da questa Segreteria Generale in merito alla materia in argomento.
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“Sprigioniamo il lavoro” Conferenza Stampa
Si è tenuta questa mattina, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, la conferenza per la presentazione del progetto “sprigioniamo il lavoro”, che avrà avvio presso gli Istituti Penali di Parma. Nato dall’iniziativa delle autorità del territorio di riferimento, il progetto ha trovato ampio appoggio da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, oltre che da svariati Onorevoli della Repubblica. Affermazione, questa, che trova conferma nella presenza, al tavolo in qualità di primo relatore, dell’Onorevole Patrizia Maesteri, dei sottosegretari alla Giustizia Gennaro Migliore (cui è stata conferita delega alle Carceri) e Cosimo Ferri (con delega all’edilizia penitenziaria) e del presidente Santi Consolo, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, del Garante Nazionale dei Detenuti, Dott. Mauro Palma, dell’attuale Direttore degli Istituti Penali di Parma, dott. Carlo Berdini, del Garante dei detenuti della Città di Parma, oltre che dei rappresentati delle locali società legate al progetto, come Cariparma. La linea degli interventi con cui i rappresentati delle Istituzioni hanno voluto descrivere l’iniziativa “sprigioniamo il lavoro” si poggia fondamentalmente sul ruolo rieducativo riconosciuto al lavoro nell’ordinamento penitenziario, viaggiando nel verso di iniziative che portino ad una massimizzazione delle opportunità per restituire alla società “individui migliori” dopo il percorso detentivo. Tutti i relatori hanno fatto riferimento, nei loro interventi, al ruolo cardine della Polizia Penitenziaria per la buona riuscita del progetto, riconoscendo appunto la centralità dell’operato degli appartenenti al Corpo nei processi che attengono alla quotidianità detentiva.
L’organizzazione dell’evento, che avrebbe di certo meritato una ampiezza diversa in termini di tempo, non ha consentito ai presenti di proporre domande che valessero a sciogliere nodi che, della mera lettura dei documenti, non trovano risposte immediate. Il primo interrogativo su quale si deve porre l’accento, in qualità di addetti ai lavori, attiene ai meccanismi di coniugazione dell’iniziativa con la sicurezza interna del penitenziario. Stiamo parlando, infatti, di un istituto estremamente peculiare in ragione della tipologia della popolazione detenuta che ospita, che per altro conosce una importante carenza organica nei ruoli di concetto (Ispettori e Sovrintendenti) con un delta che tocca i 50 punti percentuali fra unità previste ed unità amministrate. Come si può dunque pensare di modificare l’attuale organizzazione del lavoro (modifica necessaria in ragione della costituzione di nuove attività) con i “numeri oggi a disposizione”? Situazione, questa, che nell’immediato “post conferenza” il Segretario Generale del Si.N.A.P.Pe ha rappresentato personalmente al Capo del Dipartimento. L’eccezione è stata compresa e condivisa immediatamente dal Presidente Santi Consolo che ha assicurato un interessamento per una rimodulazione dell’organico, pensando anche (in un futuro) ad un progetto di polizia penitenziaria tecnicamente specializzata. L’iniziativa appare senza dubbio lodevole dal punto di vista teorico, ma ciò non esclude la necessarietà di futuri passaggi sindacali allorquando concretamente si dovrà ricevere ditte esterni, macchinari e attrezzature. Risposte dovranno essere fornite, sempre in relazione alla sicurezza, in merito al concetto di sburocratizzazione delle procedure, ferma la consapevolezza che il giudizio circa la bontà del progetto non può far dimenticare che ogni processo rieducativo si deve conciliare con il primario concetto di sicurezza, senza corsie preferenziali alcune. Vi terremo aggiornati sulle iniziative che saranno assunte da questa Segreteria Generale in merito alla materia in argomento.
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