Egregio Provveditore
Il SI.N.A.P.Pe (Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria) con la presente rende noto l’indizione dello“stato di agitazione” presso l’Istituto Penitenziario Sant’Anna.
La motivazione di tale residuale strumento di interazione risiede nell’insostenibilità delle condizioni di lavoro e nella depauperazione del concetto di sicurezza per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria.
Il costante e preoccupante ripetersi del fenomeno aggressivo da parte dei ristretti nei confronti del personale che è chiamato a gestirli, non può lasciare inerme e immobile i rappresentanti dei lavoratori, a fronte di un immobilismo che si imputa invece all’amministrazione locale.
Ha fatto scalpore l’entità dell’evento critico di qualche giorno fa, in cui fra aggressioni fisiche e verbali, vi sono unità di personale che sono state minacciate con l’uso di lame e che hanno riportato lesioni con prognosi superiori a 20 giorni. In quella occasione, la Segreteria Generale del Si.N.A.P.Pe indirizzò una nota al Capo del Dipartimento e a tutti i Provveditori Regionali in cui si rifletteva sulla tenuta del sistema della “vigilanza dinamica” che, abbandonati gli idealismi genetici, si è trasformato unicamente in un regime a “sezioni aperte”. Un regime penitenziario che, se da un lato ci ha messo al riparo dalla scure europea, dall’altro ha messo in risalto tutta la fragilità del progetto, con un esponenziale incremento di casi di disordini e di continue aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria. E l’episodio odierno, che si aggiunge alla lunga lista, è solo l’ennesimo: è di questa mattina l’aggressione ai danni di un poliziotto penitenziario ad opera di un detenuto tunisino armato di sgabello.
Al ripetersi di disordini di tal genere il Si.N.A.P.Pe ha chiesto e richiesto più volte il ripristino di una sezione chiusa; si badi bene, non la modifica dell’intero assetto, ma di una unica sezione presso cui trasferire, anche temporaneamente, detenuti “difficili”. Una richiesta, questa, che seppur logica e legittima non ha trovato l’accoglimento da parte della Direzione che si è dimostrata sorda agli spunti propositivi di questa O.S.
La richiesta assume oggi, vista l’insostenibilità delle situazioni, i caratteri di una rivendicazione, non potendosi oltremodo procedere nel verso in cui si sta navigando.
Per questi motivi, si chiede un incontro urgente con codesto Provveditore, affinché si individuino le linee d’azione che consentano al personale di Polizia Penitenziaria di lavorare in sicurezza, consci del fatto che l’organizzazione dei regimi detentivi è materia sottratta alle relazioni sindacali.
In attesa di urgente riscontro/convocazione, deve intendersi confermato lo stato di agitazione che culminerà in forme consentite di protesta nel caso di approcci non soddisfacenti da parte dell’Amministrazione.
Distinti saluti.
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Casa Circondariale di Modena – proclamazione STATO DI AGITAZIONE!
Egregio Provveditore
Il SI.N.A.P.Pe (Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria) con la presente rende noto l’indizione dello“stato di agitazione” presso l’Istituto Penitenziario Sant’Anna.
La motivazione di tale residuale strumento di interazione risiede nell’insostenibilità delle condizioni di lavoro e nella depauperazione del concetto di sicurezza per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria.
Il costante e preoccupante ripetersi del fenomeno aggressivo da parte dei ristretti nei confronti del personale che è chiamato a gestirli, non può lasciare inerme e immobile i rappresentanti dei lavoratori, a fronte di un immobilismo che si imputa invece all’amministrazione locale.
Ha fatto scalpore l’entità dell’evento critico di qualche giorno fa, in cui fra aggressioni fisiche e verbali, vi sono unità di personale che sono state minacciate con l’uso di lame e che hanno riportato lesioni con prognosi superiori a 20 giorni. In quella occasione, la Segreteria Generale del Si.N.A.P.Pe indirizzò una nota al Capo del Dipartimento e a tutti i Provveditori Regionali in cui si rifletteva sulla tenuta del sistema della “vigilanza dinamica” che, abbandonati gli idealismi genetici, si è trasformato unicamente in un regime a “sezioni aperte”. Un regime penitenziario che, se da un lato ci ha messo al riparo dalla scure europea, dall’altro ha messo in risalto tutta la fragilità del progetto, con un esponenziale incremento di casi di disordini e di continue aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria. E l’episodio odierno, che si aggiunge alla lunga lista, è solo l’ennesimo: è di questa mattina l’aggressione ai danni di un poliziotto penitenziario ad opera di un detenuto tunisino armato di sgabello.
Al ripetersi di disordini di tal genere il Si.N.A.P.Pe ha chiesto e richiesto più volte il ripristino di una sezione chiusa; si badi bene, non la modifica dell’intero assetto, ma di una unica sezione presso cui trasferire, anche temporaneamente, detenuti “difficili”. Una richiesta, questa, che seppur logica e legittima non ha trovato l’accoglimento da parte della Direzione che si è dimostrata sorda agli spunti propositivi di questa O.S.
La richiesta assume oggi, vista l’insostenibilità delle situazioni, i caratteri di una rivendicazione, non potendosi oltremodo procedere nel verso in cui si sta navigando.
Per questi motivi, si chiede un incontro urgente con codesto Provveditore, affinché si individuino le linee d’azione che consentano al personale di Polizia Penitenziaria di lavorare in sicurezza, consci del fatto che l’organizzazione dei regimi detentivi è materia sottratta alle relazioni sindacali.
In attesa di urgente riscontro/convocazione, deve intendersi confermato lo stato di agitazione che culminerà in forme consentite di protesta nel caso di approcci non soddisfacenti da parte dell’Amministrazione.
Distinti saluti.
Prap Bologna_proclamazione stato di agitazione modena
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