Leggiamo in questi giorni sui quotidiani locali un susseguirsi di
comunicati stampa da parte del garante regionale e del garante dei
detenuti del comune di Parma, in cui si critica o si loda oltremisura la
gestione del penitenziario ducale, con particolare riferimento alle
condizioni detentive.
Questa O.S. si trova costretta ad intervenire affinché le notizie diffuse
non creino una visione distorta del penitenziario parmense, ove uomini e
donne, quotidianamente e tra innumerevoli ed inimmaginabili difficoltà,
offrono il proprio contributo per il raggiungimento dei fini istituzionali
stabiliti dalla normativa di riferimento.
Pertanto, se da un lato vanno senz’altro elogiati i tentativi
dell’amministrazione di ammodernare l’istituto di Parma, non può essere
taciuto che ciò sta avvenendo, in larga misura, sulla pelle del
personale, soprattutto di polizia penitenziaria, costretto ad un surplus
di lavoro ed ad una modifica dei turni di servizio, con previsione di
lavoro straordinario, mai concordati con le OO.SS. locali (modifica
orari passeggi, turni di sentinella, orari attività detentive, ecc.).
Aggiungiamo che alcune delle cose dette dal garante regionale
corrispondono a quanto da questa O.S. denunciato da diverso tempo ed
hanno ricadute anche sulle condizioni lavorative del personale in divisa:
riscaldamento tenuto spento, soprattutto nelle ore notturne, mancanza
delle risme di carta e/o di una fotocopiatrice o una semplice stampante
accessibile al personale in servizio, da cui deriva anche la difficoltà dei
detenuti “nel recuperare la modulistica per presentare le proprie
domande all’amministrazione penitenziaria”. Altre segnalazioni dello
stesso garante appaiono effettivamente di non improba soluzione, mentre
altre ancora, non del tutto veritiere: il campo da calcio non è affatto
invaso dall’erba alta, il servizio barbieria, compatibilmente con la
presenza del personale di pol. pen. addetto, viene offerto con una certa
periodicità, le attività trattamentali sono in crescita, nonostante
l’esiguità del personale presente.In definitiva questa O.S., giudica inopportuno ed inutile ogni annuncio
trionfalistico, mentre ritiene debbano servire da stimolo i suggerimenti
sulle piccole cose da poter fare che il garante regionale ha voluto
indirizzare alla direzione di Parma, che contribuirebbero a creare un
clima di maggiore distensione e armonia all’interno della cinta muraria.
In aggiunta, crediamo debba intensificarsi lo sforzo degli organi
istituzionali per risolvere le ataviche problematiche sofferte dal
personale di polizia penitenziaria, quali la carenza di uomini e donne,
anche a causa di distacchi di lunga durata presso altre sedi,
l’inadeguatezza di molti luoghi di lavoro, la difficoltà estrema di
gestire detenuti facinorosi e psichiatrici, anche in ragione della chiusura
degli OPG, ove gli stessi venivano curati in passato, ai quali si
aggiungono problemi agevolmente risolvibili quali la mancata variazione
delle tabelle di consegna a seguito della modifica delle modalità
custodiali presso la casa circondariale e quello mai affrontato del
fumo passivo nei reparti detentivi.
Il nostro invito è, pertanto, quello di evitare facili proclami e dedicarsi
alle piccole cose che possono essere realizzate con le esigue risorse
umane a disposizioni ma che richiedono un cambio d’impostazione
culturale che sia vissuto, da chi anima e vive quotidianamente il
penitenziario ducale, come un segnale di reale e profonda inversione di
tendenza rispetto al recente passato.
Condividiamo, quindi, l’auspicio del garante regionale rispetto al fatto
che “in un congruo contemperamento fra esigenze di sicurezza e tutela
dell’equilibrio psico-fisico delle persone, possano essere superate talune
rigidità”, anche rispetto alla gestione del personale di polizia
penitenziaria.
