Egregio Provveditore, quanto è accaduto nella mattinata di ieri presso il penitenziario foggiano allarma non solo questa Organizzazione Sindacale, ma più in generale tutto il personale di polizia penitenziaria del distretto; un personale consapevole delle condizioni di precaria sicurezza in cui è chiamato ad operare. Che con la stagione calda, anche l’insofferenza alla reclusione si acuisca è un dato che ormai ci consegna immutabilmente la storia, tanto che con l’elevarsi delle temperature atmosferiche si eleva costantemente il numero degli eventi critici; la cosa che allarma è, tuttavia, il serpeggiante senso di rassegnazione con cui stiamo facendo i conti, costretti a prendere atto che le difficoltà operative della nostra Regione non vengono tenute in debita considerazione, tanto che non accenna a contenersi il sovraffollamento, né si accenna ad un progetto di revisione delle inadeguate piante organiche che interessano gli istituti del distretto. Ecco, il caso di Foggia, forse costituisce un episodio eclatante quanto a portata, ma a breve confluirà nel grande numero degli eventi critici che conteremo nel corso di questa estate, senza che si possa apprezzare un concreto segnale di cambio di direzione. E stiam parlando di un istituto che nel recentissimo passato ha conosciuto l’escalation del fenomeno aggressivo a danno del personale di polizia penitenziaria.
Evidentemente non sono bastate le azioni di indirizzo poste in essere da codesto Vertice e Foggia continua ad essere un istituto problematico, non solo per il tessuto criminale del territorio, non solo per le sue importanti dimensioni, ma anche e soprattutto in relazione ad una gestione che evidentemente non si sta rivelando efficiente e che pecca in fatto di dialogo con le organizzazioni sindacali. Le difficoltà foggiane di certo non esauriscono le insostenibilità delle condizioni lavorative degli istituti pugliesi. Sorte migliore non è toccata all’istituto di Taranto, a quello di Lecce, a quello di Brindisi o alle consorelle di più piccole dimensioni, quali Lucera e San Severo. E’ necessario ed indifferibile porre in campo una strategia condivisa che ci porti all’individuazione di strade percorribili, cambi di rotta affinché anche i superiori Uffici Dipartimentali tocchino con mano le difficoltà in cui versano i penitenziari pugliesi. Nel richiedere in via d’urgenza una valutazione circa una diversa ubicazione dei protagonisti dei disordini che si sono registrati presso il penitenziario dauno, si chiede di conoscere quali misure saranno poste in essere nel breve periodo in supporto e a garanzia del personale di polizia penitenziaria.
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CASA CIRCONDARIALE DI FOGGIA – Evento critico del 2 luglio. Difficoltà operative regione Puglia
Egregio Provveditore, quanto è accaduto nella mattinata di ieri presso il penitenziario foggiano allarma non solo questa Organizzazione Sindacale, ma più in generale tutto il personale di polizia penitenziaria del distretto; un personale consapevole delle condizioni di precaria sicurezza in cui è chiamato ad operare. Che con la stagione calda, anche l’insofferenza alla reclusione si acuisca è un dato che ormai ci consegna immutabilmente la storia, tanto che con l’elevarsi delle temperature atmosferiche si eleva costantemente il numero degli eventi critici; la cosa che allarma è, tuttavia, il serpeggiante senso di rassegnazione con cui stiamo facendo i conti, costretti a prendere atto che le difficoltà operative della nostra Regione non vengono tenute in debita considerazione, tanto che non accenna a contenersi il sovraffollamento, né si accenna ad un progetto di revisione delle inadeguate piante organiche che interessano gli istituti del distretto. Ecco, il caso di Foggia, forse costituisce un episodio eclatante quanto a portata, ma a breve confluirà nel grande numero degli eventi critici che conteremo nel corso di questa estate, senza che si possa apprezzare un concreto segnale di cambio di direzione. E stiam parlando di un istituto che nel recentissimo passato ha conosciuto l’escalation del fenomeno aggressivo a danno del personale di polizia penitenziaria.
Evidentemente non sono bastate le azioni di indirizzo poste in essere da codesto Vertice e Foggia continua ad essere un istituto problematico, non solo per il tessuto criminale del territorio, non solo per le sue importanti dimensioni, ma anche e soprattutto in relazione ad una gestione che evidentemente non si sta rivelando efficiente e che pecca in fatto di dialogo con le organizzazioni sindacali. Le difficoltà foggiane di certo non esauriscono le insostenibilità delle condizioni lavorative degli istituti pugliesi. Sorte migliore non è toccata all’istituto di Taranto, a quello di Lecce, a quello di Brindisi o alle consorelle di più piccole dimensioni, quali Lucera e San Severo. E’ necessario ed indifferibile porre in campo una strategia condivisa che ci porti all’individuazione di strade percorribili, cambi di rotta affinché anche i superiori Uffici Dipartimentali tocchino con mano le difficoltà in cui versano i penitenziari pugliesi. Nel richiedere in via d’urgenza una valutazione circa una diversa ubicazione dei protagonisti dei disordini che si sono registrati presso il penitenziario dauno, si chiede di conoscere quali misure saranno poste in essere nel breve periodo in supporto e a garanzia del personale di polizia penitenziaria.
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