CASA DI RECLUSIONE DI MILANO OPERA – Vile aggressione da parte di un detenuto nei confronti di un ispettore di polizia penitenziaria – richiesta chiarimenti
Egregio Direttore,
corre l’obbligo di dover segnalare, nostro malgrado, il gravissimo episodio di aggressione
verificatosi in data 09 dicembre u.s., ai danni di un Ispettore di Polizia Penitenziaria in servizio
presso una sezione detentiva di questo istituto, da parte di un detenuto. Aggressione che
avrebbe visto la necessità di un immediato intervento presso il Pronto Soccorso, nel quale i
medici avrebbero riscontrato varie escoriazioni al volto e traumi contusivi con prognosi di
venticinque giorni.
In merito, il Si.N.A.P.Pe esprime sentimento di forte solidarietà e grande vicinanza per il vile
gesto di cui è rimasto vittima il nostro collega nell’espletamento del proprio dovere.
Ai nostri colleghi costantemente impegnati a garantire con grande senso del dovere e altrettanta
responsabilità il mandato istituzionale affidato, va tutto l’apprezzamento e la stima del
Si.N.A.P.Pe per l’importante e delicata funzione sociale assicurata al servizio del Paese.
Nel formulare pertanto sinceri auguri di pronta e completa guarigione al nostro collega,
invitiamo lo stesso a considerarci come sempre vicini e pronti, qualora lo reputasse necessario,
ad offrirgli il nostro pieno e incondizionato sostegno.
Fatta questa breve premessa, il Si.N.A.P.Pe più volte è intervenuto con note sindacali al fine di
evidenziare alle Autorità competenti la nostra forte preoccupazione per la situazione presente
nell’istituto in oggetto, rappresentando alle predette che la mancanza di organico,
disorganizzazione e troppa flessibilità e leggerezza nella gestione di alcune situazioni operative
dovute soprattutto alle mancanze di personale stesso, espone ogni giorno i poliziotti penitenziari
a rischi per i quali solo le fortunose circostanze evitano spesso la peggio.
Ormai l’effetto, quell’effetto domino delle attività di prevenzione sono saltate e l’amministrazione
è paralizzata da una continua e costante regressione del sistema, il quale per mancanza di
uomini e fondi non può più attendere alle regole d’ingaggio e di prevenzione e soddisfare, come
sarebbe necessario, la sicurezza e l’incolumità dei propri uomini.
Il Si.N.A.P.Pe ritiene vergognoso che in uno stato moderno, in uno Stato di diritto come quello
Italiano, la sicurezza della salute e dell’incolumità dei poliziotti sia lasciata al caso, sia lasciata
gestita sempre più a uomini che per fortuna in queste occasioni tirarono fuori l’orgoglio e la
propria determinazione per andare avanti e garantire quindi il proprio dovere istituzionale.
Il poliziotto se la caverà con venticinque giorni ma quello che fa male non è il fisico è il morale e
soprattutto diventa sempre più difficile non avere timore, non dei propri interlocutori perché è
comunque un mestiere rischioso e ne siamo coscienti, ma si ha paura della disorganizzazione e
della mancanza di tutela che lo stato dovrebbe fornire ai propri servitori e invece è diventata la
prima voce da tagliare per far quadrare i bilanci.
Il Si.N.A.P.Pe, nell’esprimere nuovamente la propria solidarietà al collega aggredito e al
personale di Polizia Penitenziaria che, con esemplare spirito di sacrificio, continua a garantire
quanto previsto dal mandato istituzionale del Corpo nell’istituto di Milano Opera, Le chiede di
prendere immediatamente i provvedimenti che riterrà opportuni affinché si arrivi, quanto prima,
a garantire sia l’invio di un congruo numero di unità di Polizia Penitenziaria per l’Istituto al fine di
ottenere sia una migliore e condivisa organizzazione del servizio del personale stesso.
Resta nell’attesa di conoscere le iniziative che si riterrà di adottare, si testimonia ancora una
volta la vicinanza al personale in servizio presso il carcere di Milano Opera, al quale va un plauso
per lo spirito di abnegazione che lo ha sempre contraddistinto nel supplire alle carenze gestionali
di una Direzione troppo arroccata sulla propria posizione e si auspica una celere soluzione ai
problemi che stanno causando il defenestramento del personale.
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CASA DI RECLUSIONE DI MILANO OPERA – Vile aggressione da parte di un detenuto nei confronti di un ispettore di polizia penitenziaria – richiesta chiarimenti
Egregio Direttore,
corre l’obbligo di dover segnalare, nostro malgrado, il gravissimo episodio di aggressione
verificatosi in data 09 dicembre u.s., ai danni di un Ispettore di Polizia Penitenziaria in servizio
presso una sezione detentiva di questo istituto, da parte di un detenuto. Aggressione che
avrebbe visto la necessità di un immediato intervento presso il Pronto Soccorso, nel quale i
medici avrebbero riscontrato varie escoriazioni al volto e traumi contusivi con prognosi di
venticinque giorni.
In merito, il Si.N.A.P.Pe esprime sentimento di forte solidarietà e grande vicinanza per il vile
gesto di cui è rimasto vittima il nostro collega nell’espletamento del proprio dovere.
Ai nostri colleghi costantemente impegnati a garantire con grande senso del dovere e altrettanta
responsabilità il mandato istituzionale affidato, va tutto l’apprezzamento e la stima del
Si.N.A.P.Pe per l’importante e delicata funzione sociale assicurata al servizio del Paese.
Nel formulare pertanto sinceri auguri di pronta e completa guarigione al nostro collega,
invitiamo lo stesso a considerarci come sempre vicini e pronti, qualora lo reputasse necessario,
ad offrirgli il nostro pieno e incondizionato sostegno.
Fatta questa breve premessa, il Si.N.A.P.Pe più volte è intervenuto con note sindacali al fine di
evidenziare alle Autorità competenti la nostra forte preoccupazione per la situazione presente
nell’istituto in oggetto, rappresentando alle predette che la mancanza di organico,
disorganizzazione e troppa flessibilità e leggerezza nella gestione di alcune situazioni operative
dovute soprattutto alle mancanze di personale stesso, espone ogni giorno i poliziotti penitenziari
a rischi per i quali solo le fortunose circostanze evitano spesso la peggio.
Ormai l’effetto, quell’effetto domino delle attività di prevenzione sono saltate e l’amministrazione
è paralizzata da una continua e costante regressione del sistema, il quale per mancanza di
uomini e fondi non può più attendere alle regole d’ingaggio e di prevenzione e soddisfare, come
sarebbe necessario, la sicurezza e l’incolumità dei propri uomini.
Il Si.N.A.P.Pe ritiene vergognoso che in uno stato moderno, in uno Stato di diritto come quello
Italiano, la sicurezza della salute e dell’incolumità dei poliziotti sia lasciata al caso, sia lasciata
gestita sempre più a uomini che per fortuna in queste occasioni tirarono fuori l’orgoglio e la
propria determinazione per andare avanti e garantire quindi il proprio dovere istituzionale.
Il poliziotto se la caverà con venticinque giorni ma quello che fa male non è il fisico è il morale e
soprattutto diventa sempre più difficile non avere timore, non dei propri interlocutori perché è
comunque un mestiere rischioso e ne siamo coscienti, ma si ha paura della disorganizzazione e
della mancanza di tutela che lo stato dovrebbe fornire ai propri servitori e invece è diventata la
prima voce da tagliare per far quadrare i bilanci.
Il Si.N.A.P.Pe, nell’esprimere nuovamente la propria solidarietà al collega aggredito e al
personale di Polizia Penitenziaria che, con esemplare spirito di sacrificio, continua a garantire
quanto previsto dal mandato istituzionale del Corpo nell’istituto di Milano Opera, Le chiede di
prendere immediatamente i provvedimenti che riterrà opportuni affinché si arrivi, quanto prima,
a garantire sia l’invio di un congruo numero di unità di Polizia Penitenziaria per l’Istituto al fine di
ottenere sia una migliore e condivisa organizzazione del servizio del personale stesso.
Resta nell’attesa di conoscere le iniziative che si riterrà di adottare, si testimonia ancora una
volta la vicinanza al personale in servizio presso il carcere di Milano Opera, al quale va un plauso
per lo spirito di abnegazione che lo ha sempre contraddistinto nel supplire alle carenze gestionali
di una Direzione troppo arroccata sulla propria posizione e si auspica una celere soluzione ai
problemi che stanno causando il defenestramento del personale.
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