Egregio Provveditore
Spiace dover investire codesta figura apicale nel territorio regionale per problematiche di stretta pertinenza della Direzione della Casa Circondariale di Brescia, ma ciò si rende necessario a causa della già comunicata interruzione di ogni forma di dialogo con la stessa per le note dichiarazioni ad ella attribuite, e ad oggi ancora non smentite, in merito alle relazioni sindacali.
Segue a tale doverosa premessa la narrazione del clima poco disteso che si registra fra il personale, che lamenta una scarsa sensibilità della Direzione rispetto alla gestione di pratiche amministrative che riguardano i poliziotti. Si adducono esempi concreti di casi che, pur nella legittima discrezionalità del titolare del procedimento, risultano essersi tradotti in provvedimenti che eufemisticamente definiamo “poco popolari”.
Come è certamente noto a codesta Autorità, giorni addietro vi è stato un ennesimo evento critico nell’istituto in parola e, per ripristinare l’ordine, è stato necessario l’intervento degli uomini del reparto, alcuni dei quali hanno riportato in quella occasione delle lesioni certificate. Ebbene, a fronte di un referto di pronto soccorso con prognosi di 7 giorni, si è ritenuto di non attivare la procedura diretta per il riconoscimento della causa di servizio, in antitesi a quanto fatto in analoghe circostanze anche da pregresse direzioni del medesimo istituto. Ribadiamo che non è nostra intenzione entrare nel merito della decisione; ci facciamo unicamente portavoce del malumore che detta determinazione ha creato nel poliziotto, al pari del malumore creato dalla concessione di soli due giorni di congedo straordinario per un evento luttuoso che ha colpito un altro collega in forza al reparto di Canton Mombello (si parla di un evento luttuoso per affine di primo grado) che si è sempre distinto per professionalità e zelo, che comprensibilmente legge, in tale determinazione, una mancata vicinanza dell’Amministrazione per la quale non si è risparmiato in oltre vent’anni di ineccepibile servizio.
Il medesimo scarso interesse viene percepito da altra unità di personale che da tempo immemore ha presentato istanza per l’ammissione ai benefici previsti dal decreto legislativo 151/2001 (permessi giornalieri) senza ad oggi ottenere risposta. La questione apparentemente complessa, da quanto risulta a questa O.S., è stata attenzionata a codesti Uffici e di rimando ai
competenti uffici dipartimentali per la determinazione nel merito ma, nonostante il notevole lasso di tempo trascorso, non v’è stato alcun sollecito volto a conoscere il parere, per la successiva
definizione della pratica, anche in senso negativo. Tale inerzia produce una compressione dei diritti del dipendente che, in assenza di un provvedimento formale, non può nemmeno agire per vie legali per la declaratoria del proprio diritto (diritto che nel caso di specie è soggetto ad evidente perenzione al compimento dell’anno di età del bambino). Si affianca a questa, altra unità che ha
avanzato identica istanza da qualche tempo, senza ricevere risposta.
A fronte di quanto qui narrato, si ritiene doveroso sollecitare un intervento di codesto Provveditore volto a sensibilizzare la Direzione in parola ad una diversa gestione del personale
amministrato, affinché si giunga nell’immediato al contenimento del diffuso malumore di cui si è detto. Il tutto perché il benessere del personale si traduce in un innalzamento motivazionale che
produce indiscutibili effetti sulla qualità del lavoro reso.
Si resta in attesa di un cenno di riscontro che assicuri un interessamento nel merito.
Distinti saluti
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Casa Circondariale di Brescia – gestione del personale di polizia penitenziaria
Egregio Provveditore
Spiace dover investire codesta figura apicale nel territorio regionale per problematiche di stretta pertinenza della Direzione della Casa Circondariale di Brescia, ma ciò si rende necessario a causa della già comunicata interruzione di ogni forma di dialogo con la stessa per le note dichiarazioni ad ella attribuite, e ad oggi ancora non smentite, in merito alle relazioni sindacali.
Segue a tale doverosa premessa la narrazione del clima poco disteso che si registra fra il personale, che lamenta una scarsa sensibilità della Direzione rispetto alla gestione di pratiche amministrative che riguardano i poliziotti. Si adducono esempi concreti di casi che, pur nella legittima discrezionalità del titolare del procedimento, risultano essersi tradotti in provvedimenti che eufemisticamente definiamo “poco popolari”.
Come è certamente noto a codesta Autorità, giorni addietro vi è stato un ennesimo evento critico nell’istituto in parola e, per ripristinare l’ordine, è stato necessario l’intervento degli uomini del reparto, alcuni dei quali hanno riportato in quella occasione delle lesioni certificate. Ebbene, a fronte di un referto di pronto soccorso con prognosi di 7 giorni, si è ritenuto di non attivare la procedura diretta per il riconoscimento della causa di servizio, in antitesi a quanto fatto in analoghe circostanze anche da pregresse direzioni del medesimo istituto. Ribadiamo che non è nostra intenzione entrare nel merito della decisione; ci facciamo unicamente portavoce del malumore che detta determinazione ha creato nel poliziotto, al pari del malumore creato dalla concessione di soli due giorni di congedo straordinario per un evento luttuoso che ha colpito un altro collega in forza al reparto di Canton Mombello (si parla di un evento luttuoso per affine di primo grado) che si è sempre distinto per professionalità e zelo, che comprensibilmente legge, in tale determinazione, una mancata vicinanza dell’Amministrazione per la quale non si è risparmiato in oltre vent’anni di ineccepibile servizio.
Il medesimo scarso interesse viene percepito da altra unità di personale che da tempo immemore ha presentato istanza per l’ammissione ai benefici previsti dal decreto legislativo 151/2001 (permessi giornalieri) senza ad oggi ottenere risposta. La questione apparentemente complessa, da quanto risulta a questa O.S., è stata attenzionata a codesti Uffici e di rimando ai
competenti uffici dipartimentali per la determinazione nel merito ma, nonostante il notevole lasso di tempo trascorso, non v’è stato alcun sollecito volto a conoscere il parere, per la successiva
definizione della pratica, anche in senso negativo. Tale inerzia produce una compressione dei diritti del dipendente che, in assenza di un provvedimento formale, non può nemmeno agire per vie legali per la declaratoria del proprio diritto (diritto che nel caso di specie è soggetto ad evidente perenzione al compimento dell’anno di età del bambino). Si affianca a questa, altra unità che ha
avanzato identica istanza da qualche tempo, senza ricevere risposta.
A fronte di quanto qui narrato, si ritiene doveroso sollecitare un intervento di codesto Provveditore volto a sensibilizzare la Direzione in parola ad una diversa gestione del personale
amministrato, affinché si giunga nell’immediato al contenimento del diffuso malumore di cui si è detto. Il tutto perché il benessere del personale si traduce in un innalzamento motivazionale che
produce indiscutibili effetti sulla qualità del lavoro reso.
Si resta in attesa di un cenno di riscontro che assicuri un interessamento nel merito.
Distinti saluti
Prap Milano_gestione del peronale CC Brescia
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