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Casa Circondariale Parma – Il personale tra critiche e vanagloria
Leggiamo in questi giorni sui quotidiani locali un susseguirsi di
comunicati stampa da parte del garante regionale e del garante dei
detenuti del comune di Parma, in cui si critica o si loda oltremisura la
gestione del penitenziario ducale, con particolare riferimento alle
condizioni detentive.
Questa O.S. si trova costretta ad intervenire affinché le notizie diffuse
non creino una visione distorta del penitenziario parmense, ove uomini e
donne, quotidianamente e tra innumerevoli ed inimmaginabili difficoltà,
offrono il proprio contributo per il raggiungimento dei fini istituzionali
stabiliti dalla normativa di riferimento.
Pertanto, se da un lato vanno senz’altro elogiati i tentativi
dell’amministrazione di ammodernare l’istituto di Parma, non può essere
taciuto che ciò sta avvenendo, in larga misura, sulla pelle del
personale, soprattutto di polizia penitenziaria, costretto ad un surplus
di lavoro ed ad una modifica dei turni di servizio, con previsione di
lavoro straordinario, mai concordati con le OO.SS. locali (modifica
orari passeggi, turni di sentinella, orari attività detentive, ecc.).
Aggiungiamo che alcune delle cose dette dal garante regionale
corrispondono a quanto da questa O.S. denunciato da diverso tempo ed
hanno ricadute anche sulle condizioni lavorative del personale in divisa:
riscaldamento tenuto spento, soprattutto nelle ore notturne, mancanza
delle risme di carta e/o di una fotocopiatrice o una semplice stampante
accessibile al personale in servizio, da cui deriva anche la difficoltà dei
detenuti “nel recuperare la modulistica per presentare le proprie
domande all’amministrazione penitenziaria”. Altre segnalazioni dello
stesso garante appaiono effettivamente di non improba soluzione, mentre
altre ancora, non del tutto veritiere: il campo da calcio non è affatto
invaso dall’erba alta, il servizio barbieria, compatibilmente con la
presenza del personale di pol. pen. addetto, viene offerto con una certa
periodicità, le attività trattamentali sono in crescita, nonostante
l’esiguità del personale presente.In definitiva questa O.S., giudica inopportuno ed inutile ogni annuncio
trionfalistico, mentre ritiene debbano servire da stimolo i suggerimenti
sulle piccole cose da poter fare che il garante regionale ha voluto
indirizzare alla direzione di Parma, che contribuirebbero a creare un
clima di maggiore distensione e armonia all’interno della cinta muraria.
In aggiunta, crediamo debba intensificarsi lo sforzo degli organi
istituzionali per risolvere le ataviche problematiche sofferte dal
personale di polizia penitenziaria, quali la carenza di uomini e donne,
anche a causa di distacchi di lunga durata presso altre sedi,
l’inadeguatezza di molti luoghi di lavoro, la difficoltà estrema di
gestire detenuti facinorosi e psichiatrici, anche in ragione della chiusura
degli OPG, ove gli stessi venivano curati in passato, ai quali si
aggiungono problemi agevolmente risolvibili quali la mancata variazione
delle tabelle di consegna a seguito della modifica delle modalità
custodiali presso la casa circondariale e quello mai affrontato del
fumo passivo nei reparti detentivi.
Il nostro invito è, pertanto, quello di evitare facili proclami e dedicarsi
alle piccole cose che possono essere realizzate con le esigue risorse
umane a disposizioni ma che richiedono un cambio d’impostazione
culturale che sia vissuto, da chi anima e vive quotidianamente il
penitenziario ducale, come un segnale di reale e profonda inversione di
tendenza rispetto al recente passato.
Condividiamo, quindi, l’auspicio del garante regionale rispetto al fatto
che “in un congruo contemperamento fra esigenze di sicurezza e tutela
dell’equilibrio psico-fisico delle persone, possano essere superate talune
rigidità”, anche rispetto alla gestione del personale di polizia
penitenziaria.
Casa Circondariale Parma – Il personale tra critiche e vanagloria
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