Egregio Presidente, questa Organizzazione Sindacale durante un incontro tenutosi in data 23 novembre u.s. ha appreso che nei prossimi mesi avranno inizio i lavori per la realizzazione di un nuovo padiglione detentivo presso la Casa Circondariale di Bologna “La Dozza”. Il predetto progetto, concepito nel lontano 2009 con la finalità di porre concreto rimedio al noto problema del sovraffollamento, risulta oggi decisamente anacronistico figlio di una concezione della detenzione superata e distante dalle attuali esigenze penitenziarie.
Infatti, a fronte degli interventi normativi europei volti a considerare le stanze detentive quasi esclusivamente come “camere di pernottamento” (parametrate secondo il numero degli occupanti), la legislazione attuale propende, inoltre, verso degli spazi dedicati precipuamente alle attività trattamentali ritenendo fondamentale l’adozione sempre maggiore delle misure alternative alla detenzione soprattutto per coloro che sono
in attesa di giudizio con la conseguente riduzione del fenomeno del sovraffollamento.
Rebus sic stantibus, la struttura di prossima realizzazione pare richiedere un
impegno economico non di poco, di converso la somma impegnata potrebbe essere
utilizzata per la ristrutturazione e l’adeguamento della struttura già esistente.
Pertanto alla luce di quanto sopra, si chiede alla S.V. di voler valutare la possibilità
di non realizzare il progetto in corso e di investire tali risorse rinnovando l’istituto
bolognese ed installando sistemi di sicurezza più all’avanguardia.
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Casa Circondariale di Bologna -apertura nuovo padiglione
Egregio Presidente, questa Organizzazione Sindacale durante un incontro tenutosi in data 23 novembre u.s. ha appreso che nei prossimi mesi avranno inizio i lavori per la realizzazione di un nuovo padiglione detentivo presso la Casa Circondariale di Bologna “La Dozza”. Il predetto progetto, concepito nel lontano 2009 con la finalità di porre concreto rimedio al noto problema del sovraffollamento, risulta oggi decisamente anacronistico figlio di una concezione della detenzione superata e distante dalle attuali esigenze penitenziarie.
Infatti, a fronte degli interventi normativi europei volti a considerare le stanze detentive quasi esclusivamente come “camere di pernottamento” (parametrate secondo il numero degli occupanti), la legislazione attuale propende, inoltre, verso degli spazi dedicati precipuamente alle attività trattamentali ritenendo fondamentale l’adozione sempre maggiore delle misure alternative alla detenzione soprattutto per coloro che sono
in attesa di giudizio con la conseguente riduzione del fenomeno del sovraffollamento.
Rebus sic stantibus, la struttura di prossima realizzazione pare richiedere un
impegno economico non di poco, di converso la somma impegnata potrebbe essere
utilizzata per la ristrutturazione e l’adeguamento della struttura già esistente.
Pertanto alla luce di quanto sopra, si chiede alla S.V. di voler valutare la possibilità
di non realizzare il progetto in corso e di investire tali risorse rinnovando l’istituto
bolognese ed installando sistemi di sicurezza più all’avanguardia.
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