Il Si.N.A.P.Pe con la presente nota sindacale intende significarLe il proprio
incondizionato dissenso in merito all’ ipotesi di realizzare un ristorante all’interno
della sala convegno della II^ Casa di Reclusione di di Milano-Bollate.
E’ lapalissiano che un tale progetto, peraltro insostenibile sotto ogni punto di
vista, diversamente da quanto fantasiosamente ipotizzato dalla Direzione nella
comunicazione inviata alle OO.SS., non solo non comporta alcun vantaggio per il
personale, bensì, al contrario, lo penalizza pesantemente, trasformando degli
spazi finalizzati a garantire attività ricreative e momenti di svago per il personale
stesso in un ristorante aperto al pubblico che, ovviamente, oltre a non
comportare vantaggi di alcun genere, determinerà un’inevitabile incremento dei
carichi di lavoro nonché un gravissimo nocumento per la già precaria sicurezza
del sopraccitato istituto di pena.
Assolutamente irricevibile è poi la proposta di compensare la perdita della sala
convegno con la riconversione di una parte della mensa in uno spazio destinato al
personale in quanto un tale progetto non fa altro che penalizzare ulteriormente il
personale stesso, costringendolo a consumare il pasto in un locale angusto ed
inadeguato che, non essendo peraltro climatizzato, durante l’estate diventerebbe
assolutamente invivibile.
A tal proposito è lecito chiedersi su quali basi questa Direzione fonda la propria
convinzione che la sopraccitata mensa sarebbe “assolutamente
sovradimensionata rispetto alle esigenze”, tenuto conto che una tale
affermazione non può assolutamente essere fondata su convinzioni
soggettive, ma deve far riferimento unicamente a quanto previsto dalle
normative che disciplinano la materia de quo, la cui applicazione si presume,
salvo prova contraria, sia stata scrupolosa ed inappuntabile all’atto della
predisposizione del progetto sulla base del quale è stato poi edificato l’istituto di
pena da Lei diretto, anche ed in particolar modo con riferimento alle dimensioni
della mensa.
Giova altresì ricordare a codesta Direzione che tutti gli istituti di pena, incluso
quello di cui trattasi, nella costruzione del sistema penitenziario voluta e
ribadita dal legislatore, peraltro in armonia con il dettato costituzionale, debbono
conciliare due esigenze contrapposte: mantenere l’ordine e garantire la sicurezza,
da un lato, ed attuare la finalità rieducativa del trattamento penitenziario,
dall’altro, pertanto, mentre l’ordine va inteso quale dimensione obiettiva della
disciplina all’interno degli istituti, la sicurezza, di per sé, racchiude un significato
assai più ampio ed è volta a salvaguardare non solo gli interessi individuali
dei singoli detenuti oltre che l’interesse sociale all’effettiva esecuzione della
pena, ma anche, ed a maggior ragione, la serenità lavorativa e l’incolumità
del personale di custodia che è messa a serio rischio dallo sconsiderato
progetto di cui trattasi, considerato che il Ministero dell’Interno ha più volte
diramato messaggi di massima allerta contro il rischio di attentati ad obiettivi
sensibili siti sul territorio nazionale da parte dell’organizzazione terroristica meglio
conosciuta come stato islamico dell’ “ISIS”, inserendo tra questi il prossimo
evento di portata mondiale denominato “EXPO 2015”, mentre questa Direzione,
incurante dei potenziali rischi a cui espone il personale di Polizia Penitenziaria e la
stessa popolazione detenuta, progetta di realizzare un ristorante aperto al
pubblico all’interno di un’ istituto di pena che già di per sé costituisce un
potenziale obiettivo di possibili attentati terroristici, ma che lo è a maggior
ragione, trovandosi di fatto all’interno dell’ area di “EXPO 2015”.
Alla luce di quanto esposto in narrativa si chiede formalmente a questa Direzione
di sospendere immediatamente i lavori e di convocare al più presto le OO.SS. di
categoria, precisando sin d’ora che se ciò non dovesse avvenire si provvederà a
breve a promuovere manifestazioni di pubblico dissenso di cui si darà preventiva
comunicazione agli organi di stampa e ove ciò non dovesse essere sufficiente, si
chiederà l’intervento del Ministro dell’Interno tramite istanza formale diretta
ovvero a mezzo di interrogazione parlamentare.
In attesa di cortese ed urgentissimo riscontro, si porgono deferenti saluti.
