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CASA CIRCONDARIALE DI MODENA – Aggressioni ai danni di un poliziotto penitenziario.

Marzo 12, 2018 Sinappe 0 Comments

Oggetto: CC Modena – aggressione Pol.Pen.
Egregio Provveditore,
con la presente facciamo riferimento a tutta la precorsa corrispondenza riguardante le continue e gravi aggressioni che il personale di Polizia Penitenziaria è costretto a subire, con una frequenza allarmante, da parte dei detenuti ristretti negli II.PP. del Distretto.
L’ultimo di tali episodi sarebbe avvenuto in data di ieri presso la Casa Circondariale di Modena, ove un detenuto magrebino, brandendo una lametta ricavata da un rasoio del tipo consentito, si sarebbe scagliato addosso all’agente di sezione che fortunatamente sarebbe riuscito a bloccarlo, seppur con non poche difficoltà.
Successivamente l’agente sarebbe stato condotto presso il Pronto Soccorso del nosocomio cittadino, ove gli sarebbe stata riconosciuta una prognosi di 10 gg, salvo complicazioni, per trauma distorsivo del rachide cervicale, contusione regione laterale del collo e contusione mano dx.
Inoltre, come più volte riferito da questa O.S., le Direzioni hanno inspiegabilmente accantonato la procedura per l’invio preferenziale alla CMO tramite modello “C” in caso di infortuni occorsi in servizio, esponendo il personale infortunato non solo al danno per l’aggressione subita, ma anche alla beffa di dover seguire la procedura ordinaria per il riconoscimento della causa di servizio. Ciò malgrado l’art.13, comma 1, lettera “b” del D.Lgs n°8/2014, abbia confermato quanto sancito dall’art.1880 D.Lgs. n° 66/2010, ovvero che nei casi di eventi traumatici avvenuti durante l’attività di servizio e/o addestrativa a personale militare o appartenente alle FF.OO., il giudizio sulla dipendenza da causa di servizio può essere espresso pure sulla base degli accertamenti effettuati entro due giorni dal sinistro da un’autorità sanitaria militare o da struttura pubblica del S.S.N. anche quando non abbiano determinato inizialmente il ricovero.
Tornando al tema di che trattasi, ci sentiamo in dovere di sottoporre alla sua attenzione ulteriori osservazioni:
1. nella stragrande maggioranza dei casi le aggressioni verso il personale sono compiute da detenuti magrebini; ciò dovrebbe convincere l’amministrazione a differenziare il trattamento di tali ristretti, ovviamente fatto salvo chi dovesse mostrare maggiore capacità di seguire i percorsi rieducativi proposti;
2. il personale dovrebbe essere formato ad affrontare situazioni di tale pericolo, cresciute esponenzialmente a seguito della maldestra attuazione del regime della sorveglianza dinamica, oltre ad essere munito di nuovi strumenti per rendere inoffensive eventuali velleità aggressive da parte della popolazione ristretta.
A nostro avviso, sarebbe infine necessario, per tutto quanto innanzi esposto, operare un’immediata ricognizione delle cause che stanno portando ad un aumento  delle aggressioni subite dal personale in divisa degli Istituti del Distretto, volendo intanto ribadire alle Direzioni la necessità di sottoporre i detenuti facinorosi, per indole o a causa di problemi psichiatrici, ad una diversa allocazione, così come previsto dalle vigenti circolari dipartimentali spesso disattese, oltre che formare, informare ed aggiornare TUTTO il personale sulle modalità d’intervento e prevenzione degli eventi critici e prevedere un percorso di sostegno e supporto anche psicologico per il personale vittima di tali aggressioni.
In ultimo, crediamo sia inevitabile disporre il trasferimento immediato del detenuto resosi responsabile di tale gravissima aggressione verso il collega di cui sopra, nei confronti del quale esprimiamo sentimenti di vicinanza, oltre ad augurargli una pronta guarigione.

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