Vile aggressione alla Casa Circondariale di Bologna. Il Si.N.A.P.Pe lancia l’ennesimo allarme e appello alle Istituzioni: é una polveriera, servono interventi immediati!!
Altra vicissitudine alla Casa Circondariale “Rocco d’Amato” di Bologna, che vedeva coinvolto in detenuto nuovo giunto, il quale si rifiutava di sottoporsi alle procedure sanitarie e amministrative di primo ingresso. A darne notizia é il Si.N.A.P.Pe Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria che condanna – ancora una volta- questi eventi violenti a carico della Polizia Penitenziaria e del suo Comandante di Reparto, come nel caso di specie. L’Istituto bolognese – chiosa il sindacato – é già noto per questi episodi, e non tolleriamo che questo possa soventemente accadere, senza che vengano date risposte serie e concrete nei confronti dei lavoratori e della collettività. Chiediamo rispetto per la dignità dei nostri colleghi che, ogni giorno, con spirito di sacrificio si interfacciano con precarie realtà penitenziarie, senza alcuna tutela per la loro incolumità psico-fisica. Ci appelliamo – a gran voce – ai vertici politici ed istituzionali – ma nel frattempo non resteremo spettatori di questi teatri. Manifesteremo il nostro dissenso a mezzo presidi di protesta.
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Vile aggressione alla Casa Circondariale di Bologna. Il Si.N.A.P.Pe lancia l’ennesimo allarme e appello alle Istituzioni: é una polveriera, servono interventi immediati!!
Altra vicissitudine alla Casa Circondariale “Rocco d’Amato” di Bologna, che vedeva coinvolto in detenuto nuovo giunto, il quale si rifiutava di sottoporsi alle procedure sanitarie e amministrative di primo ingresso.
A darne notizia é il Si.N.A.P.Pe Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria che condanna – ancora una volta- questi eventi violenti a carico della Polizia Penitenziaria e del suo Comandante di Reparto, come nel caso di specie. L’Istituto bolognese – chiosa il sindacato – é già noto per questi episodi, e non tolleriamo che questo possa soventemente accadere, senza che vengano date risposte serie e concrete nei confronti dei lavoratori e della collettività. Chiediamo rispetto per la dignità dei nostri colleghi che, ogni giorno, con spirito di sacrificio si interfacciano con precarie realtà penitenziarie, senza alcuna tutela per la loro incolumità psico-fisica. Ci appelliamo – a gran voce – ai vertici politici ed istituzionali – ma nel frattempo non resteremo spettatori di questi teatri. Manifesteremo il nostro dissenso a mezzo presidi di protesta.
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