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Polizia Penitenziaria: criteri di accesso al reparto specializzato G.I.O.

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Polizia Penitenziaria: criteri di accesso al reparto specializzato G.I.O.

Luglio 17, 2024 Sinappe 0 Comments

Questa mattina presso il DAP si è svolta la riunione tra l’Amministrazione ed i sindacati rappresentativi del Corpo di Polizia Penitenziaria per discutere la bozza del P.C.D. recante i criteri di accesso al reparto specializzato “G.I.O.” (Gruppo Intervento Operativo). Ferme restando le perplessità riguardo alle modalità della stesura e ad alcuni contenuti del Decreto Ministeriale a cui questa bozza del P.C.D. è direttamente collegato, i dubbi espressi dal SiNAPPe riguardano nel dettaglio alcuni articoli e la loro effettiva applicabilità e ancor prima alcune questioni di carattere generale.

Prima cosa da chiarire è il numero del contingente di personale di Polizia Penitenziaria, sia maschile sia, presumibilmente, femminile, che è previsto sarà impiegato nel contingente del G.I.O. e in quello dei vari G.I.R. (Gruppi di Intervento Regionali). E’ presumibile ipotizzare un organico di non meno di 300 persone e allora è da chiarire subito da quale aliquota dovranno essere attinte tali unità: del DAP? Dei Prap? Perché è impossibile ipotizzare che si continui ad attingere dal personale assegnato (sulla carta) agli Istituti penitenziari, per poi “distaccarlo” ad altri incarichi.

Il Decreto Ministeriale scrive che il G.I.O. interverrà entro un’ora nel luogo in cui ne sarà richiesta l’operatività, ma allora o si ipotizza la disponibilità e l’uso di elicotteri (del Corpo o in convenzione così come avviene ora con il protocollo tra il G.O.M. e la Guardia di Finanza) nel caso di intervento del G.I.O. nazionale, oppure di adeguati mezzi con relative competenze di “guida sicura” per trasportare tempestivamente, il personale del G.I.R. nel contestuale teatro operativo di turno.

Nella bozza sono presenti molti passaggi in cui si prevede che il Direttore del G.I.O. eserciti un’autonomia decisionale, ma solo in determinati contesti di emergenza. Ma allora, essendo il G.I.O. di per sé, un gruppo che opera in contesti di emergenza, questo significa che il Direttore del G.I.O. potrà prendere decisioni in quasi totale autonomina?

Ulteriori perplessità le abbiamo espresse sui titoli e l’età anagrafica per accedere al contingente del G.I.O. che prevedono lauree e master in studi giuridici e limiti di età che favoriranno gli Agenti più giovani, e di conseguenza, meno esperti. E’ una scelta adeguata? Noi del SiNAPPe riteniamo non sia la scelta giusta e coerente con i contesti che si verificano nella vita reale e quotidiana di ogni Istituto penitenziario dove per fronteggiare una situazione emergenziale in cui un carcere o parte di esso sia fuori controllo del personale assegnato, i rivoltosi non si lasceranno convincere dalle capacità acquisite dai Poliziotti nelle aule universitarie, ma, come dimostrano anche i casi recenti di manifestazioni di protesta ai limiti della rivolta, abbiano prevalso altre forme di deterrenza. 

Il SiNAPPe quindi esprime perplessità per l’effettiva applicabilità e utilità di un P.C.D. con questi criteri che non risolveranno i problemi, ma anzi, possono acuire le inefficienze in un contesto di emergenze diffuse nel quale ci potremmo trovare in futuro.

Polizia Penitenziaria: GIO (Gruppo di Intervento Operativo), bozza di PCD sui criteri di assegnazione

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