Egregia Dottoressa, sono diverse le lamentele che giungono alla scrivente da parte delle poliziotte penitenziarie in servizio presso il reparto detentivo denominato “camerotti”, a causa della difficoltà di vigilanza e di gestione all’interno dello stesso. Innanzi tutto va evidenziato come, presso il predetto reparto, siano ospitate circa 150 detenute, per lo più facinorose. Ciò crea un clima altamente teso e non certo facile da governare, con sole due unità di polizia penitenziaria ivi preposte. In particolare, stante l’attuazione della sorveglianza dinamica, ma considerato che le porte dei 3 piani non sono automatizzate e quindi sempre aperte, non è possibile un controllo preciso delle ristrette che entrano ed escono dalle sezioni. Così spesso accade che il passaggio occasionale presso il Piano Terra delle stesse, magari per raggiungere i passeggi, piuttosto che l’ambulatorio medico o la partecipazione ai corsi ivi organizzati, diventi occasione per uscire furtivamente dal portone principale, momentaneamente aperto per far entrare od uscire qualcuno. Ciò comporta quindi la “rincorsa” dell’agente di turno al fine di ripristinare l’ordine dovuto, con non poca pericolosità nell’azione, stante appunto il carattere turbolento delle detenute de quo. Quanto narrato avviene purtroppo all’ordine del giorno, con notevole comprensibile stress per le colleghe di servizio, costrette ad un sovraccarico di responsabilità stante anche la carenza numerica. Motivo per cui si chiede di risolvere detta problematica, automatizzando le porte dei piani (cosa che permetterebbe un controllo preventivo), incrementando il personale in servizio ai “camerotti” o suddividendo l’assegnazione delle detenute facinorose in altri reparti.
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CASA CIRCONDARIALE DI ROMA REBIBBIA FEMMINILE – Servizio reparto “Camerotti”
Egregia Dottoressa, sono diverse le lamentele che giungono alla scrivente da parte delle poliziotte penitenziarie in servizio presso il reparto detentivo denominato “camerotti”, a causa della difficoltà di vigilanza e di gestione all’interno dello stesso. Innanzi tutto va evidenziato come, presso il predetto reparto, siano ospitate circa 150 detenute, per lo più facinorose. Ciò crea un clima altamente teso e non certo facile da governare, con sole due unità di polizia penitenziaria ivi preposte. In particolare, stante l’attuazione della sorveglianza dinamica, ma considerato che le porte dei 3 piani non sono automatizzate e quindi sempre aperte, non è possibile un controllo preciso delle ristrette che entrano ed escono dalle sezioni. Così spesso accade che il passaggio occasionale presso il Piano Terra delle stesse, magari per raggiungere i passeggi, piuttosto che l’ambulatorio medico o la partecipazione ai corsi ivi organizzati, diventi occasione per uscire furtivamente dal portone principale, momentaneamente aperto per far entrare od uscire qualcuno. Ciò comporta quindi la “rincorsa” dell’agente di turno al fine di ripristinare l’ordine dovuto, con non poca pericolosità nell’azione, stante appunto il carattere turbolento delle detenute de quo. Quanto narrato avviene purtroppo all’ordine del giorno, con notevole comprensibile stress per le colleghe di servizio, costrette ad un sovraccarico di responsabilità stante anche la carenza numerica. Motivo per cui si chiede di risolvere detta problematica, automatizzando le porte dei piani (cosa che permetterebbe un controllo preventivo), incrementando il personale in servizio ai “camerotti” o suddividendo l’assegnazione delle detenute facinorose in altri reparti.
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