Egregio Direttore, è ormai consolidato come la carenza di personale femminile di polizia penitenziaria presso la Casa Circondariale di Bolzano sia divenuto un problema non più procrastinabile, considerata la presenza di precipui compiti da espletare, come ad esempio le perquisizioni alle familiari dei detenuti, nei giorni di colloquio, che non trovano il giusto compimento. Si fa presente che nel penitenziario in parola, opera effettivamente una sola poliziotta appartenente al ruolo agenti/assistenti, preso atto che le altre due unità amministrate “sulla carta” sono assenti legittimate (una per gravi motivi familiari e l’altra per impegni sportivi ufficiali), motivo per cui a quell’unica unità presente, grava tutto l’onere lavorativo. Chiaramente la stessa fruisce dei riposi e dei congedi previsti ed in tali casi, la sua assenza, fa emergere di più la problematica connessa alla predetta carenza organica. Per sopperire a tale difficoltà, si fa ricorso necessariamente all’organico femminile in forza all’Istituto di Trento che, più volte a settimana, viene inviato in servizio di missione presso il carcere bolzanino; il tutto con evidenti costi per l’Amministrazione ed un accumulo di stress per le dipendenti che, oltre il turno di lavoro, devono sobbarcarsi l’onere fisico del viaggio. Pertanto, considerando che nessuna delle neo agenti uscenti dal 174° Corso è stata indirizzata verso l’Istituto in parola, si chiede di tener conto di quanto evidenziato, per la prossima destinazione del 175° corso, tuttora in atto, affinché si possa garantire la “quota rosa” all’Istituto de quo, indispensabile per la corretta effettuazione dell’attività penitenziaria.
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CASA CIRCONDARIALE DI BOLZANO – Richiesta integrazione personale femminile
Egregio Direttore,
è ormai consolidato come la carenza di personale femminile di polizia penitenziaria presso la Casa Circondariale di Bolzano sia divenuto un problema non più procrastinabile, considerata la presenza di precipui compiti da espletare, come ad esempio le perquisizioni alle familiari dei detenuti, nei giorni di colloquio, che non trovano il giusto compimento.
Si fa presente che nel penitenziario in parola, opera effettivamente una sola poliziotta appartenente al ruolo agenti/assistenti, preso atto che le altre due unità amministrate “sulla carta” sono assenti legittimate (una per gravi motivi familiari e l’altra per impegni sportivi ufficiali), motivo per cui a quell’unica unità presente, grava tutto l’onere lavorativo. Chiaramente la stessa fruisce dei riposi e dei congedi previsti ed in tali casi, la sua assenza, fa emergere di più la problematica connessa alla predetta carenza organica.
Per sopperire a tale difficoltà, si fa ricorso necessariamente all’organico femminile in forza all’Istituto di Trento che, più volte a settimana, viene inviato in servizio di missione presso il carcere bolzanino; il tutto con evidenti costi per l’Amministrazione ed un accumulo di stress per le dipendenti che, oltre il turno di lavoro, devono sobbarcarsi l’onere fisico del viaggio.
Pertanto, considerando che nessuna delle neo agenti uscenti dal 174° Corso è stata indirizzata verso l’Istituto in parola, si chiede di tener conto di quanto evidenziato, per la prossima destinazione del 175° corso, tuttora in atto, affinché si possa garantire la “quota rosa” all’Istituto de quo, indispensabile per la corretta effettuazione dell’attività penitenziaria.
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