concorso a 100 allievi agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria femminile – decreto del 19 giugno 2015 pubblicato nella gazzetta ufficiale 57 del 28 luglio 2015 IV Serie Speciale
Ill.mo Ministro, Esimo Presidente
Come è noto, nell’aprile del 2016 si sono svolte le prove attitudinali del concorso bandito nel giugno 2015 volto al reclutamento di 100 unità di polizia penitenziaria femminile. In concomitanza temporale con tale procedura si è data esecuzione alle prove per un diverso bando di concorso per il reclutamento di 300 unità maschili da avviare ai ruoli iniziali della Polizia Penitenziaria. Due procedure distinte, dunque, seppur temporalmente coincidenti. La cronaca ha narrato di presunte irregolarità che pare si siano registrate nel corso dell’espletamento delle prove per il reclutamento delle 300 unità maschili ed in attesa della conclusione delle indagini da parte dell’attività inquirente, la procedura è stata sospesa. Stessa sorte (sospensione del procedimento) ha raggiunto però – inspiegabilmente – anche il separato concorso per il reclutamento delle 100 unità femminili, nonostante si parli di due procedure distinte e separate e non vi sia nessuna fondata ragione di ritenere sussistenti le medesime irregolarità procedurali del “concorso gemello”. Ora, se da un lato può ritenersi condivisibile l’azione assunta in autotutela in relazione al concorso per 300 uomini, lo stesso non può dirsi per l’aliquota femminile, trattandosi – si ribadisce anche a rischio di ridondanza – di procedure autonome e indipendenti l’una dall’altra. L’atto di sospensione del procedimento in relazione alla procedura concorsuale dettagliata in oggetto di fatto produce una serie effetti negativi, tanto per l’Amministrazione tanto per le aspiranti poliziotte penitenziarie; da un lato si priva infatti il sofferente organico del Corpo di 100 unità celermente reclutabili, dall’altro alimenta nelle concorrenti lo stato di incertezza sul proprio futuro professionale. Con la presente corrispondenza, nel voler sensibilizzare codesti Vertici all’assunzione di provvedimenti atti a superare l’empasse procedurale in cui è precipitato il concorso in oggetto (100 allievi agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria Femminile), si chiede di voler ricevere con cortese sollecitudine una delegazione di questa Segreteria Generale al fine di una compiuta disamina congiunta della problematica rappresentata. In attesa di riscontro, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti
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concorso a 100 allievi agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria femminile – decreto del 19 giugno 2015 pubblicato nella gazzetta ufficiale 57 del 28 luglio 2015 IV Serie Speciale
Ill.mo Ministro, Esimo Presidente
Come è noto, nell’aprile del 2016 si sono svolte le prove attitudinali del concorso bandito nel giugno 2015 volto al reclutamento di 100 unità di polizia penitenziaria femminile. In concomitanza temporale con tale procedura si è data esecuzione alle prove per un diverso bando di concorso per il reclutamento di 300 unità maschili da avviare ai ruoli iniziali della Polizia Penitenziaria. Due procedure distinte, dunque, seppur temporalmente coincidenti. La cronaca ha narrato di presunte irregolarità che pare si siano registrate nel corso dell’espletamento delle prove per il reclutamento delle 300 unità maschili ed in attesa della conclusione delle indagini da parte dell’attività inquirente, la procedura è stata sospesa. Stessa sorte (sospensione del procedimento) ha raggiunto però – inspiegabilmente – anche il separato concorso per il reclutamento delle 100 unità femminili, nonostante si parli di due procedure distinte e separate e non vi sia nessuna fondata ragione di ritenere sussistenti le medesime irregolarità procedurali del “concorso gemello”. Ora, se da un lato può ritenersi condivisibile l’azione assunta in autotutela in relazione al concorso per 300 uomini, lo stesso non può dirsi per l’aliquota femminile, trattandosi – si ribadisce anche a rischio di ridondanza – di procedure autonome e indipendenti l’una dall’altra. L’atto di sospensione del procedimento in relazione alla procedura concorsuale dettagliata in oggetto di fatto produce una serie effetti negativi, tanto per l’Amministrazione tanto per le aspiranti poliziotte penitenziarie; da un lato si priva infatti il sofferente organico del Corpo di 100 unità celermente reclutabili, dall’altro alimenta nelle concorrenti lo stato di incertezza sul proprio futuro professionale. Con la presente corrispondenza, nel voler sensibilizzare codesti Vertici all’assunzione di provvedimenti atti a superare l’empasse procedurale in cui è precipitato il concorso in oggetto (100 allievi agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria Femminile), si chiede di voler ricevere con cortese sollecitudine una delegazione di questa Segreteria Generale al fine di una compiuta disamina congiunta della problematica rappresentata. In attesa di riscontro, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti
161111_Ministro e Capo Gabinetto – deteminazioni concorso 100 donne pol pen
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