Utilizziamo i cookie per assicurarti di offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok
Casa di Reclusione di Milano Bollate – Progetto Ristorante
Il Si.N.A.P.Pe con la presente nota sindacale intende significarLe il proprio
incondizionato dissenso in merito all’ ipotesi di realizzare un ristorante all’interno
della sala convegno della II^ Casa di Reclusione di di Milano-Bollate.
E’ lapalissiano che un tale progetto, peraltro insostenibile sotto ogni punto di
vista, diversamente da quanto fantasiosamente ipotizzato dalla Direzione nella
comunicazione inviata alle OO.SS., non solo non comporta alcun vantaggio per il
personale, bensì, al contrario, lo penalizza pesantemente, trasformando degli
spazi finalizzati a garantire attività ricreative e momenti di svago per il personale
stesso in un ristorante aperto al pubblico che, ovviamente, oltre a non
comportare vantaggi di alcun genere, determinerà un’inevitabile incremento dei
carichi di lavoro nonché un gravissimo nocumento per la già precaria sicurezza
del sopraccitato istituto di pena.
Assolutamente irricevibile è poi la proposta di compensare la perdita della sala
convegno con la riconversione di una parte della mensa in uno spazio destinato al
personale in quanto un tale progetto non fa altro che penalizzare ulteriormente il
personale stesso, costringendolo a consumare il pasto in un locale angusto ed
inadeguato che, non essendo peraltro climatizzato, durante l’estate diventerebbe
assolutamente invivibile.
A tal proposito è lecito chiedersi su quali basi questa Direzione fonda la propria
convinzione che la sopraccitata mensa sarebbe “assolutamente
sovradimensionata rispetto alle esigenze”, tenuto conto che una tale
affermazione non può assolutamente essere fondata su convinzioni
soggettive, ma deve far riferimento unicamente a quanto previsto dalle
normative che disciplinano la materia de quo, la cui applicazione si presume,
salvo prova contraria, sia stata scrupolosa ed inappuntabile all’atto della
predisposizione del progetto sulla base del quale è stato poi edificato l’istituto di
pena da Lei diretto, anche ed in particolar modo con riferimento alle dimensioni
della mensa.
Giova altresì ricordare a codesta Direzione che tutti gli istituti di pena, incluso
quello di cui trattasi, nella costruzione del sistema penitenziario voluta e
ribadita dal legislatore, peraltro in armonia con il dettato costituzionale, debbono
conciliare due esigenze contrapposte: mantenere l’ordine e garantire la sicurezza,
da un lato, ed attuare la finalità rieducativa del trattamento penitenziario,
dall’altro, pertanto, mentre l’ordine va inteso quale dimensione obiettiva della
disciplina all’interno degli istituti, la sicurezza, di per sé, racchiude un significato
assai più ampio ed è volta a salvaguardare non solo gli interessi individuali
dei singoli detenuti oltre che l’interesse sociale all’effettiva esecuzione della
pena, ma anche, ed a maggior ragione, la serenità lavorativa e l’incolumità
del personale di custodia che è messa a serio rischio dallo sconsiderato
progetto di cui trattasi, considerato che il Ministero dell’Interno ha più volte
diramato messaggi di massima allerta contro il rischio di attentati ad obiettivi
sensibili siti sul territorio nazionale da parte dell’organizzazione terroristica meglio
conosciuta come stato islamico dell’ “ISIS”, inserendo tra questi il prossimo
evento di portata mondiale denominato “EXPO 2015”, mentre questa Direzione,
incurante dei potenziali rischi a cui espone il personale di Polizia Penitenziaria e la
stessa popolazione detenuta, progetta di realizzare un ristorante aperto al
pubblico all’interno di un’ istituto di pena che già di per sé costituisce un
potenziale obiettivo di possibili attentati terroristici, ma che lo è a maggior
ragione, trovandosi di fatto all’interno dell’ area di “EXPO 2015”.
Alla luce di quanto esposto in narrativa si chiede formalmente a questa Direzione
di sospendere immediatamente i lavori e di convocare al più presto le OO.SS. di
categoria, precisando sin d’ora che se ciò non dovesse avvenire si provvederà a
breve a promuovere manifestazioni di pubblico dissenso di cui si darà preventiva
comunicazione agli organi di stampa e ove ciò non dovesse essere sufficiente, si
chiederà l’intervento del Ministro dell’Interno tramite istanza formale diretta
ovvero a mezzo di interrogazione parlamentare.
In attesa di cortese ed urgentissimo riscontro, si porgono deferenti saluti.
VERTENZA SINAPPE DEL 20 MARZO 2015 – APERTURA RISTORANTE PRESSO II^ C R MILANO BOLLATE
Cerca
Categorie
Ultimi articoli inseriti
Calendario