
Egregio Provveditore,
ci spiace doverla interessare nuovamente della gestione degli II.PP. del Gran Ducato di Parma, ma le segnalazioni che provengono, di recente, da tale istituto non possono, a nostro avviso, non allarmare. Ci viene riferito, con sempre maggiore frequenza, del tentativo di riportare la situazione lavorativa del personale in servizio presso quell’istituto ai tempi in cui, nel mondo del lavoro, si conoscevano solo doveri e si faceva ricorso alla bassa manovalanza, affinché la si potesse sfruttare oltre ogni limite psicofisico, al fine di ottenere il massimo profitto. È questo il quadro che si va delineando presso gli II.PP. del Gran Ducato di Parma, ove dopo le vicissitudini in merito alla concessione dei permessi di cui alla legge 104/92, si è deciso di sferrare un ulteriore attacco ai diritti del personale di Polizia Penitenziaria o, peggio, all’ambizione dello stesso di potersi “elevare culturalmente” e, perché no, cercare, in prospettiva, di progredire anche nella propria carriera lavorativa. Tutto ciò senza né informare, né discutere con le OO.SS. delle eventuali motivazioni poste a sostegno dall’eventuale esigenza di emanare un nuova, generalizzata ed unilaterale regolamentazione dei permessi studio che, d’ora in avanti, presso gli II.PP. del Gran Ducato di Parma potranno essere concessi solo nel numero di 1 (uno) per ogni esame da sostenere.
E pensare che ciò avviene nel paese primo in Europa a dotarsi di un’Università Statale (l’Università degli Studi di Napoli, fondata il 5 Giugno del 1224, ad opera dell’imperatore Federico II di Svevia). Le chiediamo, pertanto, di voler intervenire ad arginare la deriva autoritaria e antisindacale cui sembra essere avviata la gestione di tale istituto.