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Casa Circondariale di Brescia – organizzazione del lavoro – criticità emerse durante il piano ferie – richiesta intervento

Gennaio 11, 2016 Sinappe 0 Comments

Egregio Provveditore
Non appartiene alla politica del Si.N.A.P.Pe la logica del “noi lo avevamo detto”, ma obblighi di
coscienza ci inducono a fare una riflessione a conclusione di un piano ferie, figlio di una organizzazione del
lavoro non condivisa da questa O.S., che ha dimostrato senza troppi sforzi la propria fallimentarietà.
I carichi di lavoro sono aumentati in maniera esponenziale, così come gli eventi critici da dover
affrontare, che hanno prodotto il crescere di eventi traumatici a carico dei poliziotti in servizio, così come
certificato dalla Commissione Medico Ospedaliera competente per territorio. Aumenta così il numero delle
assenze giustificate dal servizio per convalescenze (parliamo di eventi con lesioni giudicate guaribili in oltre
30 giorni) che si vanno a sommare al consistente fenomeno delle assenze di lungo corso per patologie
afferenti alla sfera emozionale.
Quanto e cosa, dunque, ancora attendere prima di rimettere mano all’organizzazione del lavoro?
L’inefficacia di quella attuale è ormai sotto gli occhi di tutti, e ci viene forse da pensare che la
sottovalutazione dell’allarme sia da connettersi unicamente al fatto che la denuncia provenga da questa O.S.
Denuncia che si somma ad altre circostanze concrete su cui si è intervenuto e che sono passate in sordina; si
pensi al vagabondaggio di ratti all’interno dell’istituto denunciato da chi scrive senza aver potuto apprezzare
l’avvio di un’opera di derattizzazione; si pensi alle condizioni termiche del posto di servizio denominato
“primo cancello”, riscaldato (si fa per dire) da una stufetta che non è atta ad assicurare il necessario conforto
ambientale, sicché diventa una tortura l’espletamento del turno presso quel posto di servizio, turno che
supera abbondantemente le 6 ore ordinarie, spingendosi a toccare stabilmente le otto ore e giungendo
finanche a dieci ore consecutive.

A fronte dell’inerzia ampiamente dimostrata dalla Direzione, è il caso che codesto Provveditore intervenga per il ripristino di una gestione globale improntata a criteri di razionalità, in considerazione che quella attuale appare piuttosto lontana anche dalle prassi consolidate. Basti pensare a quanto si è appreso di recente in merito al concordato impiego del personale NTP per i servizi di piantonamento. Accade che le unità in questione, individuate per quel dato servizio, vengano programmate in altri posti in caso di assenza di piantonamenti (variazione che dovrebbe invece avvenire all’atto della conferenza che precede l’inizio turno) di talché in caso di sopraggiunte esigenza di piantonamento vengono impiegate altre unità e non quelle predeterminate. Organizzazione questa che appare alquanto bizzarra e oseremmo dire anche scollata dagli accordi pattizi vigenti. Una inerzia che si sta registrando anche in merito ad ulteriori segnalazioni, come ad esempio quella relativa ai cavi scoperti nei quadri elettrici presenti appena al di fuori delle camere detentive, con in concreto rischio di incidenti tanto per il personale quanto per la popolazione detenuta. Sa da un lato si è registrata l’assenza delle azioni richiesta, dall’altra non si è fatta attendere l’attività di asportazione dagli “Ufficio Preposti” dei reparti degli armadietti in uso al personale di turno, ove venivano opportunamente e temporaneamente custoditi beni propri del poliziotto presente in quel turno (dalla bottiglietta d’acqua allo snack piuttosto che alla torcia a batterie da utilizzare in caso di emergenza). Potremmo quasi giungere ad affermare un decisionismo senza pari da parte della Direzione quando si tratta di muoversi nel solco contrario del benessere del personale. Nello stesso contesto si inserisce la chiusura dello spaccio durante le festività fino a tutto il 6 gennaio 2016. Si coglie altresì l’occasione per riaprire la discussione circa l’ingiusta esclusione di una unità dalla mobilità interna (perché assegnata all’epoca dei fatti con provvedimento del direttore a carica fissa e per altro oggi paradossalmente restituito al servizio a turno). Sulla questione questa O.S. si è vista costretta a richiedere l’attivazione della Commissione Arbitrale Regionale, nonostante vi sia recente identica pronuncia del medesimo organo che va nel medesimo verso invocato dal Si.N.A.P.Pe. Apparirebbe dunque opportuno, da parte di codesto Provveditore, un input risolutivo della questione senza la necessità di attendere una ulteriore e scontata pronuncia dell’organo paritetico. Per tutto quanto in argomento, questa O.S. sollecita ancora una volta il Provveditore Regionale affinché intervenga nel merito ed intimi alla Direzione di procedere con urgenza alla più volte auspicata costituzione di un tavolo tecnico per la revisione globale dell’organizzazione del lavoro, e detti disposizioni atte a rimuovere le problematiche pratiche sopra evidenziate. In attesa di riscontro, si porgono distinti saluti

Prap Milano – gestione CC Brescia

 

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