Onorevole Ministro, prima ancora che la devastazione delle carceri diventasse notizia quotidiana, celata o addirittura malcelata dietro l’emergenza delle infezioni da CODIV-19, le scriventi Organizzazioni Sindacali avevano accoratamente richiesto il suo intervento ed un’interlocuzione ferma e certa.
Nessuna delle istanze ad Ella rivolte hanno trovato riscontro, sì da indurre chi scrive ad alzare i toni e a comunicare l’interruzione delle relazioni sindacali. Sono giornate concitate quelle che (speriamo) ci lasceremo alle spalle; vite umane sono andate perse, i beni dell’Amministrazione sono stati distrutti, lo Stato è stato assaltato dalla delinquenza quasi divenendone ostaggio. In tutto questo, le uniche parole che sono giunte da Via Arenula si sono limitate ad elogiare (doverosamente) l’operato della Polizia Penitenziaria. Ebbene, questa volta non basta la pacca sulla spalla, così come non basta l’intempestiva convocazione giunta per questa sera. Il mondo penitenziario vive un’emergenza non percepita nella sua reale portata; ne è prova la circostanza del varo del DPCM del 9 marzo nel mentre erano in corso pesanti devastazioni e consistenti evasioni, senza che il decreto abbia volto minimamente lo sguardo alla questione penitenziaria. Lo stato dell’arte ci induce, per senso di responsabilità, a disertare l’odierna convocazione ritenendo che le uniche garanzie di intervento, in questo preciso momento, possano giungere dal Presidente del Consiglio dei Ministri, cui si rivolge l’ennesima richiesta di incontro.
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Convocazione del 10 marzo 2020 – mancata partecipazione delle Organizzazioni Sindacali
Onorevole Ministro,
prima ancora che la devastazione delle carceri diventasse notizia quotidiana, celata o addirittura malcelata dietro l’emergenza delle infezioni da CODIV-19, le scriventi Organizzazioni Sindacali avevano accoratamente richiesto il suo intervento ed un’interlocuzione ferma e certa.
Nessuna delle istanze ad Ella rivolte hanno trovato riscontro, sì da indurre chi scrive ad alzare i toni e a comunicare l’interruzione delle relazioni sindacali.
Sono giornate concitate quelle che (speriamo) ci lasceremo alle spalle; vite umane sono andate perse, i beni dell’Amministrazione sono stati distrutti, lo Stato è stato assaltato dalla delinquenza quasi divenendone ostaggio. In tutto questo, le uniche parole che sono giunte da Via Arenula si sono limitate ad elogiare (doverosamente) l’operato della Polizia Penitenziaria.
Ebbene, questa volta non basta la pacca sulla spalla, così come non basta l’intempestiva convocazione giunta per questa sera.
Il mondo penitenziario vive un’emergenza non percepita nella sua reale portata; ne è prova la circostanza del varo del DPCM del 9 marzo nel mentre erano in corso pesanti devastazioni e consistenti evasioni, senza che il decreto abbia volto minimamente lo sguardo alla questione penitenziaria.
Lo stato dell’arte ci induce, per senso di responsabilità, a disertare l’odierna convocazione ritenendo che le uniche garanzie di intervento, in questo preciso momento, possano giungere dal Presidente del Consiglio dei Ministri, cui si rivolge l’ennesima richiesta di incontro.
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