Le scriventi OO. SS. in considerazione delle ultime missive congiunte senza riscontro alcuno rimaste quindi inascoltate, annunciano una prossima azione sonora di protesta. Sarà necessario coinvolgere gli organi di stampa nonché tutta la cittadinanza albese e del circondario, al fine di mettere a conoscenza della situazione di pericolo in cui versa la condizione lavorativa del personale in servizio presso la Casa di Reclusione albese nonché del grave pericolo che corre anche la comunità esterna. Infatti da più di un anno, l’ex Casa Circondariale albese è transitata in istituto Penale con conseguente cambiamento dell’utenza detenuta. La realtà è che presso l’istituto vi sono ospiti molto “ PERICOLOSI “ a causa di pene molto lunghe con “FINE PENA MAI” .
Ad aggiungere notevoli disagi a tutto questo vi è stato anche la recente apertura di un reparto altamente delicato che ospita detenuti “COLLABORATORI di GIUSTIZIA”.
Questi infatti richiedono non solo una notevole distrazione di risorse umane per il mantenimento del settore ma che anche di una particolare specializzazione da parte dell’organico ivi preposto, che oltre ad essere drammaticamente insufficiente non è stato mai minimamente formato a gestire questa tipologia di utenza.
Come se non bastasse vi sono diversi cancelli ad automazione il cui non funzionamento abbassano notevolmente il livello di sicurezza del carcere. Dispositivi necessari al controllo del transito del personale che a vario titolo accede in istituto.
Il Personale di Polizia Penitenziaria è costretta a svolgere 12 mesi l’anno turni di 8/9 ore giornaliere, superando abbondantemente anche più di 60 ore di straordinario al mese per non riuscire poi lo stesso ad accomodare la copertura dei posti di servizio essenziali e non poter consumare nemmeno il pasto di servizio durante il lungo turno di lavoro.
Si ricorda a questa amministrazione che dall’anno 2008 ad OGGI, sono andati in quiescenza ben VENTUNO UNITÀ (ruolo Sottufficiali e Agenti) + TRE ( ruoloAgenti\Assistenti) sono attualmente distaccati presso altre sedi e QUATTRO (ruolo Sottoufficiali e Agenti\Ass.te) sono transitati a ruolo civile per un totale di VENTOTTO fra uomini e donne della polizia penitenziaria che non sono mai stati sostituiti.
Quindi a dispetto di un innalzamento di livello di sicurezza e di un maggiore fabbisogno di personale di polizia di cui necessita l’istituto penitenziario, ci troviamo a convivere con una situazione paradossale: da una parte gestione di un’utenza carcerata sempre più pericolosa e dall’altra drastica diminuzione di risorse umane e di dispositivi di sicurezza.
Tutto questo accade ad Alba, mentre gli alti dirigenti dell’amministrazione penitenziaria rimangono comodamente seduti nelle proprie poltrone d’oro, percependo lauti compensi, per rimanere passivamente spettatori di uno scempio che continua a compiersi sulla pelle degli uomini e donne della polizia penitenziaria.
Ciò non è più tollerabile, pertanto, si informano le autorità competenti, che da questo momento, in assenza di riscontri urgenti, di un segnale concreto, e di
“ FATTI“, le scriventi OO.SS. si vedranno costrette ad attuare un piano di protesta sonora-mediatica al fine di mettere a conoscenza anche la comunità civile della realtà di abbandono in cui versa l’istituto albese. Il consorzio civile ha il diritto di essere messo a conoscenza del pericolo che corrono liberi cittadini in questo distretto penitenziario. si ricorda ancora che la sicurezza del territorio è anche messa nelle mani dell’amministrazione dello stato che ha il compito-obbligo di garantire che l’esecuzione penale si svolga come previsto dalla legge italiana.
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Casa di Reclusione di Alba – Manifestazione di protesta
Le scriventi OO. SS. in considerazione delle ultime missive congiunte senza riscontro alcuno rimaste quindi inascoltate, annunciano una prossima azione sonora di protesta. Sarà necessario coinvolgere gli organi di stampa nonché tutta la cittadinanza albese e del circondario, al fine di mettere a conoscenza della situazione di pericolo in cui versa la condizione lavorativa del personale in servizio presso la Casa di Reclusione albese nonché del grave pericolo che corre anche la comunità esterna. Infatti da più di un anno, l’ex Casa Circondariale albese è transitata in istituto Penale con conseguente cambiamento dell’utenza detenuta. La realtà è che presso l’istituto vi sono ospiti molto “ PERICOLOSI “ a causa di pene molto lunghe con “FINE PENA MAI” .
Ad aggiungere notevoli disagi a tutto questo vi è stato anche la recente apertura di un reparto altamente delicato che ospita detenuti “COLLABORATORI di GIUSTIZIA”.
Questi infatti richiedono non solo una notevole distrazione di risorse umane per il mantenimento del settore ma che anche di una particolare specializzazione da parte dell’organico ivi preposto, che oltre ad essere drammaticamente insufficiente non è stato mai minimamente formato a gestire questa tipologia di utenza.
Come se non bastasse vi sono diversi cancelli ad automazione il cui non funzionamento abbassano notevolmente il livello di sicurezza del carcere. Dispositivi necessari al controllo del transito del personale che a vario titolo accede in istituto.
Il Personale di Polizia Penitenziaria è costretta a svolgere 12 mesi l’anno turni di 8/9 ore giornaliere, superando abbondantemente anche più di 60 ore di straordinario al mese per non riuscire poi lo stesso ad accomodare la copertura dei posti di servizio essenziali e non poter consumare nemmeno il pasto di servizio durante il lungo turno di lavoro.
Si ricorda a questa amministrazione che dall’anno 2008 ad OGGI, sono andati in quiescenza ben VENTUNO UNITÀ (ruolo Sottufficiali e Agenti) + TRE ( ruolo Agenti\Assistenti) sono attualmente distaccati presso altre sedi e QUATTRO (ruolo Sottoufficiali e Agenti\Ass.te) sono transitati a ruolo civile per un totale di VENTOTTO fra uomini e donne della polizia penitenziaria che non sono mai stati sostituiti.
Quindi a dispetto di un innalzamento di livello di sicurezza e di un maggiore fabbisogno di personale di polizia di cui necessita l’istituto penitenziario, ci troviamo a convivere con una situazione paradossale: da una parte gestione di un’utenza carcerata sempre più pericolosa e dall’altra drastica diminuzione di risorse umane e di dispositivi di sicurezza.
Tutto questo accade ad Alba, mentre gli alti dirigenti dell’amministrazione penitenziaria rimangono comodamente seduti nelle proprie poltrone d’oro, percependo lauti compensi, per rimanere passivamente spettatori di uno scempio che continua a compiersi sulla pelle degli uomini e donne della polizia penitenziaria.
Ciò non è più tollerabile, pertanto, si informano le autorità competenti, che da questo momento, in assenza di riscontri urgenti, di un segnale concreto, e di
“ FATTI“, le scriventi OO.SS. si vedranno costrette ad attuare un piano di protesta sonora-mediatica al fine di mettere a conoscenza anche la comunità civile della realtà di abbandono in cui versa l’istituto albese. Il consorzio civile ha il diritto di essere messo a conoscenza del pericolo che corrono liberi cittadini in questo distretto penitenziario. si ricorda ancora che la sicurezza del territorio è anche messa nelle mani dell’amministrazione dello stato che ha il compito-obbligo di garantire che l’esecuzione penale si svolga come previsto dalla legge italiana.
Si attendono urgenti riscontri.
lettera_congiunta_18-05-2015
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