Come già anticipato all’atto della sottoscrizione della pre-intesa ad opera della maggioranza delle Organizzazioni Sindacali, il Si.N.A.P.Pe non può aderire all’accordo negoziale ritenendo irrazionali le scelte che ne discendono. Nello specifico questa O.S. avversa le determinazioni relative ai fondi da destinare al raggiungimento degli obbiettivi per le figure apicali del Corpo, finanziati con le risorse destinate alla contrattazione decentrata che, teoricamente, dovrebbero rifondere i disagi specifici e peculiari delle più remote realtà penitenziarie attraverso una mappatura più pregnante dei disagi rispetto a quanto non sia in grado di fare l’accordo generale. Va in premessa specificato che la pre-intesa ricalca pedissequamente l’accordo siglato l’anno precedente anche da questa Organizzazione Sindacale, che aveva politicamente assunto un atteggiamento di apertura verso un’innovazione che si voleva introdurre nella trattazione della materia, mirante ad incentivare appunto “la responsabilità”. Il Si.N.A.P.Pe ne aveva condiviso “in via sperimentale” gli obbiettivi, non assumendo – a digiuno di dati – atteggiamenti preclusivi. Cosa che invece non può farsi questa volta.
Nel corso del primo incontro negoziale, tenutosi il 23 maggio 2018, a seguito di esplicita richiesta di questa O.S., i dati forniti dall’Amministrazione in merito ai risultati raggiunti l’anno precedente dai Comandanti di Reparto sono stati questi: il 65% dei teorici aventi diritto ha raggiunto il primo obbiettivo (esposizione della programmazione), il 57% ha raggiunto il secondo (abbattimento dei congedi arretrati) e il 60% il terzo obbiettivo (limitatissima revoca dei riposi programmati). I dati forniti però non indicano quali sono stati gli istituti virtuosi e quale il punto di partenza degli stessi. Ragionando oggi sugli obbiettivi riproposti, le perplessità aumentano in quanto il primo e il terzo obbiettivo si annullano a vicenda (basterà non rispettare l’onere della programmazione di cui al primo obbiettivo per raggiungere agevolmente il terzo, vale a dire quello di non revocare i riposi programmati). Quanto al secondo obbiettivo, raggiunto lo scorso anno dal 57% degli aspiranti, lo stesso poteva avere un senso l’anno precedente partendo da una mole di congedi maturati e non fruiti di una certa levatura; ma se almeno il 70% di tale mole è stata smaltita con l’obbiettivo dello scorso anno, quale è il senso della riproposizione per quest’anno? Per altro, non si comprendere secondo quale logica possono ritenersi obiettivi incentivanti il rispetto di oneri ricadenti in capo agli aspiranti da norme contrattuali: i tempi per l’esposizione della programmazione sono scanditi dall’Accordo Nazionale Quadro, la fruizione dei congedi per il personale è assicurata dal contratto (oltre che il linea generale dalla legge), la mancata revoca dei riposi programmati dovrebbe essere figlia di una gestione consapevole delle risorse umane. Guardando poi all’obbiettivo posto per comandante/responsabile NTP si fatica a comprendere la dimensione dell’obbiettivo atteso che il coordinamento delle traduzioni da accorpare spetta all’UST presso i PRAP. Un commento merita anche il maxi bonus per l’ammontare di 227 presenze che ha visto la corresponsione di 280 euro lordi, percepito – stando ai dati forniti dall’amministrazione nell’incontro di maggio – da circa un terzo degli appartenenti al Corpo (circa 13000 unità). Se questo però abbia corrisposto ad un contenimento delle assenze rispetto a quelle registrate l’anno precedente, non è dato saperlo. Ritenendo, dunque, per i motivi innanzi ESPLICITATI il documento negoziale non rispondente allo scopo di stimolare l’efficienza degli Istituti e servizi Penitenziari, il Si.N.A.P.Pe non sottoscriverà l’accordo. Restando a disposizione per qualsivoglia ulteriore confronto sul tema, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.
