abbiamo appreso che, l’8 febbraio 2020, durante la traduzione di una persona detenuta, presso l’Ospedale Maggiore di Bologna, il personale di Polizia penitenziaria sia venuto a conoscenza dal personale sanitario in loco, che la persona detenuta era affetta da “turbercolosi respiratoria aperta con terapia in atto”. Cio’ ha destato non poca preoccupazione nel personale, perche’ tutti – sia il personale di Polizia penitenziaria, che la persona detenuta – risultavono sprovvisti di mascherine. Ci risulta, inoltre, che il personale coinvolto, dopo aver appreso di suddetta patologia, avrebbe avuto contatti con i referenti sanitari interni all’Istituto, che avrebbero confermato la pregressa presenza della patologia e a specifica richiesta del personale di Polizia penitenziaria, avrebbero confermato la necessita’ degli ausili di protezione individuali, come la mascherina su indicata, fornite dalla struttura ospedaliera. Questo accadimento non e’ verificato, ma data la gravita’, per un’eventuale ripercussione sulla salute degli operatori di Polizia penitenziaria e della Popolazione detenuta, sarebbe opportuno, ad avviso della scrivente O.S. , la verifica di quanto accaduto, al fine di prendere le misure sanitarie opportune. Pertanto, chiediamo: uno, la verifica della fondatezza, o dei fatti sopra riportati; due, essere informati, in caso positivo, su quali iniziative sanitarie la Diregenza dell’Istituto intenda odottare, per far fronte a quanto eventulmente verificatosi.
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Casa Circondariale di Bologna – Presunto caso TBC – Richiesta chiarimenti
Egregio Direttore,
abbiamo appreso che, l’8 febbraio 2020, durante la traduzione di una persona detenuta, presso l’Ospedale Maggiore di Bologna, il personale di Polizia penitenziaria sia venuto a conoscenza dal personale sanitario in loco, che la persona detenuta era affetta da “turbercolosi respiratoria aperta con terapia in atto”. Cio’ ha destato non poca preoccupazione nel personale, perche’ tutti – sia il personale di Polizia penitenziaria, che la persona detenuta – risultavono sprovvisti di mascherine. Ci risulta, inoltre, che il personale coinvolto, dopo aver appreso di suddetta patologia, avrebbe avuto contatti con i referenti sanitari interni all’Istituto, che avrebbero confermato la pregressa presenza della patologia e a specifica richiesta del personale di Polizia penitenziaria, avrebbero confermato la necessita’ degli ausili di protezione individuali, come la mascherina su indicata, fornite dalla struttura ospedaliera. Questo accadimento non e’ verificato, ma data la gravita’, per un’eventuale ripercussione sulla salute degli operatori di Polizia penitenziaria e della Popolazione detenuta, sarebbe opportuno, ad avviso della scrivente O.S. , la verifica di quanto accaduto, al fine di prendere le misure sanitarie opportune. Pertanto, chiediamo: uno, la verifica della fondatezza, o dei fatti sopra riportati; due, essere informati, in caso positivo, su quali iniziative sanitarie la Diregenza dell’Istituto intenda odottare, per far fronte a quanto eventulmente verificatosi.
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