
Egregio Direttore,
Viene segnalato a queste OO.SS. che le Unità di Personale Femminile assegnate alla CC di Viterbo vengano impiegate regolarmente presso il primo piano B reparto D1 (spesso accade che siano assegnate anche tre Unità), e di fatto essendo una rotonda di smistamento detenuti per ogni attività quotidiana (tra cui: SERD, colloqui avvocati e operatori a vario titolo, infermeria centrale, attività lavorative e scolastiche, ecc. ecc.), nonché un passaggio obbligatorio alle sezioni detentive che ad oggi contano oltre 200 detenuti, bisogna far sì che questo non accada.
La normativa di riferimento art.6 del DPR 395/90 al 2 comma stabilisce che: “Il personale del Corpo di polizia penitenziaria da adibire a servizi di istituto all’interno delle sezioni deve essere dello stesso sesso dei detenuti o internati ivi ristretti”.
Per questi motivi diventa opportuno proporre di valutare una collocazione del Personale Femminile in ambito di servizi diversa dal rinforzo del primo piano B (che ad oggi vede impiegata una sola Unità maschile a gestire due rotonde) o comunque nei pressi delle sale colloqui avvocati e magistrati le quali sono sempre site sul piano D1, dove lo stesso corridoio porta ai reparti detentivi D1 e ROT.
Le stesse Unità Femminili venendo lì impiegate, comportano di fatto che vengano meno le perquisizioni nei confronti dei ristretti al termine del colloquio con i loro legali diverso da come previsto.
Le scriventi OO.SS. ritengono che il Personale Femminile possa essere impiegato a rotazione anche in soprannumero in tutti i posti di servizio dove non sussiste un contatto stretto e prolungato con il detenuto del sesso opposto, oltre che in tutti quei posti di servizio dove giornalmente può esserci necessità di impiego e dove possono fornire sicuramente la loro operatività nel rispetto della sopracitata normativa, diversamente da come avviene oggi.
Si resta In attesa di riscontro, porgendo distinti saluti.