Questa Organizzazione Sindacale, con sorpresa e disappunto, ha preso visione dell’Ordine di Servizio n. 51 del 30 maggio 2017, emanato dal Direttore della Casa Circondariale di Livorno relativo a quanto in oggetto.
Dal predetto provvedimento emerge che il competente ufficio di codesta Direzione Generale ha modificato il proprio orientamento in merito agli oneri occupazionali da corrispondere da parte di chi utilizza le unità abitative presso la Caserma Agenti dell’isola di Gorgona.
Tale orientamento ci coglie di sorpresa, considerato che le precedenti previsioni andavano nel verso completamente opposto a quello oggi indicato.
Infatti, riconoscendo la specificità dell’isola da sempre qualificata come sede disagiata, gli uffici superiori ( PRAP E DAP) avevano sostenuto la piena derogabilità alla vigente normativa in materia, esonerando quindi il personale di cui sopra dal pagamento delle utenze.
Da quanto si apprende dalla premessa del provvedimento sopra indicato, invece, sembra che all’improvviso siano state date alla direzione competente disposizioni del tutto contrarie.
Dal citato ordine di servizio si apprende anche che la competente direzione ha chiesto e ottenuto la “decretazione” delle camera da impiegare ad uso esclusivo, propedeutica all’emanazione di provvedimenti
individuali di consegna delle unità abitative e quindi, al termine di tale processo, alla riscossione dalla busta paga di quanto dovuto.
Procedura che a questa Organizzazione Sindacale, pare rispettare la normativa in materia e le disposizioni di codesto ufficio.
Ma cosa succede se il personale di Polizia Penitenziaria non effettua la necessaria richiesta dell’unità abitativa ad uso esclusivo?
Questo interrogativo pone la base per una serie di riflessioni.
Le alternative alla richiesta di unità abitative ad uso esclusivo, in qualsiasi istituto del territorio nazionale, potrebbero essere le seguenti: chiedere un posto letto ad uso non esclusivo e continuativo, presupponendo questo che nei giorni in cui non si fruisce di tale sistemazione, evidentemente è stata individuata altra soluzione alloggiativa, ovvero individuare altra soluzione alloggiativa e non avanzare alcuna richiesta all’Amministrazione Penitenziaria.
Questo, si diceva, accade negli istituti penitenziari della terraferma.
Gorgona è un’isola carcere.
L’unica, crediamo, in tutta Europa, e ciò gli attribuisce necessariamente delle caratteristiche e specificità che non possono essere individuate in nessuna altra struttura penitenziaria del Paese e che meritano necessariamente valutazioni e scelte coraggiose da parte di chi, se ovviamente è tenuto a rispettare la normativa, ha però anche l’obbligo, nell’interpretazione di essa, di assumere decisioni diverse che davanti agli organi di controllo possono trovare giustificazioni inappellabili.
Entrando nello specifico, si fa notare che al personale di Polizia Penitenziaria che attualmente fruisce degli alloggi della caserma di Gorgona, non vengono riconosciute le alternative di cui sopra.
Infatti non ci risulta che, tranne gli alloggi demaniali ( ma questo è un altro discorso), vi siano sull’isola pensioni, B & B, Alberghi o Casa in vendita o in affitto.
L’alternativa è vivere all’aria aperta.
Pertanto la scelta è obbligata e ciò discrimina il personale che presta servizio sull’isola di Gorgona rispetto ai loro colleghi della terraferma.
A pensarci bene, però, il personale di Gorgona un’alternativa ce l’ha, anche se sicuramente faticosa, ed è quella di lasciare l’isola al termine di ogni turno di servizio per raggiungere la città di Livorno o altro
luogo prescelto.
Dalle voci che arrivano alla scrivente, infatti, sembra che sia proprio questa l’alternativa individuata dal personale interessato, il quale, visto che si trova costretto a dover far fronte a delle spese, sembra preferisca sostenerle in ambienti più confortevoli, che assicurano una giusta privacy e dove sono comunque inseriti in un territorio che offre tutti i servizi che l’isola carcere di Gorgona non può garantire.
Quanto sopra anche con il sacrificio di un maggiore esborso che però viene giustificato da una sicuramente migliore qualità della vita.
Tra l’atro il personale attualmente accasermato fruisce da sempre di una camera singola spesso di grandi dimensioni e pertanto dai conteggi effettuati, volendo mantenere lo “status quo” si troverebbe a
sostenere comunque spese di rilievo e ciò quindi giustifica ancora di più una scelta come quella di cui sopra.
Questa Organizzazione sindacale comprende umanamente tale presunta scelta, ma ragionando a mente fredda e scevra dall’emotività che in questi giorni sta inevitabilmente logorando il personale, si chiede: ma L’Amministrazione penitenziaria che ha creato questo stato di cose, può garantire quanto richiesto e dovuto?
Ad occhio a noi sembra proprio di no!
Almeno che invece l’Amministrazione non disponga di risorse a noi sconosciute e che ovviamente dovrà mettere a disposizione.
Per quanto ci è dato sapere, il naviglio della basa navale di Livorno, oltre ad essere insufficiente è anche vetusto e abbisognevole di continue manutenzioni.
Ci riferiscono che già da parecchio tempo, al massimo, nei periodi migliori, vi sono a disposizione solo due motovedette, spesso una sola e ci risulta anche che, come detto prima, l’Amministrazione regionale impiega ingenti fondi per le continue riparazioni.
Non è dato sapere invece, a questa sigla sindacale, a quanto ammontano le spese di carburante per ogni viaggio di una motovedetta, ma sicuramente parliamo di cifre consistenti.
Tanto è vero che sembra che ci siano delle precise disposizioni di limitare al massimo le corse delle motovedette.
La scrivente crede di poter affermare con certezza che l’Amministrazione penitenziaria non potrà “sequestrare” il personale sull’isola al termine del proprio orario di servizio, obbligandolo a permanere presso la caserma e pagare gli oneri occupazionali, ma, sempre a nostro modesto avviso, non potrà neanche sperperare le proprie risorse per garantire continue corse delle motovedette ad ogni fino turno di servizio.
A meno che le preoccupazioni di cui sopra siano ingiustificate e che quindi l’Amministrazione pur di incassare gli oneri occupazionali di un ridottissimo numero di appartenenti al Corpo ( ci risultano essere alla
data odierna circa 12 le unità interessate) sia disposta a fornire la base navale di Livorno di mezzi nuovi ed efficienti e sostenere le spese di carburante necessarie a garantire tutte le corse ad ogni fine turno di
servizio.
A tal proposito questa rappresentanza sindacale fornisce un altro utile dato: la forza operativa del personale di Polizia Penitenziaria presso l’isola è talmente carente ( ci risultano circa 24 unità compreso il
comandante) che togliendo da questo numero i colleghi che vivono negli alloggi demaniali, il più delle volte la corsa sarebbe destinata ad una sola unità, sempre alla modica cifra di …?, per più volte al giorno.
Il tutto mettendo in previsione la concreta possibilità che il personale che esce dall’Isola non vi possa più fare rientro causa avverse condizioni meteo marine che non consentono il viaggio della motovedetta.
Premesso tutto quanto sopra, non sembra azzardato suggerire a codesta Direzione Generale, una profonda riflessione sulla situazione venutasi a creare , e una valutazione di ciò che sarebbe più conveniente , in termini economici, ma anche in termini di benessere di un personale che, indubbiamente garantisce il proprio servizio in una realtà dove i problemi sono all’ordine del giorno (vedi recente razionamento dell’acqua, problema che si presenta ogni anno nei mesi estivi); dove sono pressocchè inesistenti le condizioni di svago e tutte quelle che servono ad un giusto recupero psicofisico; dove il personale, soprattutto nella stagione invernale, e non solo, spesso rimane per lunghi periodi privato della possibilità di vivere i rapporti familiari, quando le cattive condizioni del mare non permettono la navigazione delle motovedette; dove, sempre per le circostanze di cui sopra, e per la grave carenza di organico prima evidenziata, deve garantire turni di servizio che vanno ben oltre il previsto, perché il collega che doveva dare il cambio, recatosi sulla terraferma a fare la spesa o per altre esigenze, non ha potuto fare rientro sull’isola; dove a volte, verificatesi certe esigenze o criticità, il personale libero dal servizio, viene chiamato a dare il cambio al collega per consentirgli di “smontare” o addirittura di consumare il pasto di servizio. E tutti questi, ed altri non menzionati, disagi, in un momento in cui l’Amministrazione penitenziaria ha deciso che l’Istituto di Pena di Gorgona dovesse essere ripopolato, decisione che ha portato alla presenza attuale di circa 85 detenuti.
E che non si dica che questo personale tragga solo benefici dalla propria permanenza sull’isola, in quanto i disagi sopra elencati e quelli non descritti sono di gran lunga superiori rispetto ai pochi benefici di cui godono e che tra l’altro cominciano ad essere messi in discussione con provvedimenti come quello in questione.
Questa O.S. non dubita del buon senso che ha sempre contraddistinto le scelte della S.V. e Le chiede un intervento a favore del personale di polizia penitenziaria della Sezione distaccata di Gorgona, sulla questione,
valutando una revoca delle decisioni assunte ed un mantenimento delle attuali condizioni.
Si ringrazia e si porgono distinti saluti.
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caserma Polizia Penitenziaria Casa Circondariale Livorno sezione distaccata di Gorgona
Questa Organizzazione Sindacale, con sorpresa e disappunto, ha preso visione dell’Ordine di Servizio n. 51 del 30 maggio 2017, emanato dal Direttore della Casa Circondariale di Livorno relativo a quanto in oggetto.
Dal predetto provvedimento emerge che il competente ufficio di codesta Direzione Generale ha modificato il proprio orientamento in merito agli oneri occupazionali da corrispondere da parte di chi utilizza le unità abitative presso la Caserma Agenti dell’isola di Gorgona.
Tale orientamento ci coglie di sorpresa, considerato che le precedenti previsioni andavano nel verso completamente opposto a quello oggi indicato.
Infatti, riconoscendo la specificità dell’isola da sempre qualificata come sede disagiata, gli uffici superiori ( PRAP E DAP) avevano sostenuto la piena derogabilità alla vigente normativa in materia, esonerando quindi il personale di cui sopra dal pagamento delle utenze.
Da quanto si apprende dalla premessa del provvedimento sopra indicato, invece, sembra che all’improvviso siano state date alla direzione competente disposizioni del tutto contrarie.
Dal citato ordine di servizio si apprende anche che la competente direzione ha chiesto e ottenuto la “decretazione” delle camera da impiegare ad uso esclusivo, propedeutica all’emanazione di provvedimenti
individuali di consegna delle unità abitative e quindi, al termine di tale processo, alla riscossione dalla busta paga di quanto dovuto.
Procedura che a questa Organizzazione Sindacale, pare rispettare la normativa in materia e le disposizioni di codesto ufficio.
Ma cosa succede se il personale di Polizia Penitenziaria non effettua la necessaria richiesta dell’unità abitativa ad uso esclusivo?
Questo interrogativo pone la base per una serie di riflessioni.
Le alternative alla richiesta di unità abitative ad uso esclusivo, in qualsiasi istituto del territorio nazionale, potrebbero essere le seguenti: chiedere un posto letto ad uso non esclusivo e continuativo, presupponendo questo che nei giorni in cui non si fruisce di tale sistemazione, evidentemente è stata individuata altra soluzione alloggiativa, ovvero individuare altra soluzione alloggiativa e non avanzare alcuna richiesta all’Amministrazione Penitenziaria.
Questo, si diceva, accade negli istituti penitenziari della terraferma.
Gorgona è un’isola carcere.
L’unica, crediamo, in tutta Europa, e ciò gli attribuisce necessariamente delle caratteristiche e specificità che non possono essere individuate in nessuna altra struttura penitenziaria del Paese e che meritano necessariamente valutazioni e scelte coraggiose da parte di chi, se ovviamente è tenuto a rispettare la normativa, ha però anche l’obbligo, nell’interpretazione di essa, di assumere decisioni diverse che davanti agli organi di controllo possono trovare giustificazioni inappellabili.
Entrando nello specifico, si fa notare che al personale di Polizia Penitenziaria che attualmente fruisce degli alloggi della caserma di Gorgona, non vengono riconosciute le alternative di cui sopra.
Infatti non ci risulta che, tranne gli alloggi demaniali ( ma questo è un altro discorso), vi siano sull’isola pensioni, B & B, Alberghi o Casa in vendita o in affitto.
L’alternativa è vivere all’aria aperta.
Pertanto la scelta è obbligata e ciò discrimina il personale che presta servizio sull’isola di Gorgona rispetto ai loro colleghi della terraferma.
A pensarci bene, però, il personale di Gorgona un’alternativa ce l’ha, anche se sicuramente faticosa, ed è quella di lasciare l’isola al termine di ogni turno di servizio per raggiungere la città di Livorno o altro
luogo prescelto.
Dalle voci che arrivano alla scrivente, infatti, sembra che sia proprio questa l’alternativa individuata dal personale interessato, il quale, visto che si trova costretto a dover far fronte a delle spese, sembra preferisca sostenerle in ambienti più confortevoli, che assicurano una giusta privacy e dove sono comunque inseriti in un territorio che offre tutti i servizi che l’isola carcere di Gorgona non può garantire.
Quanto sopra anche con il sacrificio di un maggiore esborso che però viene giustificato da una sicuramente migliore qualità della vita.
Tra l’atro il personale attualmente accasermato fruisce da sempre di una camera singola spesso di grandi dimensioni e pertanto dai conteggi effettuati, volendo mantenere lo “status quo” si troverebbe a
sostenere comunque spese di rilievo e ciò quindi giustifica ancora di più una scelta come quella di cui sopra.
Questa Organizzazione sindacale comprende umanamente tale presunta scelta, ma ragionando a mente fredda e scevra dall’emotività che in questi giorni sta inevitabilmente logorando il personale, si chiede: ma L’Amministrazione penitenziaria che ha creato questo stato di cose, può garantire quanto richiesto e dovuto?
Ad occhio a noi sembra proprio di no!
Almeno che invece l’Amministrazione non disponga di risorse a noi sconosciute e che ovviamente dovrà mettere a disposizione.
Per quanto ci è dato sapere, il naviglio della basa navale di Livorno, oltre ad essere insufficiente è anche vetusto e abbisognevole di continue manutenzioni.
Ci riferiscono che già da parecchio tempo, al massimo, nei periodi migliori, vi sono a disposizione solo due motovedette, spesso una sola e ci risulta anche che, come detto prima, l’Amministrazione regionale impiega ingenti fondi per le continue riparazioni.
Non è dato sapere invece, a questa sigla sindacale, a quanto ammontano le spese di carburante per ogni viaggio di una motovedetta, ma sicuramente parliamo di cifre consistenti.
Tanto è vero che sembra che ci siano delle precise disposizioni di limitare al massimo le corse delle motovedette.
La scrivente crede di poter affermare con certezza che l’Amministrazione penitenziaria non potrà “sequestrare” il personale sull’isola al termine del proprio orario di servizio, obbligandolo a permanere presso la caserma e pagare gli oneri occupazionali, ma, sempre a nostro modesto avviso, non potrà neanche sperperare le proprie risorse per garantire continue corse delle motovedette ad ogni fino turno di servizio.
A meno che le preoccupazioni di cui sopra siano ingiustificate e che quindi l’Amministrazione pur di incassare gli oneri occupazionali di un ridottissimo numero di appartenenti al Corpo ( ci risultano essere alla
data odierna circa 12 le unità interessate) sia disposta a fornire la base navale di Livorno di mezzi nuovi ed efficienti e sostenere le spese di carburante necessarie a garantire tutte le corse ad ogni fine turno di
servizio.
A tal proposito questa rappresentanza sindacale fornisce un altro utile dato: la forza operativa del personale di Polizia Penitenziaria presso l’isola è talmente carente ( ci risultano circa 24 unità compreso il
comandante) che togliendo da questo numero i colleghi che vivono negli alloggi demaniali, il più delle volte la corsa sarebbe destinata ad una sola unità, sempre alla modica cifra di …?, per più volte al giorno.
Il tutto mettendo in previsione la concreta possibilità che il personale che esce dall’Isola non vi possa più fare rientro causa avverse condizioni meteo marine che non consentono il viaggio della motovedetta.
Premesso tutto quanto sopra, non sembra azzardato suggerire a codesta Direzione Generale, una profonda riflessione sulla situazione venutasi a creare , e una valutazione di ciò che sarebbe più conveniente , in termini economici, ma anche in termini di benessere di un personale che, indubbiamente garantisce il proprio servizio in una realtà dove i problemi sono all’ordine del giorno (vedi recente razionamento dell’acqua, problema che si presenta ogni anno nei mesi estivi); dove sono pressocchè inesistenti le condizioni di svago e tutte quelle che servono ad un giusto recupero psicofisico; dove il personale, soprattutto nella stagione invernale, e non solo, spesso rimane per lunghi periodi privato della possibilità di vivere i rapporti familiari, quando le cattive condizioni del mare non permettono la navigazione delle motovedette; dove, sempre per le circostanze di cui sopra, e per la grave carenza di organico prima evidenziata, deve garantire turni di servizio che vanno ben oltre il previsto, perché il collega che doveva dare il cambio, recatosi sulla terraferma a fare la spesa o per altre esigenze, non ha potuto fare rientro sull’isola; dove a volte, verificatesi certe esigenze o criticità, il personale libero dal servizio, viene chiamato a dare il cambio al collega per consentirgli di “smontare” o addirittura di consumare il pasto di servizio. E tutti questi, ed altri non menzionati, disagi, in un momento in cui l’Amministrazione penitenziaria ha deciso che l’Istituto di Pena di Gorgona dovesse essere ripopolato, decisione che ha portato alla presenza attuale di circa 85 detenuti.
E che non si dica che questo personale tragga solo benefici dalla propria permanenza sull’isola, in quanto i disagi sopra elencati e quelli non descritti sono di gran lunga superiori rispetto ai pochi benefici di cui godono e che tra l’altro cominciano ad essere messi in discussione con provvedimenti come quello in questione.
Questa O.S. non dubita del buon senso che ha sempre contraddistinto le scelte della S.V. e Le chiede un intervento a favore del personale di polizia penitenziaria della Sezione distaccata di Gorgona, sulla questione,
valutando una revoca delle decisioni assunte ed un mantenimento delle attuali condizioni.
Si ringrazia e si porgono distinti saluti.
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