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F.E.S.I. 2018 – I motivi della mancata sottoscrizione da parte del Si.N.A.P.Pe
Come già anticipato all’atto della sottoscrizione della pre-intesa ad opera della maggioranza delle Organizzazioni Sindacali, il Si.N.A.P.Pe non può aderire all’accordo negoziale ritenendo irrazionali le scelte che ne discendono. Nello specifico questa O.S. avversa le determinazioni relative ai fondi da destinare al raggiungimento degli obbiettivi per le figure apicali del Corpo, finanziati con le risorse destinate alla contrattazione decentrata che, teoricamente, dovrebbero rifondere i disagi specifici e peculiari delle più remote realtà penitenziarie attraverso una mappatura più pregnante dei disagi rispetto a quanto non sia in grado di fare l’accordo generale. Va in premessa specificato che la pre-intesa ricalca pedissequamente l’accordo siglato l’anno precedente anche da questa Organizzazione Sindacale, che aveva politicamente assunto un atteggiamento di apertura verso un’innovazione che si voleva introdurre nella trattazione della materia, mirante ad incentivare appunto “la responsabilità”. Il Si.N.A.P.Pe ne aveva condiviso “in via sperimentale” gli obbiettivi, non assumendo – a digiuno di dati – atteggiamenti preclusivi. Cosa che invece non può farsi questa volta.
Nel corso del primo incontro negoziale, tenutosi il 23 maggio 2018, a seguito di esplicita richiesta di questa O.S., i dati forniti dall’Amministrazione in merito ai risultati raggiunti l’anno precedente dai Comandanti di Reparto sono stati questi: il 65% dei teorici aventi diritto ha raggiunto il primo obbiettivo (esposizione della programmazione), il 57% ha raggiunto il secondo (abbattimento dei congedi arretrati) e il 60% il terzo obbiettivo (limitatissima revoca dei riposi programmati). I dati forniti però non indicano quali sono stati gli istituti virtuosi e quale il punto di partenza degli stessi. Ragionando oggi sugli obbiettivi riproposti, le perplessità aumentano in quanto il primo e il terzo obbiettivo si annullano a vicenda (basterà non rispettare l’onere della programmazione di cui al primo obbiettivo per raggiungere agevolmente il terzo, vale a dire quello di non revocare i riposi programmati). Quanto al secondo obbiettivo, raggiunto lo scorso anno dal 57% degli aspiranti, lo stesso poteva avere un senso l’anno precedente partendo da una mole di congedi maturati e non fruiti di una certa levatura; ma se almeno il 70% di tale mole è stata smaltita con l’obbiettivo dello scorso anno, quale è il senso della riproposizione per quest’anno? Per altro, non si comprendere secondo quale logica possono ritenersi obiettivi incentivanti il rispetto di oneri ricadenti in capo agli aspiranti da norme contrattuali: i tempi per l’esposizione della programmazione sono scanditi dall’Accordo Nazionale Quadro, la fruizione dei congedi per il personale è assicurata dal contratto (oltre che il linea generale dalla legge), la mancata revoca dei riposi programmati dovrebbe essere figlia di una gestione consapevole delle risorse umane. Guardando poi all’obbiettivo posto per comandante/responsabile NTP si fatica a comprendere la dimensione dell’obbiettivo atteso che il coordinamento delle traduzioni da accorpare spetta all’UST presso i PRAP. Un commento merita anche il maxi bonus per l’ammontare di 227 presenze che ha visto la corresponsione di 280 euro lordi, percepito – stando ai dati forniti dall’amministrazione nell’incontro di maggio – da circa un terzo degli appartenenti al Corpo (circa 13000 unità). Se questo però abbia corrisposto ad un contenimento delle assenze rispetto a quelle registrate l’anno precedente, non è dato saperlo. Ritenendo, dunque, per i motivi innanzi ESPLICITATI il documento negoziale non rispondente allo scopo di stimolare l’efficienza degli Istituti e servizi Penitenziari, il Si.N.A.P.Pe non sottoscriverà l’accordo. Restando a disposizione per qualsivoglia ulteriore confronto sul tema, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